Sono state accolte tutte le richieste che i sindaci di Casale Cremasco Vidolasco Antonio Grassi, di Chieve Davide Bettinelli e di Monte Cremasco Giuseppe Lupo Stanghellini hanno inviato la scorsa settimana al presidente di Padania Acque Cristian Chizzoli. L’assemblea dei soci, riunita ieri pomeriggio in assemblea a Cremona, ha infatti deliberato di rinunciare in via permanente a decorrere dal 2021 ai ricavi derivanti dalle convenzioni in essere con i Comuni della provincia di Cremona per la gestione delle Case dell’acqua. Questa decisione è stata presa per uniformare i rapporti economici tra la società e le varie Amministrazioni comunali, alcune delle quali beneficiano gratuitamente del servizio, mentre altre lo hanno a titolo oneroso. In capo al singolo Comune si manterrà l’intestazione e di conseguenza il sostegno del relativo costo delle utenze per la fornitura di acqua ed energia elettrica. L’assemblea di Padania Acque ha deliberato inoltre di promuovere un uso responsabile della risorsa acqua prevedendo che il prelievo sia gradualmente regolamentato mediante l’introduzione di una tessera che limiti il consumo giornaliero ad un volume massimo consentito. Dato atto che i costi di gestione, conduzione e manutenzione delle Case dell’acqua non sono compresi e riconosciuti nell’attuale tariffa per il periodo 2020-2023, l’assemblea dei soci ha autorizzato Padania Acque a sostenere tali costi rinviando a successivi indirizzi dell’assemblea eventuali diverse determinazioni nel merito. E anche questa era una richiesta fatta al presidente Chizzoli dai sindaci Grassi, Bettinelli e Lupo Stanghellini.
L’assemblea è filata via liscia con l’approvazione di tutti i punti all’ordine del giorno sino al quinto e penultimo dove si sindaci si sono divisi. Per quanto riguarda il pagamento dei costi di gestione in tariffa, cioè a carico di tutti gli utenti, compresi coloro che non attingono alle Case dell’acqua, si è aperto un dibattito tra i sindaci che fanno capo all’area di centrosinistra, tutti favorevoli, e gli altri. Dei primi si è fatto portavoce Aldo Casorati, sindaco di Casaletto Ceredano e presidente dell’Area omogenea cremasca, dei contrari Antonio Grassi. Si è deciso infine di rinviare la questione al 2024, quando sarà l’Ato a deliberare.