GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI
“Tremate, tremate, le ruspe son tornate” questo, potendo parlare, direbbero gli alberi cittadini soggetti a procedure persecutorie che stanno toccando livelli inquietanti. Ma sono la solita malpensante. Certamente il tutto si spiega alla luce di un nobile intento: Il Comune di Cremona non si accontenta che siamo la seconda città più inquinata d’Europa e punta con inesausto impegno al podio più alto. Sicuramente lo raggiungerà. E fra le iniziative utili allo scopo prendiamo atto anche del nuovo cantiere edilizio autorizzato nientemeno che nella più bella ansa verde del parco del Morbasco. Alla faccia dell’area soggetta a vincolo ambientale! Poco conta che la destinazione d’uso della nuova struttura risponda a scopo riabilitativo e socialmente utile. Sarà comunque cemento che a sua volta indurrà altro cemento e catrame per la prevedibile realizzazione di una via d’accesso asfaltata. Resta sconcertante la sordità completa con cui l’Amministrazione comunale, da tempo sollecitata in merito da WWF e non solo, sì è sottratta ad ogni confronto procedendo dritta nella scelta.
Il parco era una delle mete più care ai cremonesi per l’ampiezza dello spazio verde, la quiete e la presenza di una fitta rete di sentieri di valore naturalistico: condizione apprezzata non solo da sportivi e camminatori ma anche per ovvie ragioni da famiglie con bambini. L’assetto è destinato a una radicale modifica. Rumore, polvere e pericoli connessi alla presenza di un cantiere attivo dureranno per un paio d’anni. Dopo di che a chi ha amato la quiete di un’oasi verde nel cuore storico della città non resterà che ricordarsela come una delle tante situazioni gradevoli
insensatamente sacrificate all’avanzata del cemento.
Quanti edifici pubblici fatiscenti conta Cremona? Quanti scatoloni che cadono a pezzi nell’incuria generale avrebbero potuto trovare nuova vita e impiego diventando sede del centro onlus, senza bisogno di far violenza a un’area ad alto valore ambientale e paesaggistico? Se questa è la ‘smart city’ ridateci i luminosi ‘anni bui’.
Ada Ferrari
13 risposte
Operazione vergognosa e di nessuna utilità. Confido in proteste da parte dei cittadini
Allucinante abbattono con disinvoltura qualsiasi forma vivente che c’è a Cremona
Le piante direttamente
Gli animali nel nome della “ sostenibilità” chiudendo tutti gli allevamenti
Alla faccia dell’ ecologia, delle loro ciclabili orribili , dell’antispreco e di tutte le parolone di cui si riempiono la bocca
Egregio direttore, visto che ormai i cremonesi sono costretti a rassegnarsi e vedranno costruire il prossimo supermercato nella zona ex Snum, sarebbe troppo chiedere almeno di obbligare chi allestirà il parcheggio di dotarlo di alberi? Stessa cosa si sarebbe potutachiedere alla Lidl, all’Ipercoop, Rossetto e compagnia bella… Non le pare?
Gentile direttore, nella mia infinita ingenuità due giorni fa, prima che scoppiasse il caso dei tigli tra via del Giordano e via Mosa, le avevo scritto queste poche righe con una proposta che in capo a poco sarebbe diventata a dir poco ridicola. Così come mi sento ridicola io nel credere ancora che a qualcuno della Amministrazione comunale possa dimostrare qualche sensibilità in tema di verde.
Leggo ora lo scritto di Ada Ferrari con la quale mi trovo totalmente d’accordo: pare davvero che stiamo aspirando al gradino più alto del triste podio
cementando e nel contempo sacrificando il verde esistente. E noi zitti, e anche se ci esprimiamo non siamo considerati neppure di striscio. E’ ora di finirla!
Una domanda sola: non potrebbe essere usato l’immenso spazio vuoto dell’ospedale , per questo ed altri da destinare ai piu’ diversi soggetti, invece di abbatterlo?
Concordo. Le funzioni riabilitative previste nelle due erigende palazzine si gioverebbero della vicinanza di un polo ospedaliero. Ma il buon senso in questa come in altre iniziative è ormai il grande assente
E, come ha fatto Medea con il recupero della limonaia di villa Belgiardino, si potrebbe recuperare la cascina Ca’ del Ferro, adiacente l’ospedale nella omonima via.
La cascina è da anni abbandonata.
La cascina è ormai ricordo del passato, è stata abbattuta completamente qualche giorno fa.
Immagino per far posto a nuove case.
Temo che l’inevitabile e amara conclusione sia una sola: grazie alla loro inedia, i cremonesi hanno la classe politica che si meritano.
Non vedo l’ora che questa amministrazione chiuda i battenti, e che nella prossima non ci sia neppure un solo individuo dell’attuale.
Facciamone un fascio.
Che peccato! Non aggiungo altro a quanto detto, concordo pienamente
Rimane il rimpianto di un angolo di quiete che se ne va
lo scempio del verde pubblico/privato conta sempre meno rispetto al business, fondamentalmente, spesso mascherato da nobili intenti . Tra le giustificazioni più curiose, raccolte in altri casi, c’è quella per cui “togliamo qualche pianta di qua, e ne mettiamo altre di là”, dimenticando che le piante sono esseri viventi, con tanto di habitat associati, e che pertanto non si possono ridurre a pedine da spostare su una scacchiera. Se poi l’area è qualificata come “oasi naturalistica”, non ci dovrebbe essere spazio per iniziative edilizie non strettamente correlate con la tutela dell’oasi. Stupisce questo rumoroso silenzio dell’amministrazione preposta. Stupisce quel procedere comunque, facendosene un baffo delle obiezioni più che legittime, come se ricredersi su una decisione già presa ed evidentemente sbagliata, rappresentasse un segno di debolezza da non dover ammettere alla cittadinanza, piuttosto che un umile quanto nobile riconoscimento di un’errata valutazione.
Concordo caro Stefano, fra le decisioni politiche e amministrative e le opinioni pubbliche destinate a subirle si sta creando un crescente abisso. Che non deve però indurci alla passiva rassegnazione. Loro parlano col loro ostinato silenzio. Noi parliamo con le nostre ragionate ragioni. Grazie.
Concordo pienamente