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A proposito di funghi, rispetto e distruzione dell’ambiente

29 Dicembre 2022

Stefano Araldi riesce sempre a sorprendermi. Non sono mai stato un buon raccoglitore di funghi ma in un lontano passato raccolsi il suggerimento di un amico, tale Bruno Cetto di cui conservo il regalo autografo dell’edizione in 5 volumi de “il 1000 funghi” (persona sicuramente conosciuta fra i fungaioli più esperti), che diceva che per non morire o per non star male bisogna sempre raccogliere le specie di funghi che si conoscono. Così io ho continuato per decenni a raccogliere finferli, mazze di tamburo (ottima la cappella impanata), russole a cui rimuovere la cuticola e, naturalmente, nelle condizioni particolarmente fortunate, la specie edulus del boleto.

Non so se ciò che segue sia un suggerimento utile a questo blog, che è abituato a riportare ben altro, ma lo stesso Cetto aveva dimostrato che la disubbidienza verso la natura in qualche caso può portare a risultati sorprendenti. Così, l’amanita muscaria privata della sua cuticola e lasciata macerare al sole estivo per 20 giorni, perde le sue note proprietà venefiche per denaturazione proteica e di seguito può essere utilizzata a mò di tartufo per insaporire i risotti. Se sono qui a riportarlo è perché sono ancora vivo… il rispetto per la natura è fondamentale per una perfetta convivenza sul nostro pianeta. Forse in futuro dovremo adattarci a scenari diversi da quelli consueti con risvolti darwiniani. Forse, come dice Ada, nella nostra pianura a forza di costruire non ci sarà più posto per i funghi. Troveremo spazio per altre passioni.

 

Fernando Cirillo

Una risposta

  1. ti ringrazio per quello che hai scritto, anche se non pienamente condiviso. Spunto molto importante ed interessante il tuo per un ulteriore mio successivo approfondimento

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