Ha vinto Crema. Ha perso Cremona. Ha vinto Caio, ha perso Sempronio. O viceversa. In guerra si contano morti e feriti da entrambi le parti. Al termine restano le macerie.
Nella nostra provincia la politica è scontro. Senza clamori, ma con troppe ferite difficili da rimarginare.
Non pugno di ferro in guanto di velluto, ma gioco delle tre carte. Polemiche da quattro soldi. Guerriglia logorante. Sotterranea. Sterile. Brodo di coltura per astio, risentimenti non sopiti e smanie di rivincita.
La dialettica è oggetto misterioso. Senza scomodare Hegel, anche il confronto è sconosciuto. Scarseggiano generali e diplomatici. I Garibaldi e i Cavour. I Montgomery e gli Adenauer e il paragone è già un sacrilegio. Abbondano i don Rodrigo e gli Azzeccagarbugli. Invece della corte imperiale, la corte dei miracoli.
La politica locale non cerca l’accordo, ma la spartizione. Spesso la prevaricazione. Privilegia i muscoli e finge il dialogo. Non lesina pacche sulle spalle, complimenti, caramelle al miele. Rosolio. Sotto il tavolo nasconde i coltelli. Esercita la furbizia, ma preferisce il latte di capra a quello di volpe.
Parsimoniosa, usa il cervello con moderazione. Il troppo stroppia. Disturba la quiete. Sballa gli equilibri. Per un dispetto al contendente non disdegna il taglio dei propri ammennicoli.
Gli interlocutori sono avversari. L’ascolto è perdita di tempo. Chi non salta, balla con i lupi.
Così la nostra provincia rimane al palo. Calimero, pulcino brutto e nero. Quelle limitrofi corrono. Mantova insegna.
Il territorio perde, ma s’illude di avere vinto. Pirro è modello di riferimento. La politica e i partiti vendono Lgh ad A2A. Partnership, strombazzano i mercanti locali. Bingo. Abbiamo impalmato un’ereditiera. La narrazione di regime si adegua. Partnership, un paio di palle.
Pochi mesi dopo il presunto matrimonio, sul suo sito ufficiale, la multiutility bresciana-milanese pubblica: «Comunichiamo a utenti, clienti e fornitori che a partire dal 1/1/2022 il sito www.lgh.it non è più attivo a seguito della fusione di Linea Group Holding S.p.A in A2A S.p.A» (Cremonasera, 5 gennaio 2022).
Addio sogni di gloria. Evviva la verità che, more solito, fa male. Ma nessuno si lamenta.
Gli stranieri si sono presi tutto. Ai cremonesi non hanno lasciato neppure le mutande e l’11 febbraio scorso i nuovi arrivati sono entrati in pompa magna nel gotha dei potenti, o presunti tali, del territorio. Gotha di gente spiccia. Di signori che non chiedono. Impongono. Che i politici consultano, invece di essere consultati. Che non si muove foglia se loro non vogliono. Quell’11 febbraio si celebravano i 75 anni del quotidiano La Provincia. Sul palco di CremonaFiere a dibattere di Informazione e sviluppo territoriale, quale futuro tra locale e globale, c’era anche Renato Mazzoncini. Amministratore delegato di A2A, ingegnere, autorità riconosciuta su mobilità ed energia, il top manager non risulta essere un esperto di giornali locali. Non è l’erede di Umberto Eco, pazienza. Però è al vertice di un’azienda che non lesina in pubblicità a testate nazionali e locali. Peculiarità che basta e avanza per garantire la patente di mass mediologo anche a un supertecnico specializzato in ferrovie ed energia. A onore del vero Mazzoncini non ha sfigurato. Ha svolto il compitino con diligenza e incassato il pass per la transizione, non ecologica, di A2A. Da ricca forestiera a riverita e vezzeggiata componente del salotto buono provinciale. E, in un domani assai prossimo, protagonista assoluta. Sul buono si potrebbe aprire una discussione. Ma sarebbe tempo sprecato. Il messaggio arrivato dal palco di CremonaFiere è stato forte e preciso. Inconfutabile. Il territorio si è arricchito di un padrone. Probabilmente i cittadini se ne sono già accorti. La politica pure, ma tace. La ricreazione è finita.
Biometano e Area Omogenea sono esempi paradigmatici delle difficolta di comunicazione e di dialogo tra amministratori pubblici e cittadini. Ma anche tra istituzioni. Esempi della prevalenza dello scontro sul dibattito, le due vicende non hanno giovato alla coesione del territorio. Un po’ di buona volontà e un pizzico di umiltà avrebbero evitato contrasti e duelli. Un passo indietro dei protagonisti e l’incendio si sarebbe spento sul nascere. Ma nessuno si è spostato. Tutti fermi al proprio posto.
Per l’impianto di biometano previsto da A2A in via Bosco il copione ricalca quello della maggioranza dei progetti di insediamenti privati e pubblici con forte impatto sull’ambiente. All’inizio il procedimento fila via liscio, sotto traccia. Poi un’associazione, un amministratore pubblico, un qualsiasi cittadino solleva in maniera decisa e autorevole la questione ambientale. Pone domande. Evidenzia criticità. Si innesca un effetto domino. La richiesta di delucidazioni diventa tsunami. La politica impreparata e tremebonda vacilla. Superficiale, difende ad oltranza il proprio agire. Sottovaluta e giustifica le manchevolezze segnalate. Innesca il braccio di ferro con i cittadini troppo pignoli che passano nella categoria dei contestatori. Inizia una battaglia a colpi di comunicati e azioni di protesta.
L’avventura del biometano non si scosta molto dallo schema descritto. Viene presentata la domanda per la costruzione dell’impianto. La pratica si mette in cammino. Il percorso procede tranquillo. Poi Michel Marchi, sindaco di Gerre de Caprioli, pone il problema. Controlla i puntini sulle i. Fratelli d’Italia e Forza Italia cavalcano l’onda. Rifondazione, un diesel, parte piano, recupera e si arruola al fianco dei San Tommaso che sollecitano spiegazioni. I cinque stelle, più verdi dei verdi, addentato l’osso, non lo mollano.
Il Pd, che sull’operazione ha messo l’imprimatur con la certezza di prendersi un nove in pagella per sensibilità ecologica e lungimiranza amministrativa, spiazzato e privo di bussola, confuso e pasticcione arranca. Il sindaco Marchi organizza un’assemblea in palestra a Gerre. Partecipano circa 250 cittadini (Cremonasera, 20 aprile) (nella foto centrale). Presenti amministratori e politici. Assente Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona. Perde un’occasione per depotenziare lo scontro e accrescere la stima dei cittadini nei suoi confronti. Il coraggio sarebbe stato apprezzato. Nasce il Comitato BiometaNO.
Galimberti risponde a un’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia, primo firmatario Roberto Chiodelli. Snocciola un elenco burocratico e anodino di date e di adempimenti svolti dal Comune. Dalla sua relazione (Vittorianozanolli.it, 21 aprile) non si evince un effettivo, ampio e condiviso coinvolgimento dei residenti nella zona interessata all’impianto.
A2A molto sveglia, vista l’aria che tira, con tempismo perfetto chiede lei stessa la valutazione di impatto ambientale (Via). Mossa giusta, che Comune capoluogo e provincia, meno svegli, hanno tenuto nel cassetto. Gli impianti di biometano godono di incentivi europei a fondo perduto. Con un po’ di demagogia si potrebbe sostenere che i cittadini contribuiscono a pagarli. Chissà se quello previsto in via Bosco gode di questa agevolazione. Un dato è certo l’insediamento sarà accompagnato da interventi di compensazione ambientale, ammissione palese che il territorio sarà violato. La storia continua.
Sull’Area omogenea cremasca è scoppiato un contenzioso tra i Comuni in riva al Serio e la provincia per il rinvio del riconoscimento dell’Area omogenea stessa. La querelle è rientrata. Identificare ora vincitori e vinti non ha senso. Il contrasto non doveva nascere. Lo spettacolo non è stato esaltante. Punto e fine della storia. Archiviare lo scazzo e andare oltre è un imperativo. Lo esigono serietà e coerenza.
«Un territorio unito è più forte», recita lo slogan dei Comuni cremaschi. Lavorare per questo obiettivo è un obbligo verso i cittadini e il territorio.
«L’Area omogenea è utile e positiva. Il suo compito è quello di coesione e di accompagnamento nelle scelte. Personalmente auspico che anche il Cremonese e il Casalasco istituiscano delle Aree omogenee; sarebbe un buon contributo al governo della provincia. Non sminuiscono nulla, aiutano soltanto a crescere. Non vedo contrapposizioni» (La Provincia, 20 aprile). Parole di Luciano Pizzetti, figura storica del Pd. Pleonastico aggiungere una virgola.
La politica locale decida cosa fare da grande. Se riuscirà nell’intento, la carenza di generali e diplomatici di serie A avrà un’importanza relativa per lo sviluppo del territorio. Anche con quelli di serie B, ma disposti al dialogo e al sacrificio per il bene comune, la provincia di Cremona uscirà dal ghetto in cui si è cacciata. Con la cucina povera si possono preparare piatti dignitosi. Incrociamo le dita.
Antonio Grassi
Una risposta
Pleonastico dire che l’analisi è puntualissima e precede ogni commento
Nessuna osservszione è gratuita.
Non si può non osservare che una pesante “voluntas moriendi” aleggia sulla Città. Cremona da troppo tempo si è lasciata colonizzare
Certamente la speranza è l’ultima a morire, ma si fa sempre più fienile