Sono otto i comuni cremonesi interessati dalla vendita da parte di A2A delle reti della distribuzione del gas:
- Gabbioneta-Binanuova,
- Genivolta,
- Grontardo,
- Ostiano,
- Pescarolo ed Uniti,
- Pessina Cremonese,
- Pozzaglio,
- Torre de’ Picenardi.
Italgas, Ascopiave, Iren e Acea interessate agli asset della multiutility lombarda. In vendita gli atem di Unareti, escluse Milano e Brescia. Sono distribuiti in sette regioni tra Nord e Centro-Sud. Rab vicina ai 100 mln di euro. Le prime offerte arrivano dopo l’ estate. Le grandi utilities sono pronte a darsi battaglia per le reti del gas (extra Milano e Brescia) che A2A ha deciso di mettere in vendita. Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, alla finestra vi sarebbe infatti già un nutrito numero di operatori interessati a entrare in possesso degli asset della multiutility dei Comuni di Milano e Brescia, tra cui spiccherebbero in particolare Ascopiave, Iren e Acea, oltre Italgas, le cui intenzioni di partecipare al processo competitivo erano state esternate dall’ amministratore delegato Paolo Gallo in occasione della presentazione dei conti del primo semestre. Il processo è però ancora alle battute iniziali, essendo le prime manifestazioni di interesse arrivate sul tavolo dell’ advisor Rothschild subito dopo l’ estate. E anche per questo motivo, secondo attenti osservatori, il deal richiamerà molti altri player del settore, tra cui bisognerà valutare la posizione di 2i Rete Gas (per eventuali limiti antitrust), interessati agli asset di Unareti, che per l’ occasione verranno racchiusi in una newco, la cui Rab (Regulatory Asset Base) dovrebbe sfiorare i 100 milioni di euro. Il pacchetto in questione consta di una serie di Atem (ambiti territoriali minimi) distribuiti lungo sette regioni italiane. Nella regione di riferimento, la Lombardia, oltre le province di Milano e Brescia (escluse dal processo), la multiutility guidata dal ceo Renato Mazzoncini è presente nella distribuzione gas nella provincia di Bergamo (in cui serve 9 Comuni su 326), Cremona (8 su 233), Lodi (3 su 62) e Pavia (7 su 277). Guardando invece al resto d’ Italia, la controllata Unareti è presente in Piemonte ( in provincia di Alessandria), in Emilia-Romagna ( 5 Comuni in provincia di Piacenza), in Trentino-Alto Adige ( 2 Comuni in provincia di Trento). Nel centro-sud, invece, è presente in Abruzzo, dove opera in 39 Comuni in provincia di Chieti, in Molise, in cui serve il Comune di Petacciato, in provincia di Campobasso, e quello di Belmonte del Sannio, in provincia di Isernia, e infine in Campania, in cui serve il Comune di Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno. Per A2A, tale scelta risponde alla voglia di focalizzarsi sempre più sul percorso teso alla transizione energetica, così come delineato nel piano decennale varato a inizio anno. Una strada che richiede, evidentemente, anche il ripensamento del perimetro del gruppo con la cessione di asset ritenuti minoritari, proprio come questi atem, in cui la collocazione del gruppo risulta abbastanza marginale, rispetto invece alle aree di Milano e Brescia, quelle di riferimento per il gruppo. Lo stesso, dunque, di quanto spiegato dallo stesso Mazzoncini, in occasione della conference call di commento ai conti del primo semestre 2021 lo scorso 30 luglio. Inoltre, la municipalizzata non è nuova alla rivisitazione della strategia nelle reti di distribuzione del gas. Già a fine gennaio 2020, per esempio, A2A aveva finalizzato l’ accordo stretto con Italgas per la cessione a quest’ ultima le attività di distribuzione del gas naturale gestite in sette comuni appartenenti all’ ambito territoriale minimo (atem) Alessandria 4, cedendo a sua volta le attività di teleriscaldamento gestite nel comune di Cologno Monzese (Milano). E chissà se proprio un’ offerta di scambio di asset potrà essere gradita.