Una donna sanguigna con tante idee, profondamente rispettosa del prossimo, impegnata sui temi della parità di genere e sui diritti dei più deboli. Così Gian Carlo Corada, presidente dell’Amministrazione provinciale di Cremona per tre mandati e poi sindaco del capoluogo dal 2004 al 2009 ricorda Caterina Ruggeri, morta oggi a 70 anni, che lui volle accanto a sè in giunta comunale. Le affidò la responsabilità della polizia locale e delle periferie. Su quest’ultima delega e sul tema della microcriminalità cittadina si scatenarono polemiche, spesso eccessive e strumentali, che l’allora assessore non cercava ma alla quali non si sottraeva. Caterina Ruggeri era stata in precedenza assessore quando sindaco era Paolo Bodini. Socialista della prima ora, aveva iniziato la sua militanza politica ai tempi di Renzo Zaffanella, sindaco di Cremona dal 1980 al 1990 e precedentemente deputato. Nell’ultimo periodo della sua carriera, Caterina aveva aderito al Pd. Terminata l’esperienza amministrativa nella giunta Corada, era stata rieletta in consiglio comunale e dai banchi dell’opposizione tra il 2009 e il 2014, sindaco Oreste Perri, aveva continuato a impegnarsi sulle tematiche a lei care. Terminata quell’esperienza si era allontanata dalla scena politica per dedicarsi totalmente al marito, il pittore Cornelio Bertazzoli, scomparso il l19 aprile 2015. ‘Aveva un cuore grande – ricorda commosso Corada – che le aveva dato la forza di assisterlo e poi nel rendere onore alla sua memoria. Aveva allestito una mostra postuma e infine si era ritirata a vita privata in un casale sui colli piacentini finché la malattia non l’ha aggredita. Era tristissimo incontrarla quando ormai era ricoverata e non conosceva più le persone’. Era sola, non avendo figli né parenti. Ed è morta sola, in una casa di riposo. Le esequie funebri si celebreranno alle 10 di sabato 26 marzo nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano.