Costruttore, imprenditore edile, figura politica di spicco della Prima Repubblica: questo e molto altro per tutte le persone che l’hanno conosciuto, gli sono state vicine e gli hanno voluto bene era e resterà Vittorio Frosi. A 88 anni ha terminato la sua vita terrena nel reparto di Pneumologia dell’ospedale maggiore di Cremona dove era stato ricoverato in settimana perché faticava a respirare. Anche se i problemi cardiaci e polmonari complicavano il quadro clinico, nulla lasciava presagire il decesso sopraggiunto in seguito al blocco renale e a quello polmonare durante il ricovero. Vittorio Frosi lascia la moglie Annamaria, per tutti Pupa o Pupina, i figli Paola, Roberto e Paolo e la sorella Emanuela.
Aveva iniziato l’attività nel settore edile nel 1957 alla morte del padre Erminio, costruttore per conto terzi. I Frosi, insieme con la famiglia Buschini, hanno ‘firmato’, tra le opere più significative, la realizzazione del Palazzo dell’Arte, progettato dall’architetto Carlo Cocchia, e della chiesa di Sant’Ambrogio. Nel ’57 Vittorio inizia a lavorare con la sua impresa e contribuisce allo sviluppo dell’edilizia residenziale di Cremona negli anni del boom economico. Vengono eseguite dalla ditta Frosi la prima ristrutturazione della Casa di Bianco e quella del Bar Giardino. Seguono le realizzazioni dei condomini al quartiere Zaist, a San Felice, di molti palazzi in via Gaspare Pedone, in via Primo Maggio, in via Massarotti, via Ghinaglia, via Geromini, via Faerno. Frosi ha fatto parte dell’associazione di imprese per la ristrutturazione del teatro Politeama e ha costruito l’autosilo di via Antico Rodano. Ha costruito numerose abitazioni anche a Ponte di Legno e al Tonale. L’ultimo intervento come impresa è stato la costruzione del condominio situato davanti alla caserma della Guardia di finanza in via Zara, dopodiché la famiglia Frosi, Vittorio affiancato dal figlio Roberto, è tornata alle origini operando come ditta costruttrice e non più come immobiliare.
Significativo anche l’impegno di Vittorio Frosi in campo politico. Esponente del Psdi, eletto consigliere comunale nel 1970, riceve dal sindaco Emilio Zanoni l’incarico di assessore alla Polizia municipale. Rieletto in consiglio comunale nel ’75, si dimette prima del termine del mandato dopo avere fatto parte del consiglio dell’ospedale maggiore di Cremona.
Rotariano a Milano, fondatore degli Amici della Cucina Cremonese e del Trait d’Union era cavaliere della Repubblica.
Il funerale sarà celebrato mercoledì 15 novembre alle 10 nella chiesa di Sant’Agata.
6 risposte
Ricordo l’amico Vittorio Frosi con molta simpatia. Era molto amico di
Giancarlo Corrada, mio marito scomparso il 7 aprile 2020. Porgo alla cara Pupa e a tutta la famiglia le mie condoglianze con tutto il mio cuore
Maria Luisa Boschetti Corrada
Ho un antico ricordo, nella mia fanciullezza, di Vittorio e della sua famiglia e del legame con i miei genitori. Condoglianze di cuore ad Annamaria, Paola, Roberto, Paolo, Emanuela e famiglie
Grazie Maria Pia, ho uno splendido ricordo pure io di te e della tua famiglia. Grazie di cuore da tutti noi.
Ricordo il ben giustificato orgoglio con il quale Vittorio Frosi amava precisare che l’impresa costruttrice del Palazzo dell’Arte (oggi Museo del Violino) era stata l’impresa Frosi e Buschini, alzando la voce nel pronunciare il primo cognome. Come assessore ricordo che a lui (complici l’arch. Galetti e il geom. Martinelli) vanno attribuiti i primi esperimenti di isola pedonale nel cuore del centro storico cittadino. Non tutte le operazioni edilizie alle quali si dedicò nella sua lunga attività di imprenditore sono meritevoli di citazione ma, soprattutto negli ultimi tempi, mi pare che avesse significativamente migliorato la qualità dei suoi prodotti. Personalmente avevo in particolare apprezzato una sua costruzione un via Larga e mi ero ripromesso di congratularmi con lui non appena mi fosse capitato di incontrarlo, circostanza che, purtroppo, non si verificò mai. Lo faccio ora, sperando che la cosa possa far piacere almeno ai suoi familiari.
Signora Boschetti, sono Paola, la figlia di Vittorio. La ringrazio molto per le sue parole.
Se non erro ci siamo sentite recentemente al telefono . Purtroppo non riusciamo ad accedere alla rubrica telefonica di papà , spero mi legga qui. Ho tentato di contattarla questa mattina all’azienda di suo marito e mi hanno giustamente richiesto una mail, in cui Le ho lasciato i nostri contatti. Grazie di cuore.
Si, ci fa molto piacere. La ringrazio. – Paola Frosi. (Sono la figlia)