E’ morto oggi all’ospedale di Crema il giornalista Aldo Parati. Aveva 81 anni e abitava a Camisano. Lascia la moglie e due figlie, l’una avvocato, l’altra medico. Parati è stato lo storico responsabile della redazione di Crema del giornale La Provincia quando l’allora direttore Francesco Tartara lo assunse e lo nominò caposervizio affidandogli il compito di organizzare la sede cremasca del quotidiano. Era stato operato nei mesi scorsi a Brescia e di nuovo operato. Quando sembrava che le sue condizioni migliorassero era stato trasferito a Crema dove la situazione è precipitata sino al decesso odierno. Da giovedì pomeriggio 13 ottobre a casa Parati, in via Marchesini 1 a Camisano, sarà allestita la camera artdente. Il fnuerale sarà celebrato sabato 15 ottobre alle 10 nella chiesa parrocchiale di Camisano.
Pubblichiamo il ricordo dell’ex collega Antonio Grassi che al pensionamento di Parati assunse la responsabilità della redazione di Crema.
Aldo Parati era un uomo leale e di parola. Mi ha accolto nella redazione di Crema del quotidiano La Provincia il giorno che ho iniziato il mio percorso di giornalista professionista. Abbiamo lavorato insieme per oltre dieci anni fino alla sua pensione. Era gentile e disponibile. Era un signore. Giornalista rigoroso ed equilibrato, rispettoso dei colleghi e dei collaboratori, sapeva mediare e ricucire gli strappi. Responsabile della redazione di Crema, era un maestro a stemperare le tensioni. Era riservato. La notizia aveva la priorità su tutto, ma prima di pubblicarla pretendeva una verifica ferrea della sua autenticità. Non bastava una fonte più che attendibile per finire in pagina. Serviva almeno una convalida da un altro soggetto. Per quelle potenzialmente causa di contestazioni, proteste, malumori da parte di politici, pubblici amministratori, lettori ipercritici, ne richiedeva due. Se arrivavano le conferme dell’autenticità dell’informazione non esitava a pubblicarla. Era un professionista esemplare. Non condivideva il giornalismo improvvisato. Quello di una stampa ‘spontaneistica’ durata talvolta lo spazio di una generosa illusione», come aveva scritto in un suo lungo e articolato intervento pubblicato su Ipotesi 80 (aprile 81). Non inseguiva lo scoop in modo ossessivo. Rispettoso delle persone, privilegiava un’informazione pacata a quella gridata. Sosteneva che una buona notizia se è tale viene letta anche se il titolo non è strillato e non
occupa tutta la pagina.
Con lui è nata la redazione di Crema de La Provincia. Il suo sogno era la completa autonomia da Cremona. Non si è avverato. Legato al proprio territorio, conosceva persone e tradizioni e la sua Provincia rispecchiava questo spirito. Amava il teatro, la storia. La cultura in senso lato. Ha scritto libri e collaborato con il Centro Ricerca Alfredo Galmozzi.
Intellettuale prestato al giornalismo, non era pedante e non risparmiava battute fulminanti. Credeva nei giovani e alcuni dei giornalisti oggi in attività sono cresciuti alla sua scuola. Li
aiutava e insegnava loro i segreti del mestiere. Li valorizzava. E’ stato un collega prezioso e leale. Da lui ho appreso l’importanza di ascoltare la versione di tutti i soggetti coinvolti in un articolo, di non dare nulla per scontato e molto altro. Gli sono grato per avere accettato di pubblicare dei miei pezzi non in perfetta sintonia con il suo stile sobrio e misurato. L’ho ammirato per non avermi contrastato in alcune campagne giornalistiche schierate, poco congeniali al tipo di giornalismo che prediligeva.
Era legato alla moglie Mariuccia e alle due figlie Micol e Mara e la famiglia rappresentava per lui un punto di riferimento imprescindibile.
Per me è stato un esempio. Gli sono debitore. Provo un grande dolore.
Riposa in pace, Aldo.
Antonio Grassi
Una risposta
Lo conoscevo bene. Un gran signore. È stato il miglior Presidente dell’Aler. Lo ricordo con commozione ed affetto.❤