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AEB ad A2A senza gara, 6 richieste di rinvio a giudizio.

23 Novembre 2023

La Procura della Repubblica di Monza, mediante comunicato stampa firmato dal procuratore Claudio Gittardi  e diffuso ieri, rende noto che in data 13 novembre 2023, dopo la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini intervenuta nel luglio scorso, ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio di Loredana Bracchitta, presidente del consiglio d’amministrazione di AEB (Ambiente Energia Brianza), società partecipata al 54 per cento dal Comune di Seregno e per la parte rimanente da altri Comuni della provincia di Monza e della Brianza. Oltre a Bracchitta, sono stati raggiunti dal medesimo provvedimento  il sindaco Alberto Rossi, l’assessore alle Partecipate Giuseppe Borgonovo, il segretario generale Alfredo Ricciardi, il presidente di A2A Giovanni Valotti e Pierluigi Troncatti, partner di Roland Berger. L’indagine è stata svolta dai sostituiti Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio.

”Al fine di condizionare la scelta del contraente e favorire la società A2A” sono accusati di ”avere turbato il procedimento amministrativo relativo all’operazione di integrazione societaria e industriale con AEB, che si è concluso il 20 aprile 2020 con la delibera del consiglio comunale di Seregno a favore di A2A con collusioni e mezzi fraudolenti consistiti per Bracchitta, Valotti e Troncatti in un accordo predefinito tra Bracchitta, Valotti e Troncatti circa il mancato ricorso alla prevista procedura ad evidenza pubblica e nella manipolazione dei dati di concambio degli assets di A2A”.

Secondo la Procura di Monza, sarebbe stata prospettata  una infungibilità  della cessione del controllo di AEB, ”infungibilità derivante da scenari di crescita e sviluppo del gruppo AEB ”che non si sarebbero conseguiti attraverso l’aggregazione con altri operatori, rappresentazione in realtà artefatta”. Tutto ciò ”per giustificare la procedura di scelta del contraente senza evidenza pubblica, adottando pertanto la delibera citata e celando al consiglio d’amministrazione di AEB la documentazione tecnica necessaria per valutare la valorizzazione degli assets delle due società finalizzata al concambio”.

”Rossi e Borgonovo – prosegue la nota della Procura – sono accusati di avere supinamente recepito tutte le indicazioni provenienti dai coimputati, intese a escludere la gara pubblica per l’integrazione delle due società violando il Testo unico in materia di società a partecipane pubblica, fraudolentemente impedendo all’opposizione in sede di consiglio comunale di Seregno di conoscere tutta la documentazione relativa sia alla valorizzazione degli asset sia alla procedura da adottare, tanto da determinare l’intervento del Tar che con la pronuncia del 15 febbraio 2021 ha annullato la delibera stessa, imponendo al Comune di Seregno l’esibizione e il deposito della documentazione ricevuta da AEB nonché il verbale della seduta straordinaria e segreta del consiglio comunale del 27 aprile 2021”.  Inoltre ”nonostante le pronunce del Tar, del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione avrebbero mantenuto in essere quanto già illegittimamente deliberato circa l’integrazione societarie e industriale, omettendo di procedere con la prevista e legittima evidenza pubblica”.

E’ bene ricordare che anche AEM, Azienda Energetica Municipalizzata di Cremona, è stata aggregata ad A2A senza evidenza pubblica, cioè senza gara, sulla base di motivazioni analoghe a quelle espresse nella delibera adottata dal consiglio comunale di Seregno. 

Rossi è accusato inoltre ”di essere intervenuto su sollecitazione della Bracchitta presso il Comune di Bovisio Masciago tramite il segretario provinciale del Pd Luigi Ponti, al fine di eliminare dall’ordine del giorno del consiglio comunale del 28 novembre 2019 qualsiasi riferimento all’adozione dell’evidenza pubblica con riguardo alla più volte citata integrazione societaria. Ricciardi è accusato di avere avallato ”la procedura illegittima adottata come sopra descritto in data 14 aprile 2020 con parere favorevole del segretario generale”.

Secondo la Procura della Repubblica, tutto ciò sarebbe stato fatto ”al fine di condizionare la scelta del contraente per realizzare un’integrazione societaria e industriale al solo scopo di favorire la società A2A con le seguenti modalità: sopravvalutazione degli assets di A2A al fine di attribuire ad A2A valori di concambio superiori a quelli diversamente ottenibili attraverso una valutazione conforme alla realtà oggetto d’esame, con conseguente impatto anche sulla misura dei dividendi futuri, a beneficio di A2A, con un danno complessivo per AEB pari a una somma non inferiore a 60 milioni di euro, nonché attraverso l’omessa valorizzazione di un premio di maggioranza a favore di AEB di entità non inferiore a 5-7 milioni di euro”.

Bracchitta e Troncatti sono accusati ”di avere, in concorso tra loro e allo scopo di condizionare la scelta del contraente e favorire Roland Berger, turbato la procedura negoziata relativa alla scelta dell’advisor industriale con collusioni e mezzi fraudolenti”. Sono accusati anche ”di avere pilotato la procedura negoziata per favorire l’incarico alla Roland Berger, peraltro soggetto già destinatario di due precedenti affidamenti diretti” pagati complessivamente 60mila euro ”nonché di un terzo incarico per un importo di 35mila euro, formalmente non affidato alla società Roland Berger, ma di fatto dalla stessa società svolto e remunerato”.  Bracchitta e Troncatti sono inoltre accusati di ”avere concordato il perimetro dell’incarico di advisor industriale, ritagliando l’invito in base ai desiderata di Troncatti e di avere invitato cinque società, di cui due prive di requisiti con modalità (invito nel periodo natalizio con decorrenza di 10 giorni dal 17 dicembre 2019) tali da rendere la società Roland Berger quale unico destinatario dell’assegnazione dell’incarico”.

Il 17 dicembre 2019 venivano trasmessi gli inviti relativi alla gara, il 27 dicembre successivo veniva chiusa la gara e il 30 dicembre, cioè tre giorni dopo, veniva assegnato l’incarico. 

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2 risposte

  1. So di toccare un tasto delicato, ma mi chiedo perché a Cremona la magistratura non è ancora intervenuta al contrario di ciò che è avvenuto a Monza.

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