E’ botta e risposta tra il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Luca Nolli sulle possibili conseguenze della sentenza della Corte di giustizia europea che giudica illegittimo il conferimento dei servizi pubblici ai privati attraverso una vendita di società. Servizi quali il trasporto pubblico, l’acqua e i rifiuti, devono restare nel controllo delle istituzioni e degli enti che rappresentano la collettività. Galimberti ha dato a Nolli spiegazioni in punta di diritto ma che non entrano nel merito della questione. Oggi l’esponente pentastellato replica con una nota che riporta alla sostanza del problema e che ripropone la possibilità che il Comune sia chiamato a rispondere di danno erariale. Ecco il testo della replica di Luca Nolli.
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‘Ieri 17 agosto dopo quasi tre mesi di attesa e giusto nella settimana di ferragosto quando buona parte dei cremonesi è distratta dalle ferie il Comune di Cremona mi ha fatto l’onore di una risposta alla mia interrogazione presentata in data 27 maggio in riferimento alla sentenza del 12 maggio 2022 in cui la Corte di giustizia europea (quarta sezione) ha dichiarato:
“La direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa o a una prassi nazionale in forza della quale l’esecuzione di un appalto pubblico, aggiudicato inizialmente, senza gara, ad un ente «in house», sul quale l’amministrazione aggiudicatrice esercitava, congiuntamente, un controllo analogo a quello che esercita sui propri servizi, sia proseguita automaticamente dall’operatore economico che ha acquisito detto ente, al termine di una procedura di gara, qualora detta amministrazione aggiudicatrice non disponga di un simile controllo su tale operatore e non detenga alcuna partecipazione nel suo capitale”.
La risposta in “avvocatese” pervenutami ieri fa leva sulla terminologia dell’ente “in house”.
Per ente in house si intende un ente che costituisce una longa manus dell’amministrazione, un’estensione tramite cui essa produce beni e servizi pubblici. (fonte: https://www.dirittoconsenso.it/2021/09/27/cosa-sono-le-societa-in-house/ )
Nella risposta portatami si esclude che Lgh possa appartenere a questa categoria e che quindi la sentenza della Corte europea non li riguarda. Non posso far altro che prendere atto Di questa “definizione”.
A questo punto rimaniamo fiduciosi che presto la Corte dei Conti comunichi le proprie conclusioni in merito all’eventuale danno erariale causato dalla svendita di Aem.
È stata un’operazione che l’Autorità nazionale anti corruzione ha definito illegittima per il non rispetto delle regole sulla concorrenza.
Anche l’Unione Europea si è espressa attraverso la Corte di giustizia, stroncando il principio di queste operazioni. Ora ci aspettiamo che le sentenze vengano applicate. Se qualcuno ha creato un danno alla collettività ne risponda.
Una cosa è chiara indipendentemente dal fatto che Lgh possa essere considerata o meno ente “in house”: sono stati ceduti servizi fondamentali e di pubblica autorità e sono emersi dubbi sulla regolarità di tale operazione compiuta dalla stessa classe politica che ora vuol farci credere di essere competente e affidabile. Dubbi e irregolarità sono emersi perché il Movimento 5 stelle ha denunciato e ha fatto esposti. Tutti gli altri si sono limitati a commentare con comunicati stampa senza mai agire.
Mai come ora è importante che i cittadini aprano gli occhi su chi ha fatto di tutto per tutelarne i diritti’.
Interrogazione presenta il 27 maggio
Risposta del Comune all’Interrogazione