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Affollato corteo variopinto in centro al Cremona Pride 2024

6 Luglio 2024

”Il Pride è tornato a Cremona per dare alle persone LGBT+ l’occasione di celebrare la propria esistenza, troppo spesso messa in discussione e osteggiata. Torna per mostrare con entusiasmo e orgoglio il pluralismo delle esistenze e dei diritti connessi all’autodeterminazione degli individui”. Così spiegano gli organizzatori della manifestazione che si è svolta nel pomeriggio odierno per le vie del centro storico. E aggiungono: ”Il Pride torna a Cremona per dare la possibilità di riappropriarsi delle stesse strade nelle quali, ogni giorno, si cammina col timore del giudizio. Il Pride torna per mostrare le esistenze, ampliare la percezione e abbattere gli steccati ideologici dell’odio e della discriminazione. Il Pride torna a Cremona perché “un posto nel mondo” tanti di noi hanno deciso di prenderselo con la prima Parata del 2022 e di lottare per tenerselo stretto, perché nessuna ideologia può promuovere una società dove vivono cittadinə di serie A che godono di pienezza di diritti e cittadini di serie B discriminati e privati della possibilità di autodeterminarsi pienamente. Il Pride torna affinché Cremona non sia più un territorio che finge di non vedere la sua cittadinanza LGBT+; affinché non si verifichino più episodi di esclusione da spazi e servizi per timore, pregiudizio o mancanza di consapevolezza, contribuendo a creare un ambiente di ostilità che porta tanti cremonesi ad andarsene via dalla propria città e dai propri affetti. La politica, sia a livello locale che nazionale, deve accogliere le istanze della comunità LGBT+ poiché non farlo lede, di fatto, la concezione stessa di Stato di Diritto. Il Pride torna a Cremona per dare l’opportunità di tenere la mano della persona amata protetti da commenti di scherno e possibili episodi di violenza. Il Pride torna per i ragazzi aggrediti a Casalmaggiore nel 2023, colpevoli solamente di passeggiare mano nella mano. Il Pride torna a Cremona per tenere alta l’attenzione sulla causa, in un’Italia che ha scelto di arretrare sui diritti civili, bocciando leggi contro l’omo*transfobia, perseguitando legalmente le famiglie arcobaleno, strizzando l’occhio a chi nega la realtà dell’omofobia e a chi ancora criminalizza le esistenze LGBT+”.

Il corteo si è snodato lungo un percorso ad anello partito e finito sempre nello stesso punto, piazza Stradivari.

Sotto il video di Betty Poli col sindaco Andrea Virgilio in corteo

 

 

 

6 risposte

  1. La foto che mi è piaciuta di più è quella dell’uomo (?) con le calze a rete. La frase più intelligente invece “meglio froci che fascisti”.

    1. Se riuscissimo finalmente a guardare oltre le calze a rete sia che a portarle sia un uomo o una donna, forse ci daremmo modo di vedere la persona, quella che non riusciamo a vedere perchè la ingabbiamo nella maschera del vestito, rigorosamente di genere, e lì ci fermiamo. Il clichè rassicura chi ha paura di misurarsi con la realtà nella sua ricchezza di libere sfaccettature. E’ di questa libertà che aveva (e ha paura) il fascismo, che ha ingabbiato in rigidi schemi di genere la vita privata di uomini e donne e in corporazioni altrettanto rigide le attività produttive censurando con violenza le voci e i moti di libertà. C’è un modo fascista di guardare il mondo e c’è un modo che è garanzia di libertà. Ma per questa bisogna aver coraggio.

      1. E comunque, premesso che in generale io apprezzo molto quello che scrive e come lo scrive, anche lei male interpretando il mio pensiero, è caduta nel pregiudizio omofobico perché quando io scrivo la più bella intendo la più significativa in tema di libertà e fluidità di genere che è quella principalmente sostenuta, rispetto a tante bandiere o striscioni che lasciano il tempo che trovano.

      2. E poi mi consenta,le contraddizioni della realtà rispetto a quello che dice sono palesi: “Se riuscissimo finalmente a guardare oltre le calze a rete..” scrive. Puro ideologismo poco illuminato perché allora dovrebbe spiegarmi per quale motivo la persona implicata le porta? Semplice, per farle notare con tutte le implicazioni che ciò comporta. Non tanto la personalità che è, dunque, quanto quella che appare …..Se a questa persona interessava far emergere altro, non indirizzava l’attenzione altrui sulle calze a rete e su quanto indossava.

  2. Ma nulla di moralistico nel mio commento o non si può dire neppure che è la foto che piace di più? Per il resto a grandi linee concordo con lei anche se a braccetto dell’antifascismo ci metterei tutte le ideologie totalitarie a patto però di non farne un uso sciocco e strumentale. Poi per capire meglio una persona bisogna conoscerla direttamente e a questo punto però la mia riflessione si deve per forza fermare, non conoscendo i diretti interessati. Ci fermiamo solo al messaggio che ci vogliono comunicare che è quello che si vede.

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