L’anno 2023 il giorno 30 del mese di novembre, in tarda mattinata, Cremona accoglie con calorose strette di mano e applausi persistenti in un sol botto due ministri, uno più discusso dell’altro. Nessuno fa una piega. Nella rituale fotografia il cognato-ferroviere con accanto, un po’ defilata, la fuggitiva cuneese regina del Twiga, sorride mentre si avvicina al nastro tricolore, cortigiani al seguito. Si nota benissimo che i loro pensieri sono altrove e che vacche e violini sono
la fastidiosa incombenza di una giornata uggiosa. Per fortuna ci sono quelli con i trattori che di notte mungono, mentre taluni dormono, a farsi sentire: dalla stalla il latte esce a euro 0,46 per apparire sugli scaffali di Roma e Cuneo a 2,30 euro.
Nello stesso giorno, tarda serata, nell’auditorium bunker (mancavano i carri armati, schierarli davanti ai violini sarebbe troppo, meglio evitare), un geniaccio dell’architettura illustra a selezionati
ascoltatori il progetto del vincitore: demolizione e ricostruzione di un ospedale. Tutto perfetto, un condensato dei segreti della comunicazione e della persuasione. Applausi persistenti. E l’aria che
respiriamo , la prevenzione, la sanità di tutta la provincia (vale a dire quella che inizia fuori dal magnifico ospedale), la preoccupante mancanza di medici e personale sanitario, i pronto soccorso
perennemente sotto pressione, le prenotazioni estenuanti, i tempi biblici per esami e referti…?
Nessuno domanda. Non è mancata la parola confortante di chi ci mette i soldi, il Presidente della Regione, abilissimo nello scansare per ben due volte la domanda decisiva: quanto costa la
ciambella con il lago? Tenuta fuori e distanziata dal bunker, sotto la pioggia e al freddo si è fatta sentire la voce dell’altra città, per chiedere la riqualificazione, la ri-immaginazione del SUO
ospedale in un quadro più generale di medicina territoriale non ospedalocentrica.
“La traumatica demolizione e l’avveniristica ricostruzione ha scosso le coscienze di molti, consapevoli che non è vero che la modernità debba crescere a spese delle storia mangiandosela e distruggendola. Uno strazio storico attribuibile al trasversale partito del cemento. Ma quando un lungo elenco di associazioni e singoli cittadini capaci di raccogliere in breve tempo 3.500 firme chiedono in modo argomentato di ripensare un progetto che riguarda pur sempre un bene comune, ebbene forse sarebbe il caso di sostare, e di ascoltare” (Il virgolettato è tratto da un articolo di T. Montanari rivisto e adattato).
Francesco Pedretti
Una risposta
Dimentichiamo l’apertura del supermercato con tanto di distribuzione di merende che ha allietato il pomeriggio dei cremonesi. Quindi ben tre eventi nello stesso giorno. Ora già si alzano le lamentele degli abitanti di via del Giordano e limitrofe per l’aumento di traffico e conseguente inquinamento: tranquilli smaltita la novità resterà ‘solo’ la bruttura della costruzione. Quando si renderanno conto i cremonesi che il nuovo ospedale con annessi e connessi è un imbroglio? Un danno per tutti noi, che avremo per anni l’enorme disagio di non avere un ospedale adeguatamente efficiente e poi un ospedale avveniristicamente insufficiente. Senza contare che oltre al Colosseo esterno non sappiamo che cosa ci sarà all’interno! Sveglia!