Resta chiuso fino al 31 marzo l’aeroporto del Migliaro, ma la pista sarà agibile solo per i 650 metri originari. I lavori di prolungamento, eseguiti dalla ditta cinese Prometeon, che ha preso in affitto lo scalo per effettuare test sugli pneumatici per camion, ha infatti eseguito le opere senza l’autorizzazione preventiva dell’Enac, l’Ente Nazionale Aviazione Civile. Dopo i primi due NOTAM, l’Aviazione Civile ha emesso un nuovo NOTAM che impone il blocco di ogni attività sino a fine mese. I tre provvedimenti fanno seguito all’ispezione effettuata a febbraio nel corso della quale erano emerse irregolarità nei lavori di prolungamento della pista, in particolare nel lato ovest, confinante con la strada, dove è stato necessario rimuovere la recinzione. La strada non è privata ed è aperta al traffico perciò non sussistono condizioni di sicurezza sufficienti a utilizzare interamente gli 800 metri di pista oggi esistenti a seguito del prolungamento. Oltre al ripristino della recinzione, è necessario quanto meno ridisegnare i segni sull’asfalto ai quali fanno riferimento i piloti in fase di decollo e atterraggio.
Intanto torna a circolare tra soci ed ex soci, prevalentemente piloti dell’Aeroclub, un incubo, quasi una sinistra profezia che tutti sperano non si avveri, sul futuro del Migliaro. ”Temiamo che l’aeroporto venga messo in vendita – racconta un socio -. Il primo passo potrebbe essere l’estromessione di tutti gli affittuari dei posti hangar e l’allontanamento dei piloti. Così facendo si farebbe strada il progetto di affittare hangar e spazi solo a scuole di volo e società esterne. Se questa fosse la prospettiva, l’Aeroclub sarebbe un impedimento, un elemento scomodo che comunque verrà preservato come associazione al servizio della Migliaro srl, proprietaria dello scalo, per la gestione dell’aeroporto.”