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Allena la mente: il cervello può fare ginnastica. Un test

11 Marzo 2024

In occasione della Settimana del Cervello 2024 due specialiste del Dipartimento di Neuroscienze spiegano come sviluppare la neuroplasticità con piccoli accorgimenti quotidiani.

Sappiamo davvero poco sul cervello e sulle sue potenzialità. Si stima che l’essere umano utilizzi solo tra il 3 e il 5 per cento delle proprie capacità cerebrali. Sembra una percentuale esigua, ma pensiamo a tutto ciò che siamo in grado di fare, ricordare e imparare nel corso della nostra vita. Dall’11 al 17 marzo 2024, la Settimana del Cervello ci offre l’occasione per imparare qualcosa di nuovo e – soprattutto – come prendercene cura e mantenerlo “allenato”.

Come spiega Sara Subacchi, neuropsicologa all’Asst di Cremona «è stato osservato che il cervello non cresce in modo uniforme. Per esempio, la corteccia prefrontale, che è quella da cui dipende il giudizio e la capacità critica, è l’ultima a svilupparsi e la prima a degenerare. La sua maturazione termina verso i trent’anni, quando il cervello raggiunge le sue prestazioni ottimali ed è in grado di apprendere di più e più velocemente. Dai settant’anni si può verificare un’atrofia fisiologica, dovuta alla perdita di neuroni e sinapsi; questo ci rende via via più lenti, meno attenti e più ripetitivi».

Nonostante si tratti di un processo fisiologico e irreversibile, è possibile ridurne gli effetti stimolando la plasticità neurale, ovvero la capacità del cervello di creare nuove connessioni (sinapsi) tra i neuroni, anche in età adulta. «Ciò vale anche in caso di patologie che compromettono un’area cerebrale – prosegue Subacchi – basti pensare all’ictus, i cui effetti possono essere mitigati dalla riabilitazione cognitiva, che in buona parte dei casi può aiutare a recuperare buona parte delle capacità compromesse». Anche in assenza di patologie, è importante mantenere in salute, con i giusti stimoli e una buona dose di costanza.

Anche il cervello può fare ginnastica

Come sottolinea la neurologa Francesca Caprioli, «Allenare il nostro cervello è possibile. Lo dimostra l’esperimento condotto da Marianne Diamond, neuroscienziata californiana, tra i fondatori delle moderne neuroscienze. Ha preso in esame una popolazione di topi in età adulta (paragonabile alla fascia di età 60-90 degli esseri umani) e li ha suddivisi in due gruppi omogenei. Il primo è stato messo in una gabbietta illuminata e dotata di ruota e giochini con cui gli animali potevano interagire. Il secondo è stato messo in una gabbietta al buio e priva di stimoli.

Trascorso lo stesso tempo, sono stati messi alla prova in un piccolo labirinto, cronometrando la rapidità con cui riuscivano a percorrerlo. Il gruppo esposto alla luce e agli stimoli ludici ha impiegato molto meno tempo di quello non stimolato. Non solo: «Gli studi eseguiti successivamente hanno confermato che la qualità della loro corteccia cerebrale era differente: quella dei ratti stimolati era più spessa e vascolarizzata, mentre gli altri presentavano condizioni d’iniziale atrofia».

Imparare, muoversi e nutrirsi bene

L’esperimento condotto da Diamond dimostra la possibilità di agire sulla nostra plasticità neurale, per creare nuove connessioni e far “funzionare” meglio la nostra mente. «Sono tante le cose che si possono fare – prosegue Caprioli – . Leggere, fotografare, fare le parole crociate, disegnare e dipingere, imparare una lingua straniera, viaggiare, sono tutti stimoli che ci aiutano a rimanere in forma e preservare le nostre capacità intellettive, sviluppandone di nuove».

Ciò vale anche per l’attività sportiva: oltre a favorire il rilascio di endorfine e mantenere in salute il sistema cardiocircolatorio, migliora la coordinazione e la capacità di acquisire nuovi schemi motori». Il tutto è da associare ad una dieta completa ed equilibrata: «Anche il nostro cervello ha bisogno di alimenti di qualità – conclude Caprioli – .La dieta mediterranea è un ottimo alleato, sempre cercando di limitare il consumo di alcolici, bevande gassate, tè e caffè. Sono piccoli accorgimenti che possono aiutare a tenerci sempre in forma, non solo fisicamente».

Mettiti alla prova
Hai buona memoria? Mettiti alla prova rispondendo al questionario che trovi a questo link: https://forms.gle/pYy411GCKvLxbx3t6

Attenzione: il test non ha validità clinico-scientifica, ma può essere un passatempo utile per allenare la mente.

Una risposta

  1. Certo che se ti viene l’Alzheimer la dieta mediterranea serve a poco. A proposito, possono le due specialiste spiegare perché questa forma di demenza colpisce molto di più le donne che gli uomini? Questione di dieta? Questione di stimoli? Questione di ormoni? Questione di scarsa confidenza con la Settimana Enigmistica?

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