Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che la ferrovia ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria è stata inserita nel Recovery Plan. Questo fatto segna un salto epocale rispetto al passato.
Infatti con questa opera si completa la velocizzazione ferroviaria dell’Italia continentale.
Al termine della realizzazione di tutti i tratti ad alta velocità in costruzione ed in progettazione avremo una distanza raggiungibile al massimo in 6 ore tra le principali città italiane. Questa situazione cambierà le modalità di spostamento tra auto, aereo e ferrovia.
L’Italia sarà più corta e questo rivoluzionerà la logistica e i tempi di trasporto e distribuzione, rendendo facilmente raggiungibili località e piccoli borghi anche per brevi soggiorni.
Nel frattempo si completerà la rete a fibra ultra veloce che connetterà tutte le abitazioni.
In quest’anno di pandemia abbiamo avuto contezza di quanto la rete sia fondamentale per il lavoro. Anzi stanno avanzando progetti di ‘smart working’, di riorganizzazione degli spazi e delle modalità e dei tempi del lavoro che tengono conto delle rete ultra veloce e della rete 5G che darà possibilità impensabili al lavoro a distanza.
Un’altra rete che si sta completando è la rete dei gasdotti con il completamento della tanto avversata Tap (il gasdotto che collega i pozzi dell’Azerbaigian all’Europa). L‘Italia ha incrementato l’afflusso del gas e abbassato il prezzo, riuscendo anche ad esportare. In questo settore c’è un altro progetto di un gasdotto che trasporti il gas dei pozzi del Mediterraneo orientale tra Egitto-Israele-Libano-Cipro fino alle coste della Puglia facendo della regione il più importante hub europeo. Rendendo così l’ Italia leader in un settore basilare per la transizione energetica green cioè sostenibile sul piano ambientale. Infatti oltre all’uso diretto per la produzione energetica e per autotrazione e riscaldamento, il metano si presta facilmente alla trasformazione in idrogeno che, se fatta con cattura del carbonio, contribuirà al raggiungimento dello zero emissioni di CO2 nel 2050.
Molte aziende italiane stanno costruendo una filiera molto avanzata nella produzione ed utilizzo dell’idrogeno. Questo vettore è nodale nella transizione energetica pulita perché può essere utilizzato come il metano per la produzione di energia elettrica per i trasporti e anche nel riscaldamento domestico.
Molte aziende italiane, insieme con Eni ed Enel, stanno investendo nel settore dell’idrogeno, ma è la Snam che sta investendo in tutti i segmenti della filiera, dagli elettrodi agli accumulatori alle caldaie. La Lombardia avrà tra due anni il primo treno a idrogeno, il Brescia-Edolo, con la costruzione di una hydrogen valley mediante la sinergia tra Trenord e A2A.
In conclusione il nostro Paese in pochi anni avrà una rete ferroviaria che accorcia le comunicazioni fisiche, una rete in fibra che ne annulla le distanze e una rete energetica efficiente e green. Tutt’intorno a questo humus vitale, il Paese è ricchissimo di piccole e medie aziende che primeggiano a livello mondiale in svariati settori, dall’agroalimentare, all’abbigliamento, dalla meccanica alla farmaceutica, eccetera eccetera.
Questo mix, se orientato e sostenuto, cosa possibile con il Recovery Plan, potrebbe portare ad un nuovo rinascimento.
Se poi costruissimo il ponte sullo Stretto con le sue dimensioni e le sue sfide tecniche sarebbe il sigillo a questa rinascita.