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Sono in RSA accanto a papà, deve fare delle trasfusioni, ci vorranno 6 ore se tutto va bene.M a il mio papà, è il mio esempio di vita… un uomo che ha saputo insegnare a mio fratello e a me il valore del rispetto, il calore della famiglia.
Oggi a Cremona come in tante altre città ci si trova per manifestare il nostro basta contro i troppo frequenti femminicidi. Non potrò esserci.
Uno dei simboli più ricorrenti: scarpe, décolleté (oggi ho scelto gli stivali) rossi, come il colore del sangue che può dare vita, donandolo per curare carenze o salvare da incidenti, ma anche toglierla, se la mano che ti colpisce vuole infierire su un corpo che non accetta di essere posseduto …
Panchine rosse in ogni luogo, come quella che c’è anche qui nel viale d’accesso alle strutture di Cremona Solidale.
Non ci sarò fisicamente in piazza Stradivari perché sarò qui, accanto ad uno degli uomini più importanti della mia vita.
Sono circondata da figure maschili importanti, lui e mio fratello da quando ero bambina.
Poi mio marito, un altro esempio importante per me con la sua propensione a spendersi per gli altri. Poi i miei figli, Federico e Alessandro, ormai adulti, ormai proiettati nel mondo per le loro strade.
Allora mi chiedo: cosa ho fatto io per tutti loro? Amarli? Chiunque ci riesce nell’ambito della propria famiglia, come credo che lo abbiano fatto anche le mamme di tutti quelli che oggi sono diventati assassini delle loro compagne.
Allora dove si può cercare di fare la differenza? Me lo sono chiesto, confrontandomi con altri educatori, con il nuovo don del Cambonino.
E sapete cosa è emerso? Amare veramente un figlio, vuol dire anche sapergli dire NO!
Come consigliano in molti psicologi, sociologi, i No Che Aiutano a Crescere (c’è anche un libro intitolato così).
Negargli i dispiaceri, le delusioni, la sofferenza, metterli sotto una campana di vetro, li renderà fragili in futuro e non riusciranno ad accettare il rifiuto.
Quando erano piccoli i miei figli, mi sono sentita dire da loro: “Ma gli altri fanno così” “Le altre mamme sono più brave” “Sono l’unico che non può fare questo”… Addirittura il grande voleva cambiare mamma… Spiegavo naturalmente quando era possibile e quando non era possibile fare determinate cose.
Quando da adolescenti avevano le prime cotte, le prime simpatie, ho sempre cercato di valorizzare l’importanza dei sentimenti, ma anche il sacrosanto diritto della loro futura compagna a dire il suo parere, a dire basta in qualsiasi momento.
Nessuno deve possedere nessuno, come nei comandamenti dell’amore di Gesù o nelle regole Auree di Confucio: Ama il prossimo tuo come te stesso… Non fare agli altri quello che non vorresti subire.
Poi bisogna anche ammettere che solo una piccola parte dei nostri insegnamenti raggiunge il suo scopo. Il resto è indole del giovane, le compagnie, le amicizie , le figure esterne rilevanti, come docenti, allenatori, educatori religiosi e laici.
Non voglio insegnare nulla a nessuno, solo trasmettere il mio pensiero, per chi vorrà leggerlo.
Un’ultima considerazione a noi donne: siamo consapevoli della nostra importanza, del nostro valore, delle nostre sensibilità, chi non lo capisce, non merita il nostro tempo!
Paola Tacchini
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Una risposta
Più unica che rara, come sempre🤗❤️🥼