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Tumore al seno. Cremona maglia nera, incriminato l’ambiente

18 Novembre 2023

Il termine “incidenza” sta a significare il numero di nuovi casi di malattia che vengono diagnosticati in un determinato periodo e quindi un attento controllo dell’incidenza ci aiuta a capire molte cose, anche ad individuare e controllare determinati fattori di rischio. Se prendiamo ad esempio il tumore alla mammella, ci accorgiamo che le donne che abitano nel territorio sotto giurisdizione di ATS Valpadana, Cremona e Mantova, si ammalano assai di più rispetto ad altre aree del Nord Italia. Sarebbe bello avere dati aggiornati, visto che quelli disponibili fanno riferimento al 2018 (cinque anni fa) e sarebbe anche meglio avere i dati separati di Cremona e Mantova che, mescolati insieme, non consentono analisi precise, ma dobbiamo accontentarci. A cosa serve sapere che a Cremona ci si ammala (e si muore, ma questo è un altro discorso) per tumore alla mammella molto di più rispetto ad altre parti d’Italia? Magari per capire se a Cremona c’è qualcosa di diverso rispetto ad altri territori e quindi tentare di comprendere le cause di questa differenza.

Ci permettiamo allora di ricordare che i tumori dipendono, almeno nel 90-95% dei casi, sia da componenti genetiche (non sufficienti però a causare la malattia) ma soprattutto da cause esterne, comunemente definite ambientali. C’è chi invece punta il dito solamente sugli “stili di vita” e sui comportamenti individuali, al punto da investire gran parte delle risorse economiche disponibili per la Sanità pubblica in campagne di “promozione della salute” e in politiche educative sul piano alimentare, del fumo, dell’uso di alcolici, della sedentarietà, di una dieta sobria e variata e molto altro ancora. Tutte cose ottime, ci mancherebbe altro, però, se allargassimo un po’ lo sguardo, ci accorgeremmo che forse sarebbe necessario approfondire il problema, magari confrontando l’incidenza dei tumori a Cremona con quella registrata nell’Italia del Sud che è molto, ma molto inferiore alla nostra. Insomma da noi c’è un reddito più elevato, un maggior consumo di alimenti di origine vegetale, abbiamo un più facile accesso ad una assistenza sanitaria qualificata, ci si sforza di curare la dieta, di fare movimento, di migliorare gli stili di vita, di ridurre il sovrappeso. Tutto bene, però forse non sufficiente: le statistiche ci raccontano infatti che al Sud il sovrappeso è più comune che da noi, così come è maggiore  il consumo di carne/insaccati ed il ricorso agli alcolici e al fumo, mentre l’efficienza ospedaliera sembra meno eccellente e pure il reddito è minore. Ciononostante là si muore per tumore molto meno che da noi. In particolare per quello mammario si muore il 25% in meno: una bella differenza davvero. Ci sarà un motivo?

Cremona è ai vertici di molte condizioni. Oltre al cancro (non solo alla mammella) le altre situazioni  che vedono il nostro territorio ai primissimi posti di tutte le classifiche italiane sono il chilometraggio delle corsie ciclabili (attenzione: le piste ciclabili sono una cosa diversa), il numero di alberi per numero di abitanti (che tuttavia sono stati piantati dai nostri padri), il ciclo dei rifiuti (solo urbani: a quelli sparsi sul territorio ci sta pensando la Magistratura), il consumo di suolo (che ci vede tra le peggiori città dell’intera Lombardia) e la pessima qualità dell’aria. Quindi se non sono le biciclette e gli alberi a causare tumore al seno e neppure le abitudini di vita (se non marginalmente), l’unico altro primato cremonese è certificato dall’inquinamento dell’aria, che ci vede primeggiare non solo a livello nazionale ma anche internazionale.  Peccato che siano pochi, veramente pochi quelli che se ne preoccupano, mentre sono in molti, troppi, quelli che si danno da fare per peggiorarlo (magari abbattendo persino l’ultimo residuo di bosco spontaneo).

Una domanda ai nostri Amministratori: cosa ce ne faremo di nuove autostrade, Poli logistici, Centri commerciali, impermeabilizzazione e consumo di suolo, edificazione privata nel Parco del Morbasco, fabbriche del metano e molto altro ancora?

E’ vero che prima o poi tutti dobbiamo morire, però sembra lecito pretendere da chi ci governa di darci una mano ad allontanare il più possibile quel momento, non ad avvicinarlo sempre di più.

Pietro Cavalli

Alberto Bottini

4 risposte

  1. Bravi. Una sola domanda. A fronte del primato negativo sul tumore mammario ed altri, non vi pare un po’ distonico quel tredicesimo posto in Italia attribuito a Cremona da Legambiente in quanto a buona qualità dell’ecosistema urbano?

  2. Concordo su tutto tranne che sul consumo di suolo. Cremona e provincia, da questo punto di vista, e’ tra le piu'”virtuose” della Lombardia. (Dati Ispra, rapporto sul consumo di suolo 2022). Brando Bonacini

  3. Grazie Brando, però ci pare che i dati di Legambiente (sui quali ci siamo basati) siano un pochino differenti. D’altra parte anche la recente classifica delle città italiane relativamente alla “qualità della vita” relega Cremona nella seconda metà della classifica a differenza di quella di Legambiente. Tutto dipende dagli indicatori utilizzati e quindi tutto va preso con le molle. Tutto, tranne l’inquinamento e i tumori. Qui nessun dubbio.

  4. Inquinamento e timori nessun dubbio e i politici sono solo assenti anche su questo nessun dubbio
    Gli inutili incapaci e anche dannosi

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