Da tempo seguo le vicissitudini relative alla progettazione del nuovo avveniristico ospedale cittadino e le recenti notizie di cronaca mi hanno fatto riflettere su alcune analogie con i giardini pubblici di piazza Roma, per la precisione giardino Papa Giovanni Paolo II.
Il nuovo nosocomio (nella foto centrale la sezione del corpo) non prevede alcuna recinzione e quindi il parco sarà aperto all’uso di tutta la cittadinanza, come i giardini pubblici.
Prevedo quindi gli stessi problemi di ordine pubblico e di un uso non consono dell’area verde del nosocomio, come si nota da tempo in piazza Roma.
Essendo poi un’area privata, ma ad uso pubblico, presumo che la manutenzione, e i relativi costi, dovranno essere ripartiti tra Asst e Amministrazione comunale e prevedo, come si dice in cremonese “L’è tua, l’è mia, l’è morta a l’umbrìa”, che ci saranno scarichi di responsabilità tra i due soggetti, se non chiariti in precedenza da apposi accordi tra le parti.
Al centro del parco, tra i due edifici semicircolari (emicicli) del nuovo ospedale, ci sarà un laghetto, di cui non si conosce ancora la profondità; tale laghetto dovrebbe mitigare la calura estiva, ma se è una pozzanghera sarà solo terreno fertile per zanzare e altri animali.
Al centro del giardino di piazza Roma abbiamo la fontana, fuori uso da tempo, e di cui solo adesso si scopre non essere più a norma di legge per via della profondità.
L’architetto Andreas Kipar fa parte, tramite il suo studio di progettazione paesaggistica LAND, dei progettisti del nuovo ospedale, insieme allo studio di architettura MCA (Mario Cucinella Architects) che ha vinto il bando per la progettazione del nuovo ospedale.
Il 26 giugno 2003, dopo tre anni di lavori di “restyling”, i giardini pubblici di piazza Roma furono riaperti. Del “restyling” si era occupato proprio l’architetto e paesaggista tedesco Andreas Kipar che, tramite i disegni di progetto ottocenteschi, aveva tentato di recuperare le forme originarie e ripiantato numerose essenze arboree. La fontana delle Naiadi, il monumento ad Amilcare Ponchielli, i vasi e le fioriere furono restaurati.
Recentemente, ovvero dopo 21 anni, si è provveduto di nuovo al restauro conservativo di tali monumenti. Resta ancora il problema del calcestre, che era stato messo al posto degli autobloccanti.
Calcestre che ha dimostrato di non essere adeguato all’uso nel nostro parco cittadino (polvere, difficile pulizia, dislivelli dei tombini e delle pavimentazioni e pozzanghere quando piove).
Spero tanto di non vedere il calcestre nel parco del nuovo ospedale.
Le superfici a verde dei tetti dei due edifici del nuovo nosocomio non presentano interruzioni con il parco, per cui si può accedere senza problemi sui vari terrazzamenti previsti (5 sull’edificio principale e 2 sull’edificio dei servizi) e sui tetti dove è presente una pista per l’attività ludico sportiva. L’altezza dal suolo di questi terrazzamenti a verde, e della pista ludico sportiva superiore, è di circa 30 metri nella parte centrale e quindi fonte di incidenti per che vi si trova, e fonte di infortuni sul lavoro per chi ci dovrà fare manutenzione, vista la notevole presenza di verde che comporta frequenti lavori.
L’edificio principale consta di sette piani fuori terra e “brigolare” giù da tale altezza non è tanto salutare.
Le montagnole del parco di piazza Roma presentano lo stesso problema di pericolosità, perché il parapetto attuale non è a norma poiché troppo basso. Qua almeno un parapetto lo avevano messo, ma nel nuovo ospedale non c’è niente che ripara da cadute accidentali da tali altezze. Poi qualcuno userà la pista sopraelevata con la mountain bike o con il monopattino elettrico per prendere un po’ di aria fresca e osservare il panorama dall’alto!
Tutti questi giardini pensili poi, oltre alla manutenzione, richiedono l’irrigazione, il drenaggio e una protezione dalle radici. Le guaine impiegate per l’impermeabilizzazione, a causa della mancanza o non idoneo sistema di drenaggio, sono prolungatamente esposte all’acqua ristagnante e fango, comportando un’accelerazione dell’invecchiamento e quindi un maggiore rischio di rottura. Le radici hanno un’elevata capacità di perforazione nei confronti di determinati materiali e tra questi, ci sono anche quelli usati per la realizzazione dello strato di impermeabilizzazione.
Molte delle infiltrazioni nei tetti verdi sono dovute alla perforazione dell’elemento di tenuta da parte delle radici.
Sicuramente gli architetti useranno tutti gli accorgimenti tecnici del caso, ma la vegetazione spontanea non la possono controllare, credo, se non con una continua manutenzione del verde.
La manutenzione costa e ASST e Comune fanno già fatica adesso a far quadrare i bilanci. Se aggiungiamo giardinieri acrobatici specializzati non so chi poi sosterrà tali costi!
Poi nel quartiere ci sono già lepri, nutrie, anatre, piccioni che troveranno un habitat ideale nel verde e nel laghetto.
Personalmente spero che venga rivisto questo ardito progetto di nuovo ospedale e si continui con la riqualificazione dell’esistente recentemente intrapresa (pronto soccorso e adeguamento norme antincendio), sia per i costi che per i disagi a chi ci lavora e a chi, suo malgrado, deve accedere per curarsi e non per attività ludico sportiva!
Gianluigi Stagnati
2 risposte
Gentile Sig. Gianluigi Stagnati
lei ha ulteriormente ampliato l’analisi delle criticità che sono evidenti a tutti coloro che osservano il progetto del nuovo ospedale progettato dall’architetto Cucinella. e che nel nostro video del “movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona” su YouTube https://youtu.be/q26y6m_ByaA?si=5T072ym5ph7J4Jjt abbiamo elencato con le principali e più gravi criticità del progetto (pendenza superiore del 10% della pista ludico-sportiva sui tetti dell’ospedale (è una palestra di escursionismo ?), “laghetto” assolutamente ininfluente sul “clima” dell’area ospedaliera, pista di atterraggio dell’elicottero a 10-15 metri dalle case di via Ca del ferro, ed altre “amenità”..)
Temiamo che in fase operativa i committenti chiederanno ai progettisti e agli esecutori un ridimensionamento o una eliminazione completa delle principali “aberrazioni”, forse messe in modo accorto alla presentazione del progetto per renderlo accattivante e “bello”.. per chi piace…, senza curarsi nella fase di gara di “sottigliezze” come quello che lei giustamente sottolinea come per esempio i costi di manutenzione enormi per giardini pensili che nella nostra pianura padana, e ancor più a Cremona, non hanno mai trovato cittadinanza in quanto prima o poi devono essere ricollocate le guaine perforate dalle piante. Ciò che il movimento in questa fase sta cercando di approfondire forse renderà ancora più problematica l’accettazione di questo progetto circolare e molto insolito per un ospedale: l'”organizzazione funzionale” del progetto di Cucinella non crediamo sia la migliore possibile. Crediamo che stante le giuste indicazioni organizzative e funzionali date ai progettisti scritte nel bando di concorso ci siano più garanzie di “funzionalità” in un ospedale con la forma ad H, come l’attuale Ospedale, rispetto alla “mezza luna magica” dell’arch. Mario Cucinella.
Con il prossimo lavoro cercheremo di dimostrarlo.
Benissimo!! Che piacere constatare che ci siano ancora Cremonesi “vivi” – ma purtroppo perdersi sui punti critici del progetto nuovo H, non porta all’obbiettivo principale che è evitare la sua costruzione- Se io fossi il progettista ringrazierei molto tutti coloro che hanno evidenziato le fragilità del progetto, assicurando che ne terrò in debita considerazione nella prossima versione esecutiva – Sono assurde le motivazioni che hanno determinato la scelta della Regione – sostenendo che tecnicamente ed economicamente non sia possibile la riqualificazione dell’attuale H – Falso, non solo è possibile, ma evita grandissimi disagi, per anni, ai pazienti e uno spreco di centinaia di milioni – e questo non mi dà la sensazione che sia recepito dal cittadini cremonesi e tantomeno dai “nostri” politici. Quindi, per quanto mi riguarda, bene sostenere il NO al nuovo H, senza perderci in voli pindarici facili da essere contestati.
Sto seguendo il caso “nuovo H di Desenzano”. Due giorni fa l’assessore regionale Bertolaso, in un incontro con gli oppositori, politici e autorità, ha illustrato le opzioni che, come un mago che estrae il coniglio dal cilindro, propendono tutte per il nuovo ospedale, a suo tempo proposto e voluto dalla Moratti. Giorgio Mantovani