Un ultrasettantenne cremonese, in buona salute ma con diverse patologie pregresse, il 18 aprile riceve la prima dose del vaccino Pfizer a CremonaFiere. Qualche ora dopo l’iniezione, l’uomo accusa una reazione allergica: prurito e comparsa di eruzioni cutanee. Davanti a questo effetto collaterale imprevisto, il medico dello smistamento produce un documento per i colleghi nel quale richiede accertamenti. Rassicura il paziente garantendogli che si sarebbe trattato di poco tempo, massimo due o tre ore. L’anziano supera l’istintiva perplessità per la sicurezza ostentata dal medico e attende fiducioso a casa di essere convocato per la visita prescritta. Cinque giorni dopo l’inoculamento della prima dose del vaccino risponde alla telefonata di tale Monica del reparto di Allergologia dell’ospedale maggiore di Cremona che gli dice di avere ricevuto 24 ore prima dal polo vaccinale in Fiera copia del documento di richiesta di una visita di valutazione allergologica. L’anziano viene informato che la dottoressa competente ha fissato la visita in ospedale lunedì 7 giugno alle 9,30 e che si deve presentare con la prescrizione del medico di base. L’uomo suggerisce a Monica la necessità dell’urgenza di tale visita dato che è in attesa del richiamo vaccinale anti covid-19. Le ricorda di avere ricevuto la prima dose il 18 aprile e che un mese dopo, il 19 maggio, gli spetterebbe il richiamo, ma il medico dello smistamento aveva redatto un documento per i colleghi nel quale chiedeva accertamenti e che a voce gli aveva garantito che l’attesa sarebbe stata breve, massimo due o tre ore. Monica replica che il documento è arrivato in reparto all’ospedale solo il giorno precedente, cioè il 24 maggio, e dopo la lettera dello stesso paziente, quindi dopo cinque giorni e che ne servono altri 14 per ricevere la visita. Secondo Pfizer, produttore del farmaco, il richiamo va fatto dopo 21 giorni. Il virologo di fama mondiale Anthony Fauci dice che si può arrivare fino a 35 giorni. ‘Questa dottoressa – spiega il paziente cremonese – mi sposta la visita a 40 giorni e secondo Monica chissà quando mi sarà somministrato il richiamo perché secondo lei non si provvederà a fine visita, anche se il risultato lo permetterà, ma dovrò recarmi ancora in Fiera’. Forse al reparto di allergologia dell’ospedale maggiore di Cremona ignorano che il piano vaccinale nazionale riserva massima attenzione agli anziani e ai soggetti fragili che hanno la precedenza su tutti gli altri. Se un paziente necessita di una visita medica per potere ricevere in sicurezza il vaccino entro i tempi stabiliti dalla casa produttrice e dall’Agenzia del farmaco, la filiera, cioè i soggetti deputati a garantire tale risultato, si deve adeguare. E’ inconcepibile un’attesa di due settimane per una visita allergologica indispensabile per ricevere il richiamo del vaccino.
‘La mia laurea in Scienze Biologiche non mi permette alcuna certezza – fa presente il paziente – ma mi fa sorgere diversi dubbi in merito a questa gestione disinvolta della salute pubblica. E soprattutto mi impone prudenza nel partecipare a questa sperimentazione di massa gestita da irresponsabili poiché ho già diversi problemi di salute che mi sono capitati non certo per mia volontà. Sarebbe stupido andarmene a cercare altri, soprattutto in strutture sanitarie. La mia attività professionale mi ha fatto conoscere i danni che provocano i dilettanti allo sbaraglio che operano nelle strutture sanitarie e mi induce alla prudenza. Resto in attesa della prescrizione ed eventualmente di una visita in altra struttura’.
Una risposta
Vicenda assurda, indegna di una regione fra le più evolute.