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‘Aquarius’, il libro di Dellera che racconta la natura

23 Febbraio 2025

«Se si è curiosi, c’è l’aquila reale infastidita dal nibbio nel cielo cremasco. Se si è attratti dalle sorprese ecco Ibis e Frosoni, incontri insoliti nel nostro territorio. Se si è attratti dai fossili viventi, c’è lo Spinarello. Se si è appassionati di storie forti, ecco il cormorano cremasco, gregario e predatore fra Adda, Oglio e Serio. Se Clint Eastwood è l’attore preferito, la Taccola dagli occhi di ghiaccio è una chicca imperdibile. 

Aquarius è ubiquitario: sta a meraviglia nella libreria di coloro che amano il nostro territorio. In quella di coloro che credono la salvaguardia ambientale sia una priorità. 

In quella di coloro che non pensano che tutto sia già noto. 

In quella di coloro, per dirla con Jannacci, che alla mattina alle sei, freschi come una rosa, si svegliano per vedere l’alba che è già passata. Aquarius, più di un libro: uno scrigno prezioso».

Si è conclusa con queste parole di Antonio Grassi la presentazione di Aquarius, il libro di Alvaro Dellera, che racconta la natura tra terra acqua e cielo del Cremasco.

All’appuntamento, programmato sabato scorso in una sala della biblioteca di Crema, ha partecipato un numeroso pubblico che ha seguito con interesse gli interventi dell’autore, del direttore di Cremaonline, Andrea Galvani, del giornalista Grassi e di Gianfranco Colombo scrittore e ambientalista. 

Dopo i saluti degli assessori alla cultura, all’istruzione e all’ambiente, rispettivamente Giorgio Cardile, Emanuela Nichetti, Franco Bordo, l’autore e gli altri invitati hanno illustrato Acquarius. 

Hanno spiegato che la caratteristica-peculiarietà dell’opera sta nella sua impostazione che permette al lettore di utilizzarla come una guida. Come una Baedeker, Aquarius permette di scegliere la meta del viaggio e informarsi sulle caratteristiche e la specificità della destinazione. Un’antologia di note, che possono essere definite evergreen senza timori di smentite.  

Sempreverdi: se la situazione descritta è mutata, restano una testimonianza precisa, dettagliata, qualche volta minuziosa, di un ambiente che si è perso. Se è stabile, costituiscono uno stimolo per conoscerla e apprezzarla. Se è migliorata dimostrano agli scettici che le lacerazioni ambientali si possono curare,

Come ha sottolineato l’assessora Nichetti «è un appassionata testimonianza che dovrebbe essere portata in tutte le scuole, perché è uno strumento potente per avvicinare i bambini e i ragazzi alla conoscenza e al rispetto della natura, infondendo in loro la consapevolezza che sia necessario agire subito per riuscire a proteggerla».

 

 

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