Sono consigliere comunale di un Comune della provincia di Cremona e ho desiderato essere presente, perché Area Donna non è un problema solo della città di Cremona, ma riguarda tutto il territorio.
Ringrazio il Comitato delle donne per la tenacia che sta dimostrando, una speranza di resistenza e di cambiamento dal basso di una politica di disinvestimento di sanità nel territorio.
ATS Valpadana è un’azienda, la discussione va portata a livello politico, perché Area Donna è frutto di scelte politiche, così come l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale già smantellata e come sarà, le voci si rincorrono, la cardiologia. E sembra quasi una coincidenza che i disinvestimenti riguardino le incidenze più significative che si riscontrano nei profili di salute pubblicati da ATS Valpadana e che i sindaci conoscono: eventi avversi della riproduzione, patologie oncologiche, patologie cardio circolatorie.
I ruoli istituzionali preposti a dare risposte ai cittadini di sanità pubblica sono i sindaci, autorità sanitarie locali. Pertanto mi rivolgo al sindaco di Cremona e pongo due domande:
1)In qualità di sindaco e come consiglio comunale, con atti, avete diffidato Regione Lombardia? In base alle seguenti ragioni:
– smantellamento Area Donna
– mancato rispetto dei tempi delle prestazioni e liste d’attesa (il confronto fra pubblico e privato è impietoso)
– smantellamento strutture pubbliche e mancanza di qualità pubblica dei servizi
– mancata implementazione sanità territoriale. In tempo di pandemia abbiamo visto cosa ha significato avere insufficienza di servizi sul territorio e laddove funziona è stata efficace a ridurre gli effetti del covid
– mancata attuazione della sanità di prevenzione. I profili di salute e lo studio epidemiologico sono strumenti per i Ssndaci per orientare le scelte.
2) Signor sindaco ha convocato i parlamentari cremonesi di tutti i partiti per sbloccare il numero chiuso dei medici e infermieri e per fermare l’aziendalizzazione della sanità della nostra provincia?
Grazie.
Maria Grazia Bonfante