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‘Area omogenea cremasca, bocciata la politica provinciale’

28 Aprile 2023

La Comunità socialista ha condiviso sin dall’inizio il percorso finalizzato alla costituzione dell’Area omogenea del Cremasco (nella foto la giunta) a cominciare dalla fase di adozione delle delibere  dei consigli comunali, inviate unitariamente nel 2015 alla Amministrazione  provinciale, per gli atti conseguenti.

Nel 2016,  apprezzammo  altresì  l’impegno  della Provincia  a  sottoporre  l’istanza alla assemblea dei sindaci di Cremona,  per il formale  riconoscimento politico – amministrativo dell’ambito  territoriale  cremasco,  nonché l’auspicio a voler replicare il raggiungimento dello stesso  obiettivo anche tra i Comuni del Cremonese e  del Casalasco. Negli anni  trascorsi  abbiamo  più  volte ricordato  le  promesse citate,  per  cui  salutiamo  con  piacere  il  favorevole  esito della riunione dei sindaci dello scorso 26 aprile, anche se  disinvoltamente  manifestato senza  spiegarne  adeguatamente  le cause del  ritardo,  né tantomeno le motivazioni del perché nelle altre realtà territoriali il tema non è stato per nulla dibattuto.

L’applicazione  dell’articolo  9  dello  statuto della Provincia, pare  insomma  interessi  solo  al  Cremasco, molto  meno  agli amministratori ed ai politici degli altri ambiti  provinciali, con pari    caratteristiche geografiche, storiche, culturali, sociali ed economiche. Come se  l’ articolazione territoriale esistente, entro cui  promuovere lo svolgimento delle funzioni fondamentali della Provincia, nonché l’attuazione del processo di aggregazione delle funzioni fondamentali  dei Comuni, fosse già di livello ottimale. 

I Comuni del Cremasco, grazie alla determinazione della nuova giunta della loro Area omogenea, dopo sette anni di attesa,  possono ritenersi soddisfatti  del  raggiunto  presupposto  politico ed amministrativo , ora da perfezionare e sviluppare  con  deleghe specifiche, già definite nella legge 56/2014,  da concordare con la Provincia stessa e la Regione.

Non altrettanto, oggettivamente, possono dirsi i fautori della politica provinciale, evidentemente  sfasata  e  priva di  una strategia generale convincente,  incapace  di vincere  le  autoreferenzialità e l’immobilismo  ancora  persistenti, cause  principali  del zoppicante  e differenziato  assetto territoriale.

Per evitare contenziosi e divaricazioni insensate,  a supporto  di ogni  scelta  esplicito deve ritornare  ad  essere l’interesse dei cittadini.

 

Virginio Venturelli 

 

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