Suk mediorientale per i globe trotter. Spettacolo indecente per quelli spicci e pragmatici.
Replay di ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare, per gli amanti del
cinema. Ieri, l’assemblea dei sindaci soci di Padania Acque ha confermato che la politica in
provincia è in coma, il buon senso in terapia intensiva e i partiti senza speranza, unica
possibilità di salvezza la Madonna di Caravaggio.
Convocata per le 17 in uno spazio di CremonaFiere, la riunione è iniziata alle 18. Motivo del
ritardo: il mancato accordo tra i partiti sull’assegnazione dei posti nel collegio sindacale
della società, organismo tecnico di controllo. La spartizione partitica delle sedie è operazione malvista. La discrezione può giovarle. Esibirla in maniera plateale la rende irritante. Ieri, a CremonaFiere, trasudava arroganza e spudoratezza. Per un’ora la sala dell’assemblea e l’atrio antistante si sono trasformati in una piazza del mercato, quelle dove i mediatori trattavano dalle sementi alle vacche. Da una parte i capannelli di soci vip delle varie colorazioni, impegnati in estenuanti brainstorming per trovare la soluzione migliore per loro, non per Padania Acque. Dall’altra la manovalanza e i senza partito, incolori e privi di cartellino di appartenenza a vagare
come anime in pena, fare salotto, chattare con il cellulare, innervosirsi in attesa che le menti eccelse e fini diplomatici comunicassero alle proprie truppe quando e per chi alzare la famosa manina. Un tiro alla fune tra centrodestra e Lega, uniti contro centro sinistra, con qualche falla nel primo schieramento. Compatto il secondo.
Dove sta la razionalità nell’arrivare ad un’assemblea senza un accordo? Assembla convocata da settimane, con un ordine del giorno noto e preceduta da riunioni residenziali.
Dove sta la razionalità a ripetere quanto già accaduto pochi mesi fa con la nomina del
consiglio di amministrazione?
Dove sta la causa di uno scontro epocale per la composizione di organismo di controllo,
formato da tecnici e al di sopra delle parti?
I nonni di una volta, se presenti, avrebbero commentato l’accaduto con le nocche del
pugno chiuso battute sul tavolo, scosso la testa e sentenziato: duri
I giovani d’oggi si sarebbero espressi con un inappellabile non capiscono un cazzo.
I raffinati avrebbero citato: errare è umano, perseverare diabolico, e perché no? detto anche in latino.
Gli sfacciati avrebbero tagliato corto: è da coglioni.
Dopo un’ora l’accordo non era stato raggiunto. L’assemblea è iniziata ugualmente, senza un accenno di scuse ai portatori d’acqua per il ritardo. Il rispetto verso i colleghi lo richiedeva. Il bilancio 2021 e tutto quanto ad esso annesso è stato approvato velocemente all’unanimità con applauso. È mancato il Te Deum in gregoriano per il consiglio di amministrazione. Sarà per la prossima volta. È seguita la relazione del presidente del Comitato consultivo Marco Pipperi, sindaco di Robecco d’Oglio Ha snocciolato un po’ di numeri e illustrato il lavoro svolto. Un intervento veloce e preciso, accolto con favore. A questo punto ha preso la parola Mirko Signoroni, presidente della Provincia. Ha elevato un peana alla società e sottolineato la necessità di non penalizzare gli investimenti. E’ un atto di riconoscenza alle banche che hanno avuto fiducia in Padania Acque. Non è letterale, ma il significato è questo. Nessuno ha sollevato obiezioni. È un
segno dei tempi. E di un futuro aumento della tariffa. Soprattutto è indicativo del decadimento del bene comune, valore che dovrebbe essere prioritario in una società pubblica.
Il presidente della Provincia propone di invertire l’ordine del giorno e di discutere e votare prima il punto 5 (nomina del collegio sindacale) e poi il 3 (nomina componenti Comitato consultivo). Non specifica i motivi Il sindaco di San Bassano, Giuseppe Papa, interviene. Chiede delucidazioni. Appoggia la richiesta il collega di Casale Cremasco Vidolasco: «Ma come, abbiamo appena ascoltato la relazione del presidente del Comitato di controllo e rimandiamo la votazione
sullo stesso Comitato di controllo?» Signoroni spiega che l’inversione è dovuta alle difficolta di accordo sul punto 5. E allora? Mistero. Non tanto. È un do ut des? L’esito della votazione del collegio sindacale condiziona l’altra? Almeno così pare di capire. Ma non è un’interpretazione personale. Ècomunque una vergogna. Il presidente di Padania Acque Cristian Chizzoli mette ai voti la proposta. Chiamata personale e calcolo del voto per percentuali di azioni possedute. Operazione lunga, Si è impallato excell? Boh. Vincono i favorevoli dell’inversione. Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, si alza e parte a razzo per intervenire, ma è stoppata
quasi davanti al microfono. Un sindaco chiede 10 minuti di sospensione per definire l’accordo per il voto. Entra in scena Kafka. Supplementari concessi. Si riprende. Via libera a Stefania Bonaldi. Propone di votare il collegio sindacale uscente. Interviene il sindaco di Casale Cremasco Vidolasco. Stigmatizza quanto è accaduto. Non voterà a favore. Nessuna critica ai professionisti proposti e per rispetto nei loro confronti non voterà contro. Si asterrà per esprimere il suo dissenso su quanto accaduto. Non è un incidente di percorso, ma prassi a Padania Acque. Invita a cambiare. Si vota. Si asterranno anche i Comuni di Ricengo, San Bassano, Cingia de Botti,
Scandolara, Motta Baluffi. Vengono approvati i compensi del collegio sindacale. Si passa al punto cinque. Gli undici candidati al Comitato di controllo sono letti da Signoroni. Votazione con una decina di astenuti.
Chizzoli, mentre i soci se ne vanno, amaro, confida a un sindaco «L’assemblea dovrebbe essere una messa cantata» Troppa grazia Sant’Antonio. È stata una messa funebre. Della politica e dei partiti.
Antonio Grassi