Dal mese di aprile, Valentina Brunelli è direttore SC Distretto cremonese, in capo ad Asst Cremona. Si tratta di una struttura di competenza prettamente territoriale, fulcro della riorganizzazione definita con la più recente legge di potenziamento dei servizi sanitari e sociosanitari (Legge Regionale n.22 del 14 dicembre 2021). Il Distretto cremonese comprende 48 comuni, dalla zona di Soresina al Casalasco-Viadanese, per un totale di 156.113 abitanti. Il suo obiettivo è rispondere in modo unitario, coordinato e continuativo ai bisogni di salute della popolazione, rivoluzionando in positivo il modo di concepire l’assistenza alla persona.
Quali sono gli obiettivi del Distretto?
«La costruzione di case di comunità e ospedali di comunità, la rivisitazione dell’assistenza domiciliare attraverso l’attivazione degli infermieri di famiglia sono solo alcuni degli obiettivi distrettuali che incrociano le novità portate dalla riforma regionale. A ciò si aggiunge la necessità di massimizzare gli investimenti del PNRR per rafforzare l’assistenza territoriale, con particolare attenzione alle persone in situazioni di fragilità o vulnerabilità».
A livello distrettuale è in corso un’importante riorganizzazione dei servizi al cittadino, che parte dal territorio. Cosa cambia per la persona?
«Le grandi innovazioni organizzative che stiamo mettendo in atto hanno un impatto importante nella quotidianità delle persone. Le strutture socio-sanitarie e assistenziali non sono più autoreferenziali, ma dialogano con il cittadino, che ora ha un ruolo attivo. Gli utenti sono di norma costretti a innumerevoli passaggi amministrativi, sociali e sanitari in sedi, orari e con operatori diversi. Questa fatica, se può essere tollerata per una patologia sanitaria acuta che si esaurisce in un arco temporale limitato, genera un prezzo talvolta insopportabile nell’attuale contesto epidemiologico, in cui i bisogni prevalenti sono cronici e complessi. Ad esempio, attraverso il Punto Unico di Accesso (PUA) le Case di Comunità rendono concreta l’assistenza di prossimità. Dopo l’accoglienza alla persona, viene effettuata una prima analisi del suo bisogno di salute per costruire un percorso accessibile e su misura».
Qual è il ruolo del Distretto?
«Stabilire connessioni tra i diversi attori di questo sistema (enti sanitari, istituzioni, servizi sociali, cooperative, terzo settore) per promuovere un’idea di salute come “bene della comunità”, in cui il cittadino possa riconoscersi. L’obiettivo è rendere semplice l’accesso e la comunicazione per la persona: questo è un elemento di cura doveroso per chi si occupa di questi servizi».
Tra i temi caldi, la medicina di base…
«La medicina di base rientra tra le competenze che a seguito della riforma regionale saranno trasferite da Ats Val Padana ad Asst Cremona. A questo proposito è stato definito un cronoprogramma, che traccia il percorso per l’integrazione dei servizi socio-sanitari territoriali nell’ottica di una presa in carico globale e integrata. Come noto, anche sul nostro territorio si riscontra una sofferenza ormai a livello sistemico caratterizzata dalla carenza di medici di famiglia. Il nuovo assetto e il rafforzamento dei servizi territoriali, alla luce del mutato contesto epidemiologico, è un modo per rispondere a questa specifica necessità, offrendo servizi capillari e diffusi. Questo consente inoltre di alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere, evitando ricoveri e ricorsi impropri al pronto soccorso. La pandemia ha evidenziato ulteriormente la necessità di un nuovo modello organizzativo a cui il distretto cerca di rispondere attraverso le sue articolazioni diffuse sul territorio».