Al fianco delle persone fragili, soprattutto quando rischiano di rimanere sole. Gli Infermieri di Famiglia e di Comunità (nella foto centrale Michela Sbolli) si riconfermano una presenza costante e insostituibile per i 1100 utenti in carico al Distretto di Cremona. Durante i mesi estivi, l’attività è stata potenziata, per garantire un’assistenza continuativa e un punto di riferimento per le tante persone e famiglie che si rivolgono a loro per richiedere prestazioni domiciliari o per accedere ai servizi socio-sanitari. La turnazione estiva degli operatori è stata organizzata in modo da coprire tutti i servizi, dalle visite di routine alla presa in carico dei nuovi utenti, compreso l’intervento in caso di urgenze, da gestire al domicilio e in collaborazione con i medici di medicina generale.
SEMPRE IN CONTATTO
In collaborazione con gli assistenti sociali del Comune di Cremona e con il supporto dei case manager in capo alla Struttura Complessa Servizi per la Domiciliarità, gli Infermieri di famiglia offrono il proprio supporto in presenza e tramite consulenze telefoniche. Come spiega Gianmario Pedretti, dirigente delle Professioni Sanitarie e Sociosanitarie del Polo Territoriale, «Gli utenti, soprattutto se anziani, si sentono rassicurati dalla presenza di figure professionali che si prendono cura di loro sotto diversi punti di vista. Per esempio, durante le ondate di calore registrate quest’estate, gli infermieri di famiglia hanno contattato telefonicamente i loro assistiti – in particolare cardiopatici o con fragilità – per fornire tutte le informazioni utili a proteggersi e identificare eventuali sintomi. È un modo per educare i pazienti più a rischio mantenendo un filo diretto».
UN PUNTO DI RIFERIMENTO SUL TERRITORIO
Oltre all’attività degli infermieri di famiglia, «La novità di quest’anno consiste nell’attivazione anche a Cremona (già operativo a Soresina e Casalmaggiore) del Punto Unico di Accesso (PUA), vera porta d’ingresso del cittadino: un luogo fisico, dove può trovare sempre operatori in grado di guidarlo verso le soluzioni adeguate ai propri bisogni», aggiunge Pedretti. «L’estensione degli orari di apertura (dalle 7.30 alle 19.30, dal lunedì al sabato) ha comportato un aumento della domanda di assistenza da parte dei cittadini, registrata in particolare nei mesi estivi, segno di come la presenza di questo servizio sia riconosciuta dalla cittadinanza».
LA CASA DEI PAZIENTI È IL PRIMO LUOGO DI CURA
Ad oggi gli Infermieri di Famiglia e Comunità attivi sul territorio sono 31 (25 per il territorio Cremonese e 6 per il casalasco), sempre a disposizione dei loro assistiti. «Considerando la casa come il primo luogo di cura, puntiamo molto sul potenziamento della sorveglianza domiciliare», afferma Valentina Brunelli, Direttore SC Distretto Cremonese. «In linea con le indicazioni di Regione Lombardia (DGR 717/2023) stiamo consolidando un modello di assistenza per identificare precocemente i casi in cui si possono sviluppare potenziali problematiche di salute. Ciò consentirà d’intervenire in modo preventivo, evitando complicanze per le persone, che potrebbero tradursi in un ulteriore aumento di accessi al pronto soccorso o ricoveri ospedalieri». Gli Infermieri di Famiglia svolgeranno quindi un’ulteriore funzione di sorveglianza in collaborazione con i medici di medicina generale, per una presa in carico precoce.
“A VOLTE BASTA UNA TELEFONATA”
«Essere un infermiere di famiglia significa entrare nelle case delle persone», afferma Rosa Sora, coordinatrice aziendale Infermieri di Famiglia e di Comunità. «Spesso e volentieri i pazienti e i caregiver ci ringraziano, la nostra presenza al domicilio non li fa sentire soli con la malattia. “Per fortuna ci siete”, dicono spesso. Non ci occupiamo solo dei bisogni sanitari, ma cerchiamo di essere un punto di riferimento per qualsiasi esigenza, dalla prescrizione medica a problematiche più complesse. Nel tempo si crea una relazione di fiducia personale: i pazienti, soprattutto se soli e lontani dai familiari, si confidano con noi. Diventiamo un tramite per aiutarli a stare meglio o richiedere il supporto di cui hanno bisogno. Oltre alle visite programmate, gli utenti hanno il nostro numero di cellulare: le persone sole ci chiamano spesso, anche solo per chiedere la conferma di un appuntamento; è un modo per rimanere in contatto. A volte anche solo una telefonata può aiutarli a stare meglio».
“ENTRARE NELLA VITA DEGLI ALTRI”
«Tra i miei pazienti c’è una signora molto anziana, che vive sola», racconta Corinne Fiorini, Infermiera di Famiglia.«Quest’estate, specialmente durante le ondate di calore, ho attivato una sorveglianza speciali aumentando le visite a domicilio, anche più volte a settimana. Passavo per controllare la pressione e informare il medico di base in caso di sbalzi, o semplicemente per assicurarmi che stesse bene. Quando mi vede si rasserena, dice che senza un’infermiera non saprebbe come fare. Mi chiama spesso, anche solo per parlarmi di ciò che ha fatto durante la giornata. Le piace cucire, spesso mi racconta degli abiti che ha realizzato in passato e di quelli che le piacerebbe fare. Mi parla della sua vita e della figlia che è lontana e le manca, ma la chiama tutti i giorni. La professione dell’infermiere di famiglia ti porta a entrare nella vita degli altri: si crea un’empatia profonda, in cui la persona assistita si sente ascoltata e capita, sa di potersi affidare».
“MI DICONO: MENO MALE CHE CI SEI!”
«Durante l’estate siamo un punto di riferimento fondamentale per le persone che seguiamo durante l’anno, soprattutto se sono sole», afferma Michela Sbolli, Infermiera di Famiglia. «Complice il periodo di ferie, molti di loro ci chiamano per gestire le questioni burocratiche, dalla prenotazione dei farmaci e delle prestazioni mediche all’organizzazione delle visite programmate in ospedale. I caregiver ci ringraziano spesso per il supporto e la presenza che diamo alle famiglie, ma sono soprattutto le persone sole ad avere un grande bisogno di assistenza. Qualcuno mi ha detto “sei come una figlia”: quando entri in casa di una persona e ti prendi cura di ogni aspetto della loro vita capita spesso di creare un rapporto personale che va oltre l’assistenza medica. La presenza di un infermiere dà sollievo e aiuta molte persone a sentirsi meno sole».
PER CONTATTARE IL SERVIZIO
La sede centrale degli infermieri di Famiglia e di Comunità (via San Sebastiano a Cremona – edificio A) è aperta dal lunedì al sabato dalle ore 7.30 alle 19.30; e-mail: centrale.ifec@asst-cremona.it.
Il servizio può essere attivato solo dal medico di medicina generale, dal pediatra o da un operatore Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca).
Per informazioni: https://www.asst-cremona.it/infermiere-di-famiglia-cremona