Attenzione ai nuovi pirati della strada: i ciclisti, impuniti e soprattutto insospettabili

28 Luglio 2025

Non rispettare alcuna norma del Codice Stradale durante gli  spostamenti è, per i ciclisti, un fenomeno contagioso che ha avuto inizio qualche anno fa e che oggi è in piena recrudescenza. C’è da sperare che, come tutte le pandemie, abbia, non si sa quando, una fine.

In principio i primi scalmanati incominciarono ad avventurarsi in bici  nelle vie in senso vietato, a invadere le strisce zebrate riservate ai pedoni, a cambiare direzione senza alcun preavviso. Trasgredivano ma, consapevoli di infrangere il Codice, lo facevano con una certa circospezione, imboccando il senso vietato con attenzione, attraversando sui pedonali quando non sopraggiungevano veicoli e, se appariva qualche automobilista, abbozzavano un cenno di scusa. Il fenomeno, come tutte le malattie contagiose, sta dilagando. Oggi quelle trasgressioni si sono trasformate in norme comuni. Imboccare una via in senso vietato è diventato un diritto con la prepotenza di chi si sente in piena regola. Il peggioramento è favorito anche dalla quasi totale mancanza di controlli da parte dei tutori del traffico. In passato quasi a ogni incrocio cittadino, nonostante fosse regolato dal semaforo, stazionava un vigile urbano munito di fischietto (oggi agente di Polizia Locale) pronto a sanzionare ogni irregolarità. Oggi di agenti a controllare il traffico cittadino neppure l’ombra. Avranno sicuramente altre mansioni più importanti da svolgere.

In questo vuoto di controlli, il ciclista sale sui marciapiedi e sfreccia tra i pedoni (qualcuno è stato colpito) incurante di chi potrebbe uscire di casa. Ieri, spesso, l’automobilista rivolgeva al trasgressore qualche parolaccia, almeno per fargli capire che era in torto. Oggi sono spesso i ciclisti a mandare a quel paese l’automobilista.

Un consiglio: meglio tacere, perché le scorrettezze sono diventate comuni a gran parte della popolazione cittadina di ogni ordine e grado di cultura e quel ciclista a cui si darebbe volentieri del cretino potrebbe anche essere il tuo medico,  il tuo commercialista o il tuo avvocato. 

 

Sperangelo Bandera

 

Sperangelo Bandera

7 risposte

  1. Meglio tacere sempre, caro Bandera, e non gesticolare, anche tra automobilisti perché non si sa che cosa abbia in tasca o nell’abitacolo dell’auto l’interlocutore! Ormai è la normalità ( ahimè), uscendo di casa, dotarsi di coltello…

  2. In una città come Cremona ci sono persone che usano l’auto anche per percorrere distanze ridicole. Tutti dovremmo sentirci incentivati a utilizzare la bici e per questo, credo, si dovrebbe poter concedere qualche deroga al codice della strada. I sensi vietati sono spesso strade in cui due auto non passerebbero, mentre per un’auto e una bici lo spazio c’è. Ci vuole cautela e rispetto, evitando dall’una e dall’ altra parte quella prepotenza che si impadronisce spesso di chi si pone alla guida, soprattutto delle automobili, soprattutto se di un certo tipo.

  3. Gli ex vigili, ora agenti di polizia locale ( così come i bidelli sono diventati collaboratori scolastici e via dicendo) come giustamente scrive Bandera, sono impegnati diversamente. A sanzionare le auto in sosta vietata, cosa non pericolosa ma estremamente remunerativa per le Casse comunali. Li vedi in agguato sulla loro macchinetta aspettare il momento buono per intervenire, o aggirarsi armati di blocchetto e biro intorno alle macchine che costituiscono un pericolo esagerato ferme come sono. E sono fermi nelle loro decisioni, ligi alle regole. Perché in fondo intervenire sulla sicurezza è più un compito delle forze dell’ordine, che non sono loro. Quindi … Via alle multe per divieto di sosta: impegnano poco, non mettono in pericolo, ma quanto fanno guadagnare. E magari c’è anche in questo caso la corsa al punteggio migliore o alla raccolta punti per raggiungere un premio!

  4. In circolazione ci sono anche veicoli che non rientrano in alcuna categoria: quelle biciclette elettriche, non a semplice pedalata assistita, che vedi sfrecciare a velocità pari a quella dei ciclomotori. Senza targa, senza casco, come se fossero normali biciclette ma in realtà sono quasi degli scooter. Hanno i “diritti” dei ciclisti, ma si muovono in modo pericoloso non solo per se stessi, ma anche per chi circola a piedi, su biciclette propriamente dette, e in auto. Fermare e sanzionare quelle?

    1. Tutte le bici dei rider di Cremona sono come lei descrive, basterebbe colpirli un paio di volte con multe e sequestri per farli svegliar fuori e farli cominciare a pedalare invece che usare uno scooter elettrico sotto mentite spoglie.
      Sarebbe facile da fare perché hanno un paio di ritrovi dove aspettano gli ordini calati dalle app.

  5. Quando ero piccolo immaginavo “l’uomo nero” come una persona nella giungla in mezzo a leoni, scimmie ed elefanti …! Se fossi piccolo ora, “l’uomo nero” non potrei che immaginarlo su una bicicletta col telefono in mano….! Aldilà degli ingannevoli ricordi, la situazione è ulteriormente peggiorata anche perché la nostra città, come le altre, è percorsa spesso pericolosamente da persone che non hanno la benché minima consapevolezza su come ci si debba comportare, se poi sommiamo anche chi è semplicemente maleducato…..

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