Qualcuno conosce l’autostrada A33? Si tratta di un percorso di circa 70 chilometri progettato per collegare Asti e Cuneo e che, iniziata nel 2000, deve ancora venire completata. Non siamo ancora ai livelli della Salerno-Reggio Calabria ma è comunque passato quasi un quarto di secolo in attesa della conclusione di un progetto sostenuto da tutte le categorie e dai gruppi politici di una regione, il Piemonte, che può vantare un’amministrazione seria ed efficiente. Non certo ai livelli della Lombardia, ma d’altra parte qualche differenza deve pur esserci tra i discendenti della casa reale Sabauda e gli eredi del Lombardo-Veneto.
In questo improbabile confronto la nostra regione vince a mani basse, visto che, ma è solo un esempio, il Canale Navigabile tra Cremona e Milano è da considerarsi da molto tempo concluso. E’ pur vero che quest’opera leggendaria, seppur terminata, termina in aperta campagna e le sue funzioni restano del tutto indecifrabili, però è altrettanto vero che le gare di pesca come riusciamo ad organizzarle noi non ci riesce nessuno. Due piccoli esempi di come possono andare le cose in Italia ed un possibile spunto di riflessione anche per i cremonesi, affascinati dalle nuove prospettive edilizie del loro territorio. Nel concreto e alla luce dei due modesti esempi sopra riportati, magari un pensierino sul progetto dell’autostrada Cremona-Mantova varrebbe la pena di farlo. Dato per scontato che qualcuno ci guadagnerà senz’altro dalla sua costruzione, tanto di più quanto più lungo sarà il periodo dei lavori, uno sguardo al passato potrebbe confermare che il rigore amministrativo del Lombardo-Veneto sembra ormai acqua passata e che molti timori per la gestione del denaro pubblico non sono purtroppo infondati.
In campo edilizio il contesto cremonese ci prospetta un sacco di novità per i prossimi anni: prima di tutto la certezza di un Polo Logistico, del quale nessuno parla ma di cui tutti subiranno le conseguenza, sia per l’incremento del traffico pesante e dell’inquinamento, sia per il crollo dei valori immobiliari di San Felice, sia per la prevedibile necessità di mano d’opera a basso costo e ridotta qualifica professionale che non potrà che arrivare da fuori Cremona. Sui collegamenti Cremona-Mantova e in attesa del raddoppio della linea ferroviaria, non si è ancora capito (e sono ormai decenni) in che modo il progetto autostradale si dovrà affiancare all’attuale collegamento viario, oppure se sarà l’attuale percorso ad essere rivisto. Per intanto rimane aperta la questione del “cui prodest” (magari qualcuno lo sa) in un contesto nel quale non vengono fornite le analisi di flusso veicolare, le previsioni del traffico, la quantità di territorio consumato, la disponibilità di risorse. Ovviamente nessuna previsione dei tempi che, se in linea con quanto sta avvenendo tra Spino d’Adda e Milano, vedrà i nostri nipotini, divenuti ormai adulti, tagliare il nastro dell’inaugurazione. Magari quando i collegamenti automobilistici stradali saranno roba del passato e il metaverso li avrà sostituiti.
Altra granitica certezza è invece il nuovo ospedalino di Cremona, benedetto da tutti quelli che sostengono il polo logistico e l’autostrada Cremona-Mantova, anche questo probabilmente un buon affare per molti, ma forse non per i pazienti cremonesi. In un momento di grandissima crisi della sanità pubblica, dove mancano gli operatori sanitari, dove per molte prestazioni si deve ricorrere alla sanità privata, dove si preferisce pagare un professionista mordi e fuggi che investire sulla continuità dell’assistenza, dove scarseggiano addirittura i fondi per la normale gestione e per il pagamento delle bollette di luce e gas, un ospedale nuovo costruito di fianco ad un altro perfettamente funzionante e del quale si ignora il destino ispira certamente pensieri molto brutti, quelli per i quali sarebbe necessario andare a confessarsi in chiesa e recitare un mea culpa. Anche qui nessuna riflessione, nessuna previsione, nessun dato reale, nessuna analisi, nessuno studio. Solo proclami che, quanti più soldi (nostri) impegnano, tanto più vengono appoggiati dalle categorie e dalla più parte di coloro che erano stati eletti per rappresentare gli interessi di tutti i cittadini.
Tutta gente che magari ritiene di essere immortale ma che, come tutti, vive, si ammala e muore e nel frattempo potrebbe avere bisogno proprio di quella sanità pubblica che sta spensieratamente contribuendo a distruggere. Buone Feste anche a loro.
Pietro Cavalli
4 risposte
Condivido ogni parola ed ogni pensiero.
Bravissimo, 👏👏👏👏tutto perfetto ma nessuno tranne te pochi altri si interessano della cosa come se abitassero in America! 😠
Auguri anche a te “ Bravissimo “ Cavalli….Sperando in un futuro di buonsenso e volonterosi ripensamenti da parte delle nostre teste pensanti …..e Buon nuovo anno !!!
Già. Ma dov’è la comunità cittadina che dovrebbe tentare di ricondurre alla ragione pessimi amministratori responsabili, insieme ai precedenti, della malsana e maleodorante palude cremonese? Dove sono? A spasso coi cani a concimare strade, piazze e portoni. Portoni altrui, ovviamente.