Le campagne elettorali sono sempre più vuote di contenuti, ancor di più quella attuale visti i tempi troppo ristretti. Tutti lanciano slogan, Letta e Meloni si legittimano a vicenda come unici avversari. Non vogliono confrontarsi con nessuno al di fuori di loro due. I motivi sono chiari.
E all’interno di questa scatola vuota che è la campagna elettorale che stiamo affrontando. manca
drammaticamente il tema dei giovani. La parola “giovani” viene citata spesso tra le priorità, ma
quando si arriva al dunque risulta essere semplice retorica. Il Pd annuncia una quota per i diciottenni di 10.000 euro, Fratelli d’Italia li vuole obbligare ad accettare qualsiasi lavoro gli venga offerto, pena caduta di tutti gli aiuti. Azione e Italia Viva invece affrontano questo tema come priorità assoluta per il presente e il futuro del nostro Paese. Un punto fermo del nostro programma è il patto generazionale: per ogni euro speso per la fascia over 65 deve essere accompagnato da almeno un euro speso per la fascia under 35.
Bisogna partire dalle scuole. In Italia abbiamo tra i tassi di dispersione scolastica e NEET (giovani
che non studiano e non lavorano) più alti d’Europa, oltre che performance in lettura e in
matematica decisamente peggiori rispetto agli standard internazionali, in particolare al Sud. I
problemi della scuola sono i problemi del Paese: i numeri drammatici della dispersione implicita e
della disoccupazione giovanile segnano la nostra distanza dagli altri contesti europei. Dobbiamo portare l’obbligo scolastico da 16 a 18 anni, garantendo il tempo pieno per tutti. Sono due misure che possono risultare importanti, oltre che per il fattore istruzione e cultura, anche per il contrasto alla nascita delle cosiddette baby gang. I ragazzi avrebbero i propri pomeriggi impegnati con il risultato di un rischio minore per la formazione di questi fenomeni. In tantissimi paesi europei il tempo pieno è una realtà strutturata. I pomeriggio potrebbero essere utilizzati anche per iniziative formative alternative: sport, musica, laboratori ecc. Vanno supportati gli studenti fuori sede iscritti ad università e ITS, con un sostegno alla residenzialità. E’ un modo per incentivare anche la mobilità sociale e per dare un accesso alla formazione terziaria più equo.
Dobbiamo incentivare la nascita degli ITS, ovvero quegli enti post scuola secondaria ad alta
specializzazione tecnologica. E’ paradossale che in un Paese che ha sempre avuto un alto tasso di
innovazione tecnologica e industriale come l’Italia, solamente 17.000 ragazzi partecipino a questi
corsi, contro i 400.000 in Francia e quasi un milione in Germania. Abbiamo bisogno di incentivare l’imprenditoria giovanile. E’ un tema che spesso porto in Consiglio comunale a Casalmaggiore. E’ necessario attuare un progetto strutturato: forme di accompagnamento all’imprenditorialità mediante servizi di incubazione, consulenza, mentoring e coaching. Facilitare l’accesso al capitale finanziario, cosa sempre più necessaria data dal periodo storico che stiamo vivendo, con la BCE che ha aumentato i tasse d’interesse per due volte in pochi
mesi. Bisogna anche sostenere l’innovazione organizzativa e dello sviluppo del capitale umano.
E’ necessario facilitare la transazione istruzione-lavoro e garantire le retribuzioni per i tirocini.
I giovani sono meno propensi al risparmio perché hanno il bisogno di investire per la propria
indipendenza dalla famiglia di origine. Per questo proponiamo di azzerare le aliquote Irpef fino ai
25 anni e ridurle del 50% fino ai 29 anni.
Per aiutare i giovani a costruire il proprio futuro, quello dell’Italia e quello dell’Europa, non c’è
bisogno di dargli una mancia di 10.000 euro, ma bisogna metterli nelle condizioni di avere
opportunità. C’è una fuga di ragazzi verso l’estero, soprattutto coloro che hanno una specializzazione elevata. L’Italia non può permetterselo. La piramide demografica indica drammaticamente l’invecchiamento del Paese. Tanti giovani vanno via, con il risultato che nascono sempre meno nuove famiglie e con la conseguentemente maggiore difficoltà a mantenere un adeguato standard di welfare.
Dobbiamo intervenire seriamente, e Azione-Italia Viva sono pronti a farlo.
Gabriel Fomiatti
Azione Italia Viva Cremona