Baldesio, caso magliette. Il giudice: altri 6 mesi di indagini

17 Agosto 2025

Il tribunale di Cremona nella persona del giudice delle indagini preliminari Elisa Mombelli con ordinanza del 26 giugno 2025 ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero nei confronti dei membri del Presidente dei componenti del Consiglio Direttivo della società canottieri Baldesio, indagati per diffamazione a seguito della mia querela.

Il Giudice ha riconosciuto che:
• le magliette con la scritta “Dove l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. È una questione di stile: signori si nasce… stronzi pure!” hanno invece carattere offensivo, dileggiante e mirato nei miei confronti, fatto noto a tutti i soci presenti all’assemblea;
• servono quindi ulteriori indagini per chiarire chi le abbia indossate e in quali circostanze.

In pratica: la magistratura ha confermato che non si tratta di una goliardata innocente, ma di un episodio potenzialmente diffamatorio a mio danno, e ha imposto al pubblico ministero di continuare le indagini per sei mesi.

 

Alberto Corazzi

Nella foto centrale la maglietta incriminata

Qui sotto il testo dell’ordinanz

n. 3271/2024 R.G.N.R.
n. 3047/2024 R.G. GIP
TRIBUNALE DI CREMONA
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
II G.I.P., dott.ssa Elisa Mombelli,
letti gli atti del procedimento penale di cui in epigrafe iscritto a carico di GUADAGNOLI
Alberto + 7, in ordine al reato di cui all’art. 595, comma 3, c.p.,
vista la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero;
visto l’atto di opposizione depositato dalla difesa della persona offesa;
sentite le parti all’udienza in data 26 giugno 2025 ed a scioglimento della riserva assunta,
OSSERVA
Il presente procedimento origina dalla querela per diffamazione presentata da Alberto
CORAZZI in data 10 agosto 2024 presso la locale Procura della Repubblica nei confronti di
GUADAGNOLI Alberto, MONFREDINI Matteo, FUMAGALLI Lorenzo, ROMAGNOLI
Giancarlo, ROSSI Andrea, GUALAZZI Riccardo, MIRRI Fabio, DE STEFANI Federico e
SIVELLI Stefano, tutti membri del consiglio direttivo dell’associazione sportiva dilettantistica
canottieri “Baldesio”.

II CORAZZI lamentava di avere subito una lesione alla propria reputazione a fronte della
pubblicazione, in data 22 maggio 2024, sul sito internet della “Baldesio”, di una fotografia
raffigurante i nove consiglieri con un testo a firma di Matteo MANFREDINI del seguente
tenore: “cari soci e care socie, in queste ultime due settimane, da quando abbiamo pubblicato
il bilancio consuntivo 2023 e preventivo 2024 che verranno posti alla vostra approvazione
nell’assemblea di sabato 25 maggio, i leoni da tastiera hanno aperto le danze e subito sono
partite le critiche su entrambi i bilanci spesso dovute ad una scarsa conoscenza della materia
ed alla voglia irrefrenabile di criticare qualsiasi cosa possibile e ciò solamente per contestare
l’operato di questo consiglio…credo altresì che una critica distruttiva, spesso arrogante,
presupponente e fine a sé stessa faccia solamente il male della nostra società, insinuando
dubbi e perplessità nei soci […]. scrivere innumerevoli messaggi whatsapp o pec chilometriche
al consiglio per convincerlo delle proprie personali opinioni non è un modo sano di
confrontarsi. Il socio deve avere fiducia dell’operato del consiglio e non occuparsi di
controllare ogni minima scelta e/o decisione che prende e ciò per mero spirito di
contraddizione e senza purtroppo spesso avere neppure contezza di ciò di cui si sta
disquisendo”.

Il querelante lamentava altresi l’offesa alla propria reputazione in quanto i consiglieri
odierni indagati, al termine delle votazioni relative al Bilancio di esercizio, avrebbero indossato
magliette provocatorie sulle quali erano stampate la fotografia di Totò e la scritta: “Dove
l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. È una questione di stile: signori si nasce…stronzi pure!”.
******
Il Pubblico Ministero avanzava richiesta di archiviazione del procedimento, ritenendo, da un
lato, che non fosse univocamente individuabile nel CORAZZI il destinatario di detti commenti,
dall’altro lato, che, in ogni caso, si tratterebbe di modalità di espressione, sebbene con modalità
colorite, infantili e folcloristiche, di una opposizione nei confronti delle opinioni divergenti sorte in seno all’associazione, sicché gli agiti in contestazione sarebbero scriminati dall’esercizio del diritto di critica.
******
Ritiene il Giudice che la richiesta di archiviazione non possa, allo stato, trovare accoglimento
Se la forma espositiva impiegata nella pubblicazione datata 22 maggio 2024, benché contenga
una terminologia forte e suggestiva al fine di richiamare l’attenzione del lettorej non appare né
sovrabbondante, né gravemente infamante o inutilmente umiliante, mantenendosi invero nei limiti di una opportuna dialettica nel dibattito sociale, ciò non può dirsi quanto alla ulteriore condotta oggetto di censura, certamente biasimevole e, in questo caso, inutilmente dileggiante.
E che bersaglio di detta esternazione fosse il CORAZZI era circostanza nota quantomeno
all’interno della cerchia dei soci che hanno partecipato all’assemblea, come si evince sia dal tenore
dei commenti postati a seguito degli articoli che hanno dato risalto alla notizia, sia dalla circostanza di notoria conoscenza per cui, anche in limine all’assemblea, il CORAZZI si fosse profusamente esposto in commenti e censure all’operato del consiglio

Si reputano, nondimeno, necessarie ulteriori indagini tese a chiarire se effettivamente detta
maglietta riportante la scritta ritenuta diffamatoria sia stata indossata all’esito dell’assemblea dei
soci e da chi sia stata indossata, se da tutti e da ciascuno dei consiglieri.
Visto l’art. 409 с.p.р.,
P.Q.M.
rigetta la richiesta di archiviazione del procedimento e dispone che il Pubblico Ministero
provveda, nel termine di sei mesi, all’effettuazione delle indagini sui punti di cui alla parte motiva.
Ordina la restituzione degli atti al Pubblico Ministero. Lo manda alla cancelleria per gli adempimenti di competenza.

Cremona, nella Camera di Consiglio del 26 giugno 2025
Depositato in cancelleria
in data 16 AGO. 2025
L’ASSISTENTE GIUDIZIARIO
Ioana Mazzini
IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Elisa Mombelli

Sotto il link col testo dello’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari

Ordinanza rg gip 3047-24

88 risposte

  1. Esempio emblematico di come il sistema giudiziario italiano si perda nel nulla più totale. Mi domando però se non era il caso di chiudere la cosa senza ulteriori strascichi, la maglietta si poteva e si doveva assolutamente evitare ma vedo che la controparte, seppur nemmeno nominata, non perde occasione per portare sulla graticola il nome della società. Non ero molto d’accordo sui provvedimenti disciplinari ma dopo gli ultimi tempi inizio a convincermi che siano stati quasi doverosi. L’estate comunque prosegue lo stesso senza tutto questo e mi permetto quasi una bella alzata di spalle davanti a tutta questa triste commedia.

    1. Certo. Il collegio dei Probiviri avrebbe dovuto prendere provvedimenti o perlomeno esprimersi! Invece se ne è stato muto. Per paura di essere preso pure lui di mira? E i soci si sono lasciati convincere che il male stava tutto dalla stessa parte senza se e senza ma. Ma per favore! Arroganza e supponenza hanno portato a questo. Che cosa avrebbe dovuto fare secondo lei una persona trattata ingiustamente a pesci in faccia ( il giudice Fattori ha messo nero su bianco quali fossero i suoi sacrosanti diritti) e insultata da un gruppo che in modo estremamente ineducato l ‘ ha sbeffeggiata? Incassare e tirarsi indietro?

      1. Arroganza di colui il quale avendo qualche soldino in più di altri pensa di comandare ovunque mette piede pensando sempre di essere il più furbo e non accettando che il suo parere non venga preso in conto? Si, mi trova d’accordo. Probabilmente però stiamo parlando di soggetti diversi, si legga le motivazioni della sospensione e dell’esulsione e già che c’è anche di qualche PEC inviata, poi ne possiamo ridiscutere. Si legga pure anche la sentenza dove vedrà che di condanne non ve ne sono ma solo un semplice venirsi incontro in base alle singole esigenze.

        1. Alessandro,
          vedo che ripeti luoghi comuni senza nemmeno leggere i provvedimenti giudiziari.
          1. Parli di arroganza perché “ho qualche soldino in più”? Ti ricordo che se io ho potuto permettermi di pagare avvocati, l’ho fatto non solo per difendere me stesso, ma anche per quei soci che non avrebbero avuto i mezzi per farlo. Senza le mie azioni legali oggi non sapremmo che il Consiglio ha violato lo Statuto ed è stato condannato. Non è arroganza, si chiama responsabilità.
          2. Dici che non ci sono condanne, ma solo un “venirsi incontro”?
          Falso. La sentenza del Tribunale di Cremona (23 dicembre 2024, giudice Benedetta Fattori) parla chiaro: la Baldesio è stata condannata a rimborsarmi le spese legali proprio perché aveva negato ai soci l’accesso agli atti. Questa non è una stretta di mano: è una condanna vera e propria.
          3. Citi sospensione ed esclusione come se fossero prove di colpa. Ti sfugge un dettaglio: entrambe sono state impugnate in tribunale e sono certo che verranno spazzate via, restituendomi la dignità che mi compete. A contare, però, non sono le vendette di bottega, ma i tribunali.
          4. E proprio i tribunali parlano chiaro. L’ultima ordinanza del GIP dott.ssa Elisa Mombelli (26 giugno 2025) ha rigettato la richiesta di archiviazione e disposto nuove indagini contro tutti i consiglieri della Baldesio per diffamazione aggravata, scrivendo che le magliette con la scritta “signori si nasce, stronzi pure” sono state un atto “biasimevole, inutilmente dileggiante e diretto proprio contro Corazzi”.

          Prima di parlare di “furberie” e “soldini”, quindi, sarebbe opportuno leggere davvero le sentenze e le ordinanze. Quelle, a differenza delle tue parole, hanno valore.

    2. Caro Alessandro, non il nome della società, ma di chi crede di poter fare tutto quello che vuole. La maglietta è vergognosa e non risponde allo stile che un consiglio della Baldesio dovrebbe esprimere. Per chiudere tutto bisognava che almeno l’inutile collegio dei probiviri prendesse decisioni! Ma non faceva comodo. Le PERSONE che fanno del consiglio sono responsabili, e non come presidente e consiglieri, ma come PERSONE indipendentemente dalla carica che hanno accettato di assumere. Paghino sia in denaro che come immagine. Ma non è l’immagine della Baldesio di cui sono/ ero orgoglioso di fare parte.

    3. Cara Alessandro,
      di “emblematico” qui c’è solo la sua confusione tra chi subisce un’ingiustizia e chi la commette. Un Giudice ha appena scritto che quelle magliette erano diffamatorie e ha ordinato ulteriori indagini . Lei invece riesce nel capolavoro di solidarizzare con chi le ha indossate. Complimenti per la coerenza.

      Io non “metto sulla graticola” la società: io denuncio gli abusi di chi dovrebbe rappresentarla con dignità. Sa cos’è che mette davvero sulla graticola la Baldesio? Un consiglio che si presenta in assemblea con magliette da baraccone, non chi ne subisce l’offesa. Lo stesso consiglio che è già stato condannato in tribunale per aver negato i documenti ai soci.

      Lei mi chiede perché non ho “chiuso la cosa senza strascichi”. Forse perché chiudere gli occhi davanti agli abusi non è stile, ma complicità.

      Poi scrive che all’inizio non era d’accordo con i provvedimenti disciplinari, ma adesso, dopo che un giudice ha detto che le magliette erano diffamatorie, si convince che fossero “quasi doverosi”. Geniale: punire chi è diffamato e assolvere chi diffama. Una logica degna di nota — da inserire nei manuali di diritto all’incontrario.

      E infine la sua “bella alzata di spalle”. Ecco, quella spiega tutto: c’è chi combatte per la verità, e chi si gira dall’altra parte. Indovini in quale delle due categorie rientra lei?

  2. A chi ha pensato e scritto che la Baldesio è stata trascinata a essere sulla bocca di tutti a causa di Corazzi, chiedo di pensare ( scrivere sarebbe troppo) chi è stato realmente a trascinare in un vortice ridicolo e trasudante maleducazione. Ringraziamo presidente e consiglieri che hanno avuto la splendida idea di farsi confezionare e indossare un capo dall’eleganza e dallo stile inconfondibili. Se i probiviri si fossero mossi per tempo a sottolineare comportamenti inadeguati di persone alle quali noi soci abbiamo dato fiducia, forse non saremmo arrivati in tribunale. Infine mi auguro solo che questi signori non addossino sulle spalle della società le spese di scelte loro personali che con la Baldesio non c’entrano nulla. La Baldesio ringrazia e mi auguro che non paghi scelte e comportamenti che nulla hanno a che fare con la gestione!!!

    1. Si rilegga qualchr PEC inviata e poi giudichi lei lo stile e l’educazione. Il gesto delle magliette era assolutamente da evitare ma parimenti inaccettabile il modus operandi in fatto di stile, educazione e merito di Corazzi sulle scelte di un consiglio legittimato più volte dall’assemblea dei soci di operare per loro conto.

      1. Alessandro,
        lei tira in ballo le mie PEC come se fossero lettere scortesi da cestinare, dimenticando che quelle stesse PEC sono state lette dai giudici e hanno prodotto due risultati molto concreti: la condanna del Consiglio per avermi negato l’accesso agli atti e l’annullamento dell’assemblea del 6 giugno per violazione dello statuto. Altro che “stile”: si chiama far rispettare la legge.

        Lei scrive che il gesto delle magliette era “da evitare”. Curioso: un giudice lo definisce diffamatorio e lei lo derubrica a “gesto da evitare”, come se fosse stato un cappellino di carnevale fuori luogo.

        Quanto alla legittimazione dell’assemblea, la ricordo con un dato che lei omette: bilanci approvati con il 55% significa un 45% contrario. In politica si chiama Caporetto, non legittimazione assoluta. E comunque, nemmeno l’unanimità dei voti autorizza un Consiglio a diffamare, a violare lo statuto o a negare i diritti ai soci.

        Perciò, se di “stile ed educazione” vuole parlare, cominci con la logica. Perché la sua, al momento, assomiglia a una giustificazione senza capo né coda.

        1. Lei Corazzi scriva pure quello che vuole e nei modi che ritiene più opportuni, il sottoscritto si ritiene libero di pensarla come vuole ed il tono delle sue risposte non fa altro che confermarmi che il provvedimento di espulsione è stato un atto dovuto. E all’inizio ero pure contrario a tal provvedimento, tragga lei le sue conclusioni.
          Buona giornata, non le risponderò ulteriormente perché non ho ulteriore tempo da dedicarle.

          1. 92 minuti di applausi… corazzi hai rotto… i soci non ti vogliono più nel bene o nel male …. Anche chi ha firmato ( tra l’altro alcuni senza sapere cosa) ha cambiato idea… torna a leggere in piazza stradivari

          2. Alessandro,

            dire “non le risponderò più perché non ho tempo” non è un segno di superiorità, ma solo l’ammissione di non avere più argomenti. Davanti a una sentenza di condanna e a un’ordinanza di rinvio a indagini per diffamazione aggravata, capisco che resti solo il silenzio.

            Parli di “atto dovuto”? Ti ricordo che la mia sospensione e la mia espulsione sono già impugnate in tribunale e verranno cancellate, come tutte le altre decisioni illegittime prese da questo Consiglio. La differenza tra me e te è semplice: io parlo con i documenti e le sentenze a mio favore , tu con pregiudizi e chiacchiere da bar.

            Hai detto che “all’inizio eri contrario alla mia espulsione”? Peggio per te: significa che ti sei fatto trascinare nella menzogna e nella diffamazione. E ora lo rivendichi pure come fosse un merito.

            Concludo: non sono io a dover trarre conclusioni, saranno i tribunali a farlo. E la storia recente dimostra che ogni volta che la Baldesio è finita davanti a un giudice, ha perso.

      2. 92 minuti di applausi, Gino? Mi sa che hai confuso il tribunale con un cinema. Io invece continuo a leggere – non solo in piazza Stradivari, ma anche nei provvedimenti dei giudici – e lì gli applausi li prendono le sentenze, non le chiacchiere.
        Quanto ai soci, non mi risulta che abbiano cambiato idea: le firme stanno lì, nero su bianco, e non spariscono perché lo dice Gino in un commento.
        Quindi tranquillo: puoi pure fare il critico teatrale, ma il finale di questa commedia non lo scrivi tu.

    2. Oggi La Provincia pubblica a piena pagina (pag. 5) la vicenda magliette e l’ordinanza del giudice Elisa Mombelli

      Ancora una volta la Baldesio finisce sui giornali non per i meriti sportivi, ma per le vicende giudiziarie create da chi la governa. E questo non è un giudizio soggettivo: lo ha certificato un tribunale.

      Se il giudice Benedetta Fattori ha condannato il Consiglio per abuso di potere dopo due anni di dinieghi al diritto di accesso agli atti, non è certo colpa dei soci. E se oggi il giudice Elisa Mombelli ha disposto nuove indagini, è perché ha riconosciuto che le magliette con scritto “signori si nasce, stronzi pure” non erano una goliardata, ma una condotta “inutilmente dileggiante”, mirata nei miei confronti, e che occorre chiarire “da chi sia stata indossata, se da tutti e da ciascuno dei consiglieri” .

      Come dicevano gli antichi, “chi è causa del suo mal pianga se stesso”: chi semina offese e violazioni, raccoglie tribunali e prime pagine.

      La filosofia insegna che la vera responsabilità non è trovare scuse, ma assumere le conseguenze delle proprie azioni. E di fronte a due provvedimenti giudiziari che mettono nero su bianco gli abusi e le offese, questi signori hanno perso ogni credibilità. Per questo la sola scelta dignitosa che resta è rassegnare immediatamente le dimissioni, così da restituire decoro alla società e permetterle di tornare a essere conosciuta per lo sport e non per le vicende giudiziarie.

  3. Il sistema giudiziario è quello che è, ma gente che vuole fare la furba e la dura a tutti i costi senza accettare di dover rendere conto a tutti i soci, sia quelli che da bravi cremonesi sono infastiti e dopo un po’ se ne fregano dando libertà assoluta e incondizionata ( che piacciono molto), sia quelli che rompono e tengono duro e vogliono guardarci dentro, che non piacciono affatto. Tutti.

  4. Mi associo al commento di M.F.. trovo fuori luogo, scorretto far finta di non sapere o voler sapere chi ha aperto le danze! E voler cercare di cambiare la realtà dei fatti e la responsabilità di coloro i quali ai vari livelli, hanno iniziato e proseguito con attacchi e atteggiamenti non consoni ai ruoli

    1. Gino, non sono un ex socio. Ho impugnato davanti al Tribunale sia la sospensione che l’esclusione, quindi sarà un giudice a decidere se dopo 60 anni bastano 3 soci Baldesio di nome probiviri per allontanare chi ha sempre lottato per il rispetto delle regole

      Sarà cioè un giudice a dire se io ho tutelato gli interessi della Baldesio, battendomi perché le regole e lo statuto venissero rispettati da tutti.

      Per ora i giudici hanno già parlato: uno ha condannato il Consiglio perché mi negava il diritto, garantito a ogni socio, di consultare gli atti; un altro ha stabilito che le magliette con la scritta “signori si nasce, stronzi pure” avevano carattere diffamatorio.
      Siamo in Italia, non a Kabul

      1. Esatto, Sig. Corazzi, siamo in Italia, non a Kabul e quindi lei ad oggi è un ex socio, espulso a mio parere con pieno merito e titolo da un collegio eletto e quindi ampiamente legittimato da statuto ad operare in tal modo. Lei poi può impugnare la decisione se non la ritiene corretta ma fino alla fine del procedimento lei è a tutti gli effetti fuori dalla società, appunto perché siamo in Italia e non a Kabul e quindi la legge e le decisioni si rispettano, non lo si fa o meno in base a propri tornaconti, alla propria disponibilità economica o in base al cognome che uno porta.
        E quanto sopra scritto è la base di un sistema che voglia ritenersi civile, piaccia o meno.

        1. Sig. Codazzi, lei ha ragione: siamo in Italia, non a Kabul. E proprio perché siamo in Italia esiste un potere superiore a quei Probiviri che lei cita con tanta deferenza: si chiama magistratura. Io ho impugnato sia la sospensione sia l’esclusione, quindi fino alla decisione del giudice resto socio Baldesio a tutti gli effetti. Non è un mio capriccio, è la legge.

          Poi, se vuole parlare di “civiltà”, parliamone. Un collegio che ha professato gratitudine al Consiglio e che, nonostante decine di esposti, non ha mai aperto un’istruttoria contro di esso, sarebbe questo il modello di legalità che lei invoca? Se la gratitudine è il metro di giudizio, allora i Probiviri non sono arbitri, ma una claque.

          Quindi sì, in Italia le decisioni si rispettano. Quelle dei giudici, però. E sarà molto interessante vedere chi dovrà rassegnarsi: io, che mi fido della giustizia, o chi oggi si illude che basti la gratitudine dei Probiviri riconoscenti per riscrivere i fatti.

          1. Mi cita per cortesia il comma in base al quale lei rimane socio a tutti gli effetti in base al fatto che ha impugnato i provvedimenti? A me la cosa non risulta fattibile, ma magari sono io l’ignotante, tutto è possibile e se sarà così farò ammenda e ne prenderò atto.

        2. Codazzi, non serve che io ti citi un comma come se fosse un versetto della Bibbia.
          La questione è semplice: quando un provvedimento disciplinare viene impugnato in tribunale, i suoi effetti restano sospesi fino alla decisione del giudice. È diritto civile elementare, non un “cavillo”.

          Io ho impugnato sia la sospensione che l’esclusione. Dunque non sono affatto un “ex socio”, e lo resterò fino a sentenza definitiva.
          Il resto sono chiacchiere.

          Se non ti risulta “fattibile”, rivolgiti a un avvocato: ti spiegherà lui quello che a quanto pare sfugge alla tua lettura.

          Io, intanto, mi baso sui fatti: due cause già vinte contro questo Consiglio e un castello di accuse inconsistenti che presto crollerà anche davanti al giudice civile.

          1. Corazzi, come gli altri dati scrive quello che le fa più comodo anche travisando dati.
            Visto che ama Chat GPT l’ho usato anche io :

            Impugnazione di un provvedimento disciplinare (sospensione o esclusione da un’associazione/ente): l’atto produce effetti immediati dal momento in cui viene deliberato dall’organo competente (es. consiglio direttivo).

            Effetto dell’impugnazione davanti al giudice: l’impugnazione non sospende automaticamente l’efficacia del provvedimento. Per bloccarne gli effetti serve una misura cautelare (sospensione concessa dal giudice su istanza della parte).

            Questo vale sia per il diritto civile in generale (art. 2378 c.c. per le delibere assembleari delle società di capitali, analogicamente applicato anche ad associazioni), sia per la disciplina processuale ordinaria: l’impugnazione di un atto non ne blocca l’esecutività, salvo specifica disposizione di legge o decisione del giudice.

            👉 Quindi: non è vero che “elementare diritto civile” prevede la sospensione automatica degli effetti fino alla sentenza.
            È vero invece che puoi restare socio solo se il giudice, in via cautelare, sospende l’esclusione fino alla decisione definitiva

            E con questo mettiamo una pietra tombale certificando il fatto che lei oggi sia un EX socio Baldesio.

            Buona serata.

    2. Mi accodo al pensiero del Sig. Alessandro, il tenore delle risposte date dal Sig. Corazzi, soprattutto riferite anche alla lettera di molti soci dove si chiedeva a tutte le parti in causa di abbassare i toni, legittima a questo punto l’espulsione e non per un diritto di critica negato, che se c’è risulta anche costruttivo, ma per i toni per i modi per l’educazione e per il rifiuto di qualsiasi forma di mediazione. Mi spiace umanamente ma questo comportamento è inaccettabile così come assolutamente criticabile quello delle magliette.

      1. Quindi: l’uno è un comportamento criticabile e passibile di espulsione, l’altro ( magliette ) invece avrebbe meritato che si abbassassero i toni e che venissero accettate mediazioni. Non tutti però sono disposti ad essere dileggiati, e anche aggrediti pubblicamente e violentemente come sappiamo tutti essere capitato, e poi a lasciare perdere per quieto vivere… Due pesi e due misure: non è corretto!

        1. Caro G. C. la consecutio temporum dei fatti però forse non le è chiara, se non ci fosse stato già da subito un comportamento del Corazzi al limite dell’insulto e dell’offesa la maglietta, deprecabile senza ombra di dubbio, non vi sarebbe mai stata. Nell’ordine, maglietta, sospensione, espulsione con un’unica costante in questo lasso temporale, un comportamento del Corazzi che la maggior parte dei soci (visto che il consiglio è ad oggi pienamente legittimato) trova assolutamente non consono, nei modi e nelle espressioni. In ultimo anche la continua richiesta di dimissioni di un consiglio appena confernato la trovo veramente disdicevole e senza rispetto verso chi ha votato.
          Le auguro una buona giornata.

          1. Signora Orini, la sua “cronologia” non sta in piedi.
            È un montaggio selettivo che taglia i passaggi scomodi e ribalta il senso dei fatti. Ecco ciò che ha “dimenticato”:
            1. Dicembre 2024 – Ordinanza del Tribunale (giudice Benedetta Fattori).
            Il Consiglio è stato condannato per avermi negato l’accesso agli atti. Non due foglietti: il giudice ha riconosciuto il mio diritto a visionare tutta la contabilità e i contratti degli ultimi sei anni. Questo è un fatto, non un’opinione.
            2. 6 giugno 2025 – Assemblea annullata.
            Su mio esposto è stata fatta saltare un’assemblea convocata in violazione dell’art. 11 dello Statuto, perché i bilanci non erano stati resi disponibili nei termini. Anche questo è un fatto verificabile, ma lei lo omette.
            3. Almeno dieci esposti contro il Consiglio.
            Tra le violazioni documentate, l’occultamento per quattro mesi dell’unico preventivo ESCo, nonostante la condanna del giudice sull’accesso. Silenzio totale nella sua ricostruzione.
            4. Magliette diffamatorie.
            Un provvedimento giurisdizionale ha già qualificato quelle magliette per ciò che erano: diffamatorie, e il bersaglio ero io. Domanda semplice: perché i Probiviri – che dichiarano perfino “gratitudine” al Consiglio – non hanno mai aperto un’istruttoria? Adesso che c’è un accertamento, intendono finalmente muoversi?

            Quanto alla mia esclusione, lo ripeto: è giuridicamente inconsistente e finirà annullata in tribunale. Anche qui parleranno gli atti.

            In conclusione: finché non inserisce questi passaggi indispensabili nella timeline, la sua non è informazione, è propaganda per conto terzi. I fatti hanno la testa dura: li può tagliare nel racconto, ma restano negli atti.
            Attendo una rettifica puntuale, con date e provvedimenti. Poi, se vuole, discutiamo di opinioni. Prima, però, rispetti la realtà dei fatti.

      2. Sig.ra Orini,

        capisco la sua posizione, ma le faccio notare alcuni punti che non possono essere ignorati:
        1. Lei cita “la lettera di molti soci”. In realtà, quei presunti 50 soci sono rimasti anonimi: nessun nome, nessuna firma, nessuna assunzione di responsabilità. Perché? Perché mancava loro il coraggio di metterci la faccia. Al contrario, i 150 soci che hanno firmato il comunicato di solidarietà nei miei confronti lo hanno fatto con nome e cognome, assumendosi pubblicamente la responsabilità delle loro parole. E non solo: gli stessi hanno chiesto al Consiglio di pubblicare, per par condicio, anche il loro comunicato. Ma il Consiglio si è rifiutato. Bella coerenza, vero?
        2. Quel comunicato anonimo non è altro che la fotocopia delle stesse accuse già mandate in passato ai Probi Viri. E sappiamo tutti come è andata a finire: accuse pretestuose, senza seguito e prive di fondamento. Il copia-incolla della propaganda non diventa più vero solo perché ripetuto.
        3. Quanto ai “toni” e alla presunta mancanza di educazione, le ricordo che il vero scandalo lo hanno creato i consiglieri, indossando magliette diffamatorie con scritto “signori si nasce, stronzi pure”. E su questo non sono io a parlare, ma un giudice — il GIP dott.ssa Elisa Mombelli — che ha definito l’episodio “biasimevole, inutilmente dileggiante e diretto proprio contro Corazzi”.

        Dunque, se vogliamo parlare di “inaccettabile”, partiamo da lì. Perché l’educazione non si misura col tono di una replica scritta, ma con i comportamenti. E chi insulta i soci con magliette diffamatorie non ha alcun titolo per ergersi a maestro di stile.

        Alla fine, tutto si riduce a una questione molto semplice: da una parte ci sono i fatti, le sentenze, le ordinanze e le firme in chiaro di 150 soci; dall’altra ci sono comunicati anonimi, copie e incolla e accuse senza fondamento.
        Ognuno tragga le proprie conclusioni su chi sta davvero mancando di rispetto ai soci e alla Baldesio.

        1. 138 per la precisione , con persone che interpellate sono cadute dal cielo vivendo all estero. Un paio della chat mi sembra si vogliono togliere. A far tanto arriva a 100. La fa lei la proporzione sul totale dei soci o la facciamo fare al suo avvocato o all ingegnere che tiene la lista?

  5. Ci rendiamo conto che in primis viene portata avanti questa cosa come una questione di Stato che poteva essere chiusa bonariamente molto prima senza ricorrere ai Tribunali. Secondariamente trovo comunque da persone poco intelligenti e facenti parte di un CD di una canottieri storica e gloriosa usare stratagemmi come magliette dileggiati una persona che, magari in modo un po’ sopra le righe, ha espresso proprie idee o perplessità. Il Signor Corazzi che non conosco personalmente è un imprenditore e le contestazioni sui “numeri” in gran parte provenienti dal Nuoto delle spese pazze non se li è certo inventati. Suvvia agiamo di intelligenza.

    1. Magari sopra le righe? Se secondo lei le varie definizioni di : incompetente, banda bassotti, collusi, indegni, dilettanti allo sbaraglio e tante altre decine di insulti diffamatori sono definibili con un ‘magari sopra le righe’ allora io sono PeterPan. Le magliette non erano da mattere ma Corazzi è andato ben oltre l’ordinaria sopportazione ed anche i consiglieri non sono dei Santi che devono sopportare in silenzio le diffamazioni di uno che solo perché non si fa come dice lui ed ha i soldi tiene comportamenti incommentabili.

      1. La mia non è una difesa d’ufficio, ma non mi risulta che Corazzi abbia indirizzato al Consiglio direttivo le offese diffamatorie che lei elenca, di sicuro non su questo blog.

        1. Si rilegga bene la chat dove lei è inserito d’ufficio, e poi cambia idea.
          Oltretutto mi risulta che si comporta da probiviro inserendo e escludendo a suo piacimento i partecipanti.
          Ps Gino il sig Corazzi potrà aver ricevuto tutti i soldi del mondo, ma troverà sempre uno con più soldi di lui e un avvocato più bravo di Pisapia.

          1. Infatti, sono inserito d’ufficio, ma non sono mai intervenuto e nemmeno partecipo.

        2. Se non è d’ufficio perché interviene? Per amicizia? Solidarietà? Incompetenza dell interessato? Interesse personale? #corazziout

          1. Gino e Mariolino si esercitano nell’arte del fango: parlano per etichette, per slogan e per insinuazioni, ma non portano un fatto verificabile. È il solito schema: cercare di coprire la realtà con parole urlate. Peccato che ci sia un depuratore che si chiama Tribunale – e lì contano solo i documenti, non le invenzioni.

            Gino elenca insulti a raffica, senza uno straccio di riscontro. Mariolino rincara la dose con teorie confuse, accuse campate in aria e, come ciliegina sulla torta, un hashtag da curva sud: #corazziout. Questo non è “dibattito”, è diffamazione pura.

            Intanto, però, i fatti sono altri: il Tribunale ha condannato il Consiglio per avermi negato l’accesso agli atti; un’assemblea è stata annullata per violazione dello statuto grazie ai miei esposti; le magliette sono state dichiarate diffamatorie da un giudice. Tre colpi secchi, tre punti che nessun commento può cancellare.

            E ora, visto che Mariolino si diverte con gli hashtag, sarò io a divertirmi con le verifiche: ho già annunciato la denuncia per diffamazione, e sarà molto interessante scoprire se è un socio Baldesio e magari se ricopre anche qualche carica all’interno della società. A quel punto, vedremo chi resterà a ridere.

        3. Il blog sig.Zanolli non c’entra, è tutto riportato nella chat soci Baldesio, sul Blog fortunatamente tutti tengono un linguaggio a volte sarcastico ma educato e lei fa comunque bene a dar risalto alla cosa.

      2. Gino,

        non so a chi ti riferisca con quella sfilza di termini (“banda bassotti, collusi, indegni, dilettanti allo sbaraglio…”) che io non ho mai usato. L’unico termine che ho usato — e che rivendico — è “incompetenti”, e non è un insulto, ma la fotografia fedele di ciò che dicono i numeri: un buco di cassa di 350.000 euro in un solo anno e conti in rosso al 31 dicembre 2024.

        Questo non è un mio giudizio personale: sono i bilanci ufficiali della Baldesio a parlare.

        Quanto alle magliette, è un giudice a definirle “biasimevoli e inutilmente dileggianti”, non io. Quindi se vogliamo parlare di diffamazione, iniziamo da lì.

        Non confondiamo dunque la critica documentata — basata su sentenze, ordinanze e numeri di bilancio — con gli insulti gratuiti. Io mi assumo la responsabilità di ciò che scrivo e lo firmo col mio nome.

        1. Si rivada a rileggere alcuni suoi commenti che definirei ‘ampiamente coloriti’ sulla chat, poi è pur vero che ogni definizione che uno usa è soggettiva ed ha un impatto diverso da individuo ad individuo ma credo si sia ampiamente passato il limite dialettico che fa passare una critica da meritevole di attenzione ad offesa gratuita verso chi a conti fatti amministra a tempo perso la società. Se poi a lei i suoi interventi sembrano equilibrati e non offensivi allora anche in questo caso siamo in ambito soggettivo, ad altri può non sortire lo stesso effetto. Faccio anche una errata corrige sulla banda bassotti, che in effetti non è stato lei a pubblicare ma altro soggetto anche lui incline a commenti sempre ponderati ed educati, e questo per correttezza nei suoi confronti. Poi se in un futuro riporterà il confronto dialettico ad un livello mediamente accettabile per poter iniziare confronti allora tutti ne saremo ben lieti.

      1. Mariolino (sicuramente un nome falso),

        il tuo commento sarà immediatamente inoltrato all’avvocato Pisapia di Milano, affinché tramite la Polizia Postale si proceda alla tua identificazione e alla conseguente denuncia per diffamazione aggravata a mezzo stampa ai sensi dell’art. 595, comma 3, codice penale. L’anonimato non ti proteggerà.

        Per il resto, rispondo punto su punto:
        1. “Ex imprenditore”? Falso. Basta una semplice visura camerale per verificare che sono tuttora proprietario della Corazzi S.r.l. insieme a mia sorella. Di “ex” c’è solo la tua intelligenza.
        2. “Ex socio Baldesio”? Non bastano tre Probi Viri di nome a cancellare oltre sessant’anni di appartenenza alla società. Proprio per questo ho già impugnato l’espulsione in tribunale, chiedendo anche i danni morali e materiali contro chi ha firmato quel vergognoso provvedimento.
        3. Quanto alla Vanoli, non sono mai stato proprietario di nulla, ma solo un tifoso e uno sponsor generoso insieme a mia sorella. Quando tutta la città taceva, noi abbiamo contribuito a fondo perduto per sostenere la squadra, permettendole di restare in Serie A. Questo lo sanno bene i tifosi, la società e tutta Cremona… tranne te, che ti nascondi dietro un nickname da cartone animato.

        La differenza è semplice: io ci metto nome, cognome, azienda, storia e contributi concreti. Tu solo un soprannome da tastiera.

  6. Approfitto dell’ospitalità del blog per complimentarmi con il comune per l’ottimo lavoro su Via del Porto, ora molto più accogliente con delle panchine rinnovate da cui si possono rimirare in sicurezza e serenità i tigli della Baldesio salvati anni fa dalla lungimiranza dell’ex socio Corazzi.

    1. Confermo le parole dello sceriffo… ringrazio anche io l’ex socio Corazzi per la visione futuristica, senza dimenticare il contributo prezioso di altri soci e professionisti della chat.
      Ma poi sig. Corazzi ha liberato l’armadietto? A già ma lei non è mai venuto quindi non ha dentro nulla.
      Colgo l’occasione per salutare l’ingegner Arisi paladina della lista pro Corazzi.

      #corazIout

      1. Benessere radiante”? Strano nome per chi scrive solo fumo e nebbia: nessuna radiazione benefica nelle sue parole, solo la solita cortina per provare a nascondere i fatti.

        Un dettaglio che le sfugge: sono tuttora socio Baldesio. Ho impugnato in tribunale sia la sospensione sia l’esclusione, e attendo con estrema curiosità il verdetto dei giudici. Una curiosità serena, perché so che rientrerò a testa alta. E a quel punto potrò chiedere i danni a chi ha infangato il mio nome con provvedimenti disciplinari inesistenti e strumentali, provati dal Consiglio e approvati dai Probiviri su esposti fasulli dei consiglieri.

        E allora la vera domanda è: gratitudine per cosa?
        Per essere stati condannati in tribunale e aver perso la causa contro di me?
        Per aver indossato magliette che un giudice ha definito diffamatorie, con me come bersaglio?
        Per aver trasformato esposti inventati in provvedimenti disciplinari che non stanno in piedi nemmeno davanti a uno studente di diritto?

        C’è chi gioca con alias improbabili, hashtag da stadio e battutine sugli armadietti; e c’è chi si misura con ordinanze e sentenze che restano agli atti.

        1. Ah, ecco l’ex socio che si prende tutto sul serio come se fosse ancora il centro del mondo. Ti vedo lì, tra ordinanze, tribunali e provvedimenti, a immaginarti rientrare “a testa alta”, mentre tutti gli altri ti guardano come il Mago Polpetta: tanto rumore, gesti teatrali… e niente sostanza.

          Davvero sorprendente come tu riesca a trasformare magliette e esposti in epiche battaglie legali, mentre il mondo reale va avanti senza di te. E intanto continui a parlare di provvedimenti “fasulli” e condanne che avresti vinto… peccato che, agli occhi di chi legge, sembri solo un ex socio convinto di essere ancora protagonista di una saga che ormai non lo riguarda più.

          In sintesi: puoi continuare a recitare il tuo copione giudiziario, ma la realtà ti ha già consegnato il ruolo che meriti: il Mago Polpetta dei tribunali, applaudito solo da te stesso.

    2. Caro “sceriffo”,
      leggere i tuoi complimenti al Comune per via del Porto è quasi comico. Io invece vedo solo asfalto che impera dove prima c’era verde: chiamarlo “più accogliente” è come dire che un parcheggio è un giardino.

      Quanto ai tigli, lì sì che hai ragione a ringraziarmi. Sono ancora in piedi solo perché ho impedito un’assurda decisione avallata da questo Consiglio, che aveva stabilito di potarli a metà aprile, in piena violazione del regolamento comunale e con il rischio di danneggiarli gravemente. Io ho inviato un esposto e ho contattato direttamente il Comune: “magicamente”, dopo il mio intervento, i tigli non sono più stati toccati.

      Quindi, se oggi puoi sederti sulla tua panchina e rimirarli “in sicurezza e serenità”, non è grazie all’asfalto che tanto ti entusiasma, ma al fatto che io ho fermato quell’assurdità.

  7. Buon tempo del sistema giudiziario italiano. Per il resto consiglio legittimato nell’ultima assemblea di giugno che scontava anche la questione magliette. Ci si rivede alla prossima assemblea annuale, con buona pace di tutti, il resto è gossip da Sorrisi e Canzoni TV in salsa nostrana.

    1. Ho letto le parole di Paolo Adami e fanno sorridere: prima offende la magistratura, poi dà per certo che questo Consiglio arriverà sereno alla prossima assemblea. Forse ha confuso i verbali con un romanzo di fantascienza.

      Perché i fatti sono altri.
      Questo Consiglio è stato condannato dal Tribunale a dicembre per avermi negato l’accesso agli atti: non avrebbe dovuto dimettersi?
      A giugno, su miei esposti ai Revisori dei Conti, è stata accertata la violazione dell’art. 11 dello statuto con conseguente annullamento dell’assemblea: non avrebbe dovuto dimettersi?
      Infine la giudice Mombelli ha stabilito che le famose magliette non erano goliardiche, ma diffamatorie e dirette contro di me: non avrebbe dovuto dimettersi?

      Due schiaffi giudiziari e uno statutario pesantissimo, eppure qui si parla come se nulla fosse. Io un euro che questo Consiglio arrivi davvero alla prossima assemblea non lo metterei. Adami invece sì: ma si sa, c’è chi preferisce credere alle favole piuttosto che leggere i provvedimenti dei giudici e gli articoli dello statuto.

      Quando la giustizia parla, le chiacchiere smettono di fare rumore.

      1. Ah, finalmente ti sei deciso a scrivere tutto quello che pensi… peccato che sembri completamente fuori dalla realtà.
        Citando giudici e articoli dello statuto non diventi automaticamente credibile: sembra solo che ripeti a memoria ciò che leggi senza capire nulla.

        Due schiaffi giudiziari e uno statutario? Sì, ma continuare a scrivere lettere chilometriche e fare la vittima non cambia niente. Il Consiglio è ancora lì, e tutti vedono quanto sia esagerata la tua drammatizzazione.

        Le tue prediche su “dimissioni!” e la giustizia che parla suonano ridicole: il mondo reale non si ferma per i tuoi sfoghi, e continuare a urlare non ti trasformerà in paladino di nulla.

  8. Sig.ra Giudice, ma quindi se qualcuno dovesse indossare una maglietta con la stessa frase dell’indimenticabile Totò , sarebbe denunciato?
    Io mi domando ma come mai il solo Sig. Corazzi si è sentito tirato in causa e non le altre persone che lo hanno spalleggiato mandando PEC ?
    Comunque l’astag geniale…. #corazziout

    1. Il solito Gino, difensore dell’indifendibile.
      Ti chiedi perché solo io mi sia sentito offeso? Semplice: perché lo ha scritto un giudice nell’ordinanza. Bastava leggerla, invece di giocare agli indovinelli.

      Quanto al tuo ridicolo “#corazziout”, ricorda che saranno le sentenze a decidere, non i tuoi hashtag da bar. Io rientrerò in Baldesio a testa alta, e a uscire saranno quelli che hanno violato legge e statuto.

      1. Ah, “ordinanza del giudice”: la tua clava preferita. La agiti come se fosse l’argomento definitivo, ma a sentirti parlare sembra quasi che l’abbia scritta tu, tanto ti ci identifichi. Peccato che citarla non ti renda intelligente, né autorevole: ti rende solo il porta-bandiera di un testo che nemmeno hai capito fino in fondo.

        Il tuo “rientrerò a testa alta” poi è sublime. È come guardare qualcuno che affonda fino al collo, ma intanto si consola ripetendo: “Tranquilli, sto solo facendo immersioni”. Il tuo trionfo è un’invenzione personale, più vicino all’autocommiserazione che alla realtà.

        E quanto agli hashtag “da bar”, almeno quelli li capiscono tutti. Il tuo sproloquio invece sembra scritto apposta per annoiare chiunque non abbia il tempo (o la pazienza) di sorbirsi le tue prediche travestite da diritto.

        In sintesi: non sei un difensore dell’indifendibile, sei semplicemente l’avvocato di te stesso… e anche in quel ruolo sembri destinato a perdere.

  9. Leggendo un po’ qui e un po’ la, ritorna sempre con velato messaggio la passata attività legata al settore nuoto; ma possibile che a fronte di continui stimoli non si riesca a far luce sulla buona o cattiva passata gestione del settore…? C’è davvero qualcosa da nascondere o qualcuno è in grado di mettere la parola fine a questa questione? Possiamo sperare che l’attuale Consiglio dichiari ufficialmente infondate le non tanto velate insinuazioni?

    1. Chieda a chi prima faceva video contro il consigliere del nuoto (onore a lui che non ha querelato, forse trovato accordo) e ora lo ripropone in un possibile nuovo consiglio.

    2. Il commento del Sig. Gino che immagino sia oramai lo pseudonimo di chiunque mette però in luce un fatto singolare, se così vogliamo definirlo per non andare oltre : nessun accenno a spese strane nel settore nuoto in anni passati dopo il controllo (?) di Corazzi? Anzi, troviamo uno strano riappacificamento tra chi per mesi ha criticato tale settore con i soliti modi, video personali pesantissimi girati ovunqur e affermazioni dirette al fulmicotone, ed il diretto interessato di queste critiche. A parte perdere la dignità e la coerenza, oramai merce rara, cosa ha portato questi signori dal ruolo di cane e gatto ad ‘amoreggiare’ a tal punto di far ritornare il nominativo candidabile con addirittura la benedizione di chi lo ha ampiamente dileggiato anni fa? Lasciamo ai soci giudicare questa che a tutti gli effetti sembra sul serio una ‘colossale figurasa de mexxa’.

      1. Adami,
        se Lei fosse stato presente in assemblea, avrebbe ascoltato bene il mio intervento. Non era certo mirato a contestare il nuoto – che, lo ricordo, è una disciplina sportiva prevista dallo statuto – ma a chiedere conto di spese ben più rilevanti: centinaia di migliaia di euro pagati dalla Baldesio per il bar-ristorante, nonostante ci sia un contratto di affitto d’azienda chiarissimo che vincola la società soltanto alle spese straordinarie.

        Questa è la realtà dei fatti. Non “video personali” o “polemiche da cane e gatto”, ma questioni economiche concrete che riguardano le tasche dei soci.

        E Lei parla di “coerenza e dignità”?
        Si riferisce forse alla dignità di un Consiglio che ha indossato magliette diffamatorie durante le votazioni di un’assemblea? O alla coerenza di un Consiglio condannato in tribunale per aver negato ai soci i loro diritti?

        Prima di distribuire patenti di “figuracce”, sarebbe opportuno guardare alla sostanza: qui non si tratta di alleanze o “riappacificazioni” immaginarie, ma di una battaglia per la trasparenza e per la corretta gestione economica della società.

        1. Come al solito Dott. Corazzi lei svia il discorso…approfondisca il nuoto, lasci perdere per una volta il frigorifero e le telecamere, che sinceramente hanno rotto.
          si ricorda dei video fatti dove si denigrava il settore nuoto? guardi che sarebbe facile risalire all’autore, grazie alla sua amica Polizia Postale.

        2. Caro Corazzi, stia sull’oggetto, nessuno ha mai parlato di assemblea, alla quale ero presente, ma di questo ‘strano’, per essere leggeri, riavvicinamento tra lei e l’ex consigliere del settore nuoto dopo che per mesi lo ha attaccato sui conti in modalità che i soci ricordano benissimo, frasi pesantissime, video personali creati ad hoc e tanto altro. Tutto documentabile oltretutto, di screenshot ne girano a decine come altrettanto girano i video. Tornato utile ora perché non si trova altrimenti nessuno che in scadenza di consiglio ne prenda le redini di settore? Ritorno a dire, dignità e coerenza merce rara.
          Colgo però con la sua risposta anche per evidenziare una altra gigantesca figura di xxrxa nel suo panorama di critica a caso al consiglio, le spese che lei ritiene dovevano essere di competenza del bar. Si rilegga in rete le spese straordinarie in presenza di un contratto di ramo d’affitto d’azienda a cosa corrispondono, anche una banale AI può venirle in aiuto, comunque gliele anticipo io, spese per acquisto/riparo strumentazione, quindi frigoriferi e loro riparazioni ad esempio, gli stessi tavoli e sedie se non richiesti dal gestore, come in questo caso, sono tra le spese straordinarie, a cui può aggiungere pure nuovo mobilio, bicchieri (se quelli presenti all’inizio non lo sono più per rotture dovute a mal uso dei soci, come successo) e tanto altro. In sintesi quella bella tabella che ha messo in allegato alla chat e che mi è stata recapitata, urlando mi si dice che erano spese di competenza del bar, sono invece tutte di competenza della società, poi possiamo discutere sul merito se ve ne era necessità o meno (riguardo a tavoli e sedie) ma almeno le basi della normativa di legge in vigore che siano chiare, altrimenti si fa la solita figura di non attendibilità o peggio di critica a senso unico solo per dar contro a qualcuno sperando che chi legge sia un babbeo e non sappia la nornativa.
          Buon approfondimento.
          Cordiali saluti

  10. Ma poi queste magliette 👕, sono state indossate dove? All’interno della segreteria? Della società? Quante persone le hanno viste personalmente?
    Se la socia cartofila non avesse scattato una foto a tradimento non si sarebbe saputo nulla.

    1. Sceriffo, stai sereno: non sarà una tua contabilità di luoghi o testimoni a fare la differenza.
      Un giudice ha già stabilito che quelle magliette erano diffamatorie e ha dato mandato al PM di indagare per scoprire chi le ha indossate.

      Tra qualche mese non dovrai più chiederti “dove” o “quante persone le hanno viste”: lo leggerai in un capo di imputazione. E allora quella foto non ti sembrerà più un tradimento, ma un documento processuale.

      1. Ah, meraviglioso: finalmente la voce dell’oracolo di provincia che, tra una sbirciata a Facebook e una ripassata di Wikipedia, dispensa sentenze come fossero caramelle.
        Sai cos’è affascinante? La tua convinzione di avere accesso diretto alla mente del giudice, come se foste compagni di calcetto. E invece no: sei solo uno che si aggrappa a due frasi copiate male dai giornali per sentirsi giurista illuminato.
        Quanto alla foto… non preoccuparti: nessuno la vedrà come un tradimento, tranquillo. Al massimo la vedranno per quello che è davvero: una scenetta patetica che vale meno della tua arroganza travestita da diritto.

  11. Altra meravigliosa sbrodolata di insulti, accuse , veleni.
    Ma basta , trovate un accordo e fatela finita.
    Ricordatevi che la netta maggioranza dei soci è disgustata da questa querelle con aspetti veramente tristi da ambo le parti, in cui non ci saranno mai ne vinti ne vincitori, e non si schiera ne con l’uno o con l’altro.
    Ritengo inoltre di non aver bisogno di qualcuno che tuteli i miei diritti come un paladino, ne di Consigli che hanno una predisposizione alla non ricerca dello smussare gli spigoli, di mediare, ma anzi tengono comportamenti veramente deprecabili (vedi magliette).
    Ormai è una querelle personale, basta leggere i commenti ed i botta e risposta.
    Questo non è lo spirito Baldesio .
    Ci sono cose che non piacciono?
    Spese che stonano ?
    Bene alle votazioni si potrà cambiare (come sarà inevitabile visto l’andazzo e con una presenza di massa notevole), ma insistere in un litigio simile veramente sta provocando un grosso risentimento dei soci silenti ( per stile e non per indifferenza) per le parti in causa in questa disputa infinita .
    Le spese che stonano? Ci sono sempre state, e sempre sono state le cause di cambiamenti di consigli alle votazioni.
    li sta agli amministratore controllare, decidere e modificare il registro.
    Gli amministratori hanno per legge il potere di agire e rispondono del loro operato davanti all’assemblea.
    Se l’assemblea approva anche per un voto, vanno avanti.
    Diversamente si cambia.
    Una noce nel sacco , da sola non fa rumore.

    1. Francesco,
      il suo intervento è il classico tentativo di spostare l’attenzione: ridurre tutto a “litigi personali” quando in realtà siamo davanti a violazioni precise dello statuto e della legge, già certificate da una condanna in tribunale.

      Qui non si tratta di “sbrodolata di insulti” o di gusti personali: ci sono Soci che fanno valere il proprio diritto ad avere trasparenza, conti corretti, documenti accessibili, regole rispettate. Tutto il resto – chiacchiere, appelli alla calma, accuse di livore – serve solo a distogliere l’attenzione dal punto centrale: il Consiglio ha violato regole fondamentali e qualcuno ha avuto il coraggio di denunciarlo.

      Dire che “gli amministratori rispondono all’assemblea” è vero a metà: rispondono anche davanti alla legge, non solo davanti al voto. Altrimenti sarebbe legittimo qualsiasi abuso purché abbia una maggioranza alle spalle, e questo non è democrazia, è arbitrio.

      Non è “una noce nel sacco”: è il sacco che fa rumore perché è bucato.

      1. Vede, lei non accetta repliche che cerchino di ammorbidire la lotta.
        Anzi rincara la dose con livore , perchè è convinto di avere mille ragioni.
        Vada avanti con i suoi legali e a divulgare ovunque la sua querelle .
        Lei ha un concetto tutto particolare di arbitrio e democrazia, come della Società Baldesio.
        Non le risponderò più, scriva quello che vuole, perchè ove non c’è possibilità di dialogo e dove bisogna misurare le parole per timore di denunce che lei minaccia (che fanno solo perdere tempo e denaro) , è sempre meglio un’elegante silenzio.
        Non si meravigli se il proseguo ostinato di questa lotta potrà portare a delle prese di posizioni super partes da parte dei “soci silenti , stufi ed esterrefatti nei confronti dei contendenti , oltre i torti e le ragioni.
        Veramente basta, riportate la vostra lotta tra voi , tra le mura del Tribunale che tanto vi piacciono o tra le pieghe di una chat che già dice tutto, ed evitate questa triste e continua pubblicità esterna.
        Non ci saltate più fuori.
        Le ripeto che personalmente non ho bisogno di paladini che tutelino i miei diritti come Socio Baldesio, faccio da solo se qualcosa non mi aggrada.

    1. Qui di poco serio c’è lei, che usa vari pseudonimi con un unico indirizzo di posta elettronica per intervenire e rispondere all’uno e all’altro.

      1. Questo dimostra la sua serietà professionale che per due view pubblica di tutto … adesso non le fa più comodo?

    2. Gino, invece di inventarsi ipotesi sugli strumenti che evidentemente non conosce, provi almeno una volta a soffermarsi sui contenuti.

      1. Evidentemente li conosce bene lei…questa è la conferma, si è visto per i video fatti e per i preventivi delle telecamere, mai resi pubblici.
        Corazzi se ne faccia una ragione qua chi ne esce male è lei.. ok non le hanno fatto vedere le fatture, e ora che le ha visionate cosa si è trovato?

        1. Caro Gino, adesso che sei stato smascherato con i tuoi tre falsi nickname sei tu la barzelletta della Baldesio.
          Io almeno ci metto la faccia, tu ti nascondi dietro pseudonimi ridicoli.

          Se davvero sei un socio, dimmi nome e cognome e ti darò quello che chiedi. Ma dubito lo farai, perché tanto la tua identità la scoprirò presto io, grazie alla Polizia Postale.

          Fino ad allora, resta pure a giocare a fare il Gino, il Mariolino o il Benessere Radiante: i soci ormai ridono solo di te.

  12. Buonasera a tutti, sono una socia e sono presente nella chat Soci Baldesio in forma silente, ho letto per mesi con attenzione tutti i messaggi inerenti alla documentazione ed oggi, come se nulla fosse e con candore che mi ha lasciato sgomenta, salta fuori che uno dei signori che partecipa attivamente a denigrare il consiglio come se fosse la causa di tutti i mali ammette che anche il consiglio precedente non forniva la documentazione. Io a questo punto scusate ma sbotto, si racconta da mesi che questo consiglio nulla fornisce additando come mai successo in società e dal nulla, ripeto con un candore al limite dell’incredibile, salta fuori che anche il precedente consiglio non forniva nulla. Ma mi avete preso per scema? Io scusate sono offesa da questo comportamento. Mi permetto di scrivere su questo blog perché tutti leggono e tutti devono sapere. Mi permetto anche, Sig. Corazzi, mi rivolgo a lei visto che è il principale artefice della lotta e vedo che qui scrive, di chiedere delucidazioni in merito: come mai continua ad incensare il vecchio consiglio come retto e corretto se poi salta fuori che pure lui non forniva i documenti richiesti? Ha nominato più volte il vecchio presidente come esempio di correttezza, ed ora cosa posso pensare? Mi viene da pensare che ci sia sotto qualcosa alla base di questo comportamento se poi risulta che il consiglio Guadagnoli si è comportato come il precedente. E questo ragionamento lo abbino anche al riavvicinamento con l’ex consigliere del nuoto. Io ora mi sento di non credere più a nulla di quanto viene scritto sulla chat perché troppo viene omesso o girato a proprio tornaconto senza un minimo sindacale di onestà intellettuale.
    Tralascio quanto penso riguardo alla democraticità della chat stessa dove commenti non allineati alla critica vengono cancellati e persone fin espulse, si predica bene e si razzola malissino. Qui almeno non si corre questo rischio e spero la leggano più soci possibili perché è disarmante quello che oggi è stato scritto, soprattutto con cause legali in corso.
    Sono molto delusa ed amareggiata.

  13. Grazie Silvana, finalmente qualcuno se ne accorto , ma sicuramente più di uno, e sa da quando la chat è andata in difficoltà? Da quando qualcuno ha incominciato a dare contro al sig. Corazzi con esempi concreti. E la risposta quale è stata? Buttiamo fuori quelli che sono contro, tipico atteggiamento da dittatura.
    Spero vivamente che lei. On abbia firmato la petizione, tra l’altro per pubblicare la tale, il consiglio ha chiesto di mandare i firmatari in segreteria per la privacy. Sa in quanti si sono presentati? ZERO DICO ZERO

    1. Gino… o forse Mariolino… o magari “Benessere Radiante”? È curioso come tu riesca a moltiplicarti in tre persone diverse, tutte con la stessa e-mail. Un talento raro: peccato che invece di un supereroe sembri più un ventriloquo maldestro.

      La verità è semplice: la chat che tu definisci “in difficoltà” è passata in pochi mesi da 100 a 150 soci. Evidentemente la matematica non è il tuo forte, ma chiamare “crisi” una crescita è davvero un colpo di genio.

      Quanto al socio allontanato, non è stato buttato fuori perché “contro Corazzi”, ma perché, dopo vari avvisi, ha continuato a insultare i soci. In qualunque comunità, chi non sa stare alle regole di convivenza civile viene accompagnato alla porta. E non serve scomodare la parola “dittatura”: basta chiamarla educazione.

      Insomma, caro Gino-Mariolino-Radiante, tu che ti diverti a cambiare maschere come in una recita di carnevale, sappi che i soci non leggono più i tuoi travestimenti: ridono. E se continui così, l’unico nickname che ti mancherà sarà proprio quello di Pinocchio.

      1. Si è dimenticato di nominare Pisapia… mi creda qua che ridono sono 2500 soci che leggo e si divertono a vederla perdere tempo a rispondere al nulla… se vuole ci incontriamo e le spiego di persona magari senza ChatGPT riesce a fare il ⭕️

    2. Gino, peraltro ciò che sinceramente dispiace è che non solo lei non voglia soffermarsi a rispondere nel merito alle questioni sollevate. Se tutti pensiamo che i soci abbiano bisogno di chiarezza e pensiamo che debba essergli garantita, e se lei davvero pensa di essere in grado di fornire un contributo più accorto e definito, e che aiuti a dirimere le questioni anziché ad inasprire i toni, la invito a farlo, e lo stesso invito le è venuto da più parti.

  14. Signora Silvana, la sua “amarezza” è del tutto fuori luogo. Io al vecchio Consiglio ho fatto una sola richiesta e mi è stata subito consegnata. Gente seria Arisi e Montagni.

    Invece per due anni l’attuale Consiglio mi ha negato i tre documenti che chiedevo costringendomi a ricorrere al tribunale che li ha condannati con sentenza del 23 dicembre 2024. Questa è la realtà, non un’opinione.

    Altro che Consiglio “santo”: questo Consiglio ha violato la legge negando i documenti, ha violato lo Statuto convocando un’assemblea senza bilanci, ha dichiarato il falso nel verbale del Consiglio del 20 maggio (dove dicono che hanno convocato l’assemblea il 19 e per questo hanno dovuto annullarla quando invece è di dominio pubblico che è stata convocata regolarmente il giorno 15 ed è stata annullata solo perché io ho fatto degli esposti perché non c’erano i bilanci in segreteria come previsto dallo statuto).

    Un Consiglio che ha continuato a occultare il preventivo della ESCo per altri quattro mesi, nonostante le pec numerose inviate addirittura da 12 soci, nonostante la condanna del giudice Fattori per lo stesso identico comportamento.

    Non siamo noi a divertirci a “denigrare”: è questo Consiglio che si diverte a calpestare regole, leggi e soci. Io non racconto favole, porto documenti e sentenze.

    Se questo la sgomenta, se ne faccia una ragione: qui non si tratta di opinioni, ma di fatti accertati da un tribunale.

    1. Sig. Corazzi guardi lasci perdere, non vado oltre, le ricordo però che ora lei chiama gente seria la stessa che ha bersagliato di critica per mesi creando anche dei video ad personam che sono girati nelle varie chat per mesi, se per lei la cosa è lineare mi permetta di trovare il tutto disarmante.
      Colgo l’occasione anche di collegarmi anche a quanto detto dal Sig. Gino, nome di fantasia o meno, per stigmatizzare di nuovo il suo comportamento sulla chat, i messaggi cancellati e le persone espulse non hanno scritto nulla di maleducato e nessuna offesa è stata da loro pronunciata in quanto ricordo benissimo quanto da loro scritto, ed anche in questo caso girano degli screenshot, semplicemente non erano in linea con il pensiero dominante e sono stati bannati.
      La chat quindi non è in linea con la mia personale idea di democraticità per cui me ne andrò a breve, e così faranno anche alcune mie amiche stufe di questo comportamento.
      Le auguro una buona giornata.

      1. Signora Silvana,
        vede com’è facile ribaltare la realtà? Lei parla di “video ad personam” e di critiche, ma dimentica che il vecchio Consiglio — pur da me contestato — non ha mai violato né lo Statuto né la legge. Le critiche erano opinioni politiche, i documenti invece li consegnavano senza bisogno di tribunali.
        L’attuale Consiglio, invece, è già stato condannato da un giudice proprio perché ha negato per due anni documenti dovuti per Statuto. Non è quindi questione di simpatia o antipatia: è una differenza sostanziale, fra chi rispettava le regole e chi le calpesta.

        Quanto alla chat, nessuno è stato espulso per divergenze di opinione: chi è uscito lo ha fatto perché entrava solo per provocare, deviare e denigrare. E se circolano “screenshot”, benissimo: dimostrano esattamente le motivazioni, senza bisogno di versioni addomesticate.

        Lei dice di trovare il tutto “disarmante”. Io trovo disarmante, invece, che davanti a una sentenza di tribunale che condanna questo Consiglio, ci sia ancora chi preferisce girare lo sguardo e rifugiarsi in chiacchiere di chat.

        I fatti restano. Le opinioni passano.

    2. Dottor Corazzi,
      la sua lettera non fa altro che confermare quanto sia lontano, nei toni e nei modi, da un confronto civile e rispettoso.
      Ribadisco con fermezza il mio totale appoggio alla signora Silvana, che ha espresso con dignità e senso di responsabilità il disagio condiviso da molti soci nei confronti del clima velenoso che lei continua ad alimentare.
      Lei parla di fatti e sentenze, ma dimentica che il rispetto si manifesta anche – e soprattutto – nel modo in cui si difendono le proprie ragioni. Il suo è un atteggiamento arrogante, divisivo, spesso più orientato a screditare persone e organi sociali che a contribuire realmente al miglioramento della vita associativa.
      Non entro nel merito delle sue contestazioni, che saranno valutate nelle sedi opportune. Ma ciò che non posso tacere è il profondo disprezzo che provo per il modo in cui lei strumentalizza ogni occasione per mettere in cattiva luce chi non la pensa come lei, erigendosi a paladino della verità assoluta, quando in realtà semina solo conflitto.
      Non confonda la legittima critica con l’accanimento. Non scambi la trasparenza con l’ossessione. E soprattutto non pretenda rispetto quando è il primo a non darne.
      Continuerò a sostenere chi, come la signora Silvana, si impegna per costruire, non per demolire.

      1. Alberto B
        grazie per la predica sul “rispetto” e sul “clima civile”. Mi permetta però una piccola osservazione: quando un giudice condanna un Consiglio per aver violato la legge e lo Statuto, non si tratta di “ossessione” ma di giustizia. E sa qual è il bello? Le sentenze non hanno bisogno di toni melliflui, parlano da sole.

        Lei dice di provare “profondo disprezzo” per i miei modi. Io invece sorrido: perché mentre lei si scalda in chat a distribuire patenti di buona educazione, io porto a casa ordinanze che inchiodano chi governa la Baldesio.

        Le sue omelie sullo stille le dispensi a Silvana.

        Per me il giudizio anonimo di un personaggio anonimo è solo carta straccia

  15. grazie per il suo messaggio, che leggo senza difficoltà, nonostante i toni che continua a scegliere.
    Le sentenze, come ha giustamente ricordato, parlano da sole — ma anche i comportamenti e il linguaggio di chi le commenta dicono molto.
    Non ho mai messo in discussione il valore delle decisioni della magistratura, né mi sono mai sottratto a un confronto, purché civile. A questo continuo a credere: che il rispetto reciproco, anche nel dissenso, resti il fondamento di ogni dialogo utile.
    Lei, invece, continua a scambiare il confronto per uno scontro personale.
    Quanto al resto, non ho molto da aggiungere: come già le è stato detto, la Baldesio lei la osserva dal ponte.
    E da lì, comprensibilmente, ogni giudizio può risultare distorto.
    Le auguro comunque buon proseguimento.

    1. altro nome fasullo. Gazza.

      lei usa modi melliflui solo per nascondere la malizia: dietro il suo “dal ponte” c’è il veleno di chi vuole infangare.
      Ma a differenza delle sue allusioni, io parlo di fatti: ho già vinto due cause contro questo Consiglio, una delle quali per abuso di potere accertato dal Tribunale.
      E la causa per diffamazione sulle magliette, che sta giungendo a sentenza adesso che il giudice ha respinto la richiesta di archiviazione.
      Altro che ponte e altro che gazza

  16. Le ultime sparate della chat sono da Oscar… tra i commenti di Corazzi e il lungimirante Lorenzo siamo in una botte di ferro..😂😂😂😂

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