Cremona testimonia il cordoglio per la perdita del suo illustre figlio, amato da tutti, con il lutto cittadino proclamato dal Comune. Oggi, in una giornata insolitamente ventosa, le bandiere a mezz’asta esposte sugli edifici pubblici salutano simbolicamente il campione che ci ha lasciato. E alle 18,30 familiari, parenti, amici, gente comune e anche i molti che non non troveranno posto nella chiesa di Cristo Re si raccoglieranno in un momento di preghiera per Gianluca Vialli, scomparso a Londra il 6 gennaio scorso.
Intanto fa discutere la proposta lanciata sull’onda dell’emotività dai social di intitolare lo stadio Zini al campione morto prematuramente. Riportiamo di seguito l’intervento-intervista a Mavi Lupi bisnipote di Giovanni Zini traferita a Milano nel 2013 pubblicato da Stefo Mansi, storico tifoso grigiorosso, sul suo profilo Facebook.
‘Girano in queste ore di commozione e sovraesposizione mediatica di Cremona proposte di intitolazione dello stadio Giovanni Zini (nella foto) a Luca Vialli. Proposte che potremmo definire emotive, se non improvvide, quando arrivano da neofiti del calcio. Impropriamente interessate quando provengono da rappresentanti politici che ben dovrebbero conoscere l’importanza #culturale, il valore #simbolico e il significato #storico-sociale della intitolazione a #GiovanniZini del campo sportivo di via Persico. Dovrebbero essere, in quanto organi preposti per legge a conseguire l’interesse pubblico, fedeli custodi del significato profondo che esula completamente dagli aspetti sportivi dell’intitolazione all’ex portiere della Unione Sportiva Cremonese del campo sportivo comunale nonché velodromo, campo di esercizi ginnici, sede di competizioni agonistiche da oltre un secolo. Giovanni Zini per i cremonesi non è un nome ma un esempio, una linea di condotta, un aspetto fondativo della storia e della cultura contemporanea che travalica il tempo perché è essa stessa chiave interpretativa di oltre un secolo di storia. Cambiare il nome di un simbolo culturale è già di per sé un fatto grave. Proporre di cambiarlo dopo che si è stati segnalati all’Autorità Anticorruzione (#Anac) sugli appalti per averlo concesso a un privato per 1 euro senza procedura di #evidenzapubblica è troppo. Nemmeno Luca Vialli, come segnalano molte delle persone a lui più vicine che ne conoscono i tratti più profondi del carattere, lo avrebbe voluto. Giù le mani da Giovanni Zini e dalle nostre tradizioni’.
Mavi Lupi: “Glielo dicevano tutti: ‘Vaghe mia. Resta’. Poteva evitare di partire per il fronte come stavano facendo tutti i suoi amici con la tradotta fino a Brescia. Ma lui no. Non voleva passare da privilegiato. È partito e non è mai più tornato lasciando affranta tutta la famiglia”.
Una risposta
Son d’accordo. Non si fa onore ad un campione oscurandone un altro, che tra l’altro ha rinunciato ai propri privilegi sportivi per un servizio pubblico altamente rischioso. Ma certamente la proposta di intitolare lo stadio a Vialli, per l’onda di grande emotività che è seguita alla sua morte e per il valore simbolico dello stadio, è tutt’altro che esecrabile. Ben altra dunque dev’essere la soluzione per ricordare Vialli in eterno e con calma e razionalità son convinto che si potrà trovare quella più consona.