Sabato 29 aprile l’80 per cento dei soci della Canottieri Baldesio presenti all’assemblea ordinaria convocata in sede ha bocciato il bilancio preventivo 2023. Stasera il consiglio direttivo si è dimesso. La scadenza naturale sarebbe stata fine anno. Saranno indette nuove elezioni e l’esecutivo entrante dovrà presentare un altro bilancio. Si chiude una settimana punteggiata da polemiche e divisioni: da una parte i soci che criticano le spese sostenute soprattutto per le attività sportive, in particolare il settore nuoto che conta 250 agonisti e 120 master ed è largamente in perdita, e per la voce riguardante le pulizie, aumentata del 40 per cento da un anno all’altro. C’è poi il ‘giallo’ del tesoretto, in base al quale, come sostiene il socio Alberto Corazzi, non sarebbero necessarie quote straordinarie per affrontare il complesso e impegnativo piano triennale di investimenti che prevede il rinnovamento tecnologico dei servizi. Da tempo in società serpeggia il malumore anche per alcune carenze nella manutenzione ordinaria. La base associativa è in fermento perché il regime di austerità imposto prima dalla pandemia, poi dalla crisi energetica innescata dal conflitto in Ucraina non ha coinvolto tutte le attività societarie. Se bisogna tirare la cinghia, tutti lo devono fare, senza eccezioni: in base a questo principio è maturata la bocciatura del bilancio. Dopo un lungo periodo tranquillo, il più antico e blasonato sodalizio remiero naviga di nuovo in acque agitate, come accadde tra la metà degli anni 80 e l’inizio dei 90.
2 risposte
In realtà stiamo assistendo a qualcosa di estremamente grave, dunque lascerei perdere inutili sarcasmi indirizzati, sia a chi lamenta una “malagestione”, sia a chi, in qualità di Amministratore, si dovrà preoccupare di rispondere nelle corrette sedi del proprio operato. È innegabile il dissenso latente oramai da tempo verso questo Consiglio; altresì è piuttosto evidente, negli ultimi anni, il confinamento dei Soci nel ruolo di mero strumento per soddisfare obiettivi più o meno condivisibili. Chi si propone al servizio della Società e dunque dei Soci, è chiamato a perseguire, sempre, gli interessi degli stessi. Tempo e fatica regalati alla comunità vanno però rispettati, ma ancora più rispettati coloro che, in buona sostanza, hanno chiesto di essere rappresentati. Ora, sono convinto che tutte le perplessità evidenziate saranno chiarite, come verrà significata la sostanza del “famoso” Fdo di riserva: liquidità su conti correnti, strumenti finanziari. Quello che dovrebbe comunque rimanere da questa vicenda, nella migliore delle ipotesi, è che il Socio merita sempre rispetto. La ricerca e la soddisfazione di determinati traguardi non può prescindere dalla completa condivisione di tutti i Soci.
Ormai anche l’ultimo baluardo è crollato. Cremona non ha più senso alcuno, verranno gli Unni a bivaccare sulle nostra macerie e a giocare a bocce su quel che rimane della nostra nobile stirpe.