Biometano a Sergnano: lo sgambetto di Davide a Golia

14 Aprile 2025

Tra i veri vincitori di questo che noi tutti riteniamo essere solo il primo round, coloro che davvero hanno sottoposto all’attenzione della cittadinanza e del Territorio la delicata questione del biometano e hanno fatto fare un ruzzolone al gigante Golia sono stati incontestabilmente:

– I gruppi di opposizione Scelgo Sergnano e Siamo Sergnano, con a capo i loro rappresentanti consiglieri, che per primi si sono ribellati all’idea che il progetto della costruzione di un nuovo impianto di biometano sul nostro territorio fosse già cosa fatta.

– I sindaci dei paesi di Casale Cremasco e Vidolasco, di Capralba, di Pianengo, di Campagnola Cremasca, di Ricengo che noi non finiremo mai di ringraziare per la loro pronta e decisa opposizione alla irrituale convocazione della Conferenza dei Servizi decisoria indetta dall’Ufficio tecnico del Comune di Sergnano in data 8 gennaio 2025, in cui venivano concessi solo 5 giorni di tempo per presentare osservazioni e pareri mirati riguardanti il progetto; la loro strenua contrarietà ha fatto sì che il Sindaco di Sergnano prorogasse, in data 10 gennaio, di altri 30 giorni la suddetta Conferenza dei Servizi.

– Quasi tutti i nostri concittadini, salvo piccole frange di irriducibili nostalgici sostenitori del nulla cosmico, che ben prima dell’assemblea indetta dai consiglieri di minoranza per sabato 8 febbraio, durante l’assemblea stessa e soprattutto dopo, hanno testimoniato la loro ferma contrarietà al nuovo impianto.

E’ doveroso riconoscere, invero, che l’atto formale di bocciatura del progetto del nuovo impianto di biometano è venuto dall’Ufficio Tecnico del Comune; ma non poteva essere altrimenti.

Peraltro, è noto a tutti, che la convocazione della Conferenza dei Servizi dell’8 gennaio propendesse verso un parere positivo a favore della società proponente il progetto; come è evidente che, solo in seguito alla preparazione e allo svolgimento dell’assemblea pubblica dell’8 febbraio, il Sindaco del nostro paese ritenesse finalmente necessario avere un parere ufficiale da parte di un consulente, Emanuele Cabini, dottore in Agronomia e presidente degli Agronomi della nostra Provincia, decisamente competente ed esperto in materia per la sua partecipazione ad altre cause simili.

Il parere negativo  della determina dell’Ufficio Tecnico ha quindi certificato, in modo inoppugnabile, le numerose e gravi lacune di un progetto che, pur avendo avuto ben 3 anni di tempo per poter essere completato da parte della società proponente, mai, in nessun momento del suo iter, ha avuto una forma compiuta, rispettosa della normativa vigente e formalmente corretta.

Per la verità, come i documenti presentati hanno rivelato, già 3 anni fa, il progetto doveva essere rigettato al mittente per la mancanza di documenti ritenuti essenziali e senza i quali non era nemmeno possibile istruire la procedura.

Però, alla fine il parere negativo è arrivato. E dunque: evviva.

Ed ora? Cosa succederà?

La risposta è semplice, addirittura banale.

Dietro a questo progetto ci sono troppi interessi individuali ed economici perché la società proponente molli il colpo e decida di rivolgersi altrove.

Dobbiamo essere consci che, al di là di un eventuale ricorso al Tar e forse al Consiglio di Stato, la società proponente ha tutte le conoscenze, gli strumenti ed i mezzi  finanziari per presentare già da domani mattina, se solo lo volesse, un altro progetto stavolta scritto come si deve senza le lacune tecniche, amministrative e legali presenti in quello bocciato.

Ecco perché quello che noi abbiamo fatto a Golia è uno sgambetto, rovinoso forse, ma pur sempre solo uno sgambetto.

La prossima volta staranno molto attenti a dove mettono i piedi e a presentare la loro montagna di documenti, a supporto del progetto, che non abbia alcuna falla.

A quel punto che armi avranno in mano il Sindaco, l’UfficioTecnico e tutta la nostra amministrazione per opporsi?

Nessuna. Purtroppo.

Perché, una volta azzerate le lacune tecnico-amministrative del prossimo progetto, rimane la realtà di un paese che non può sopportare un’ulteriore carico in termini di sicurezza e pressione già al limite, se non oltre, per la presenza sullo stesso territorio di un altro impianto di biogas e degli impianti di stoccaggio della Stogit.

Se non si comprende ciò e quindi non si prende una posizione politica netta, precisa, assoluta, a favore del paese, della popolazione, del territorio e di quanto rimane della nostra agricoltura, si lascerà campo aperto al Golia di turno che penserà di poter fare ciò che vuole, quando vuole e solo perché lo vuole sulla testa di tutti noi, dei nostri figli e dei nostri nipoti negli anni a venire.

Che, per la verità, è quanto è successo negli ultimi anni e quanto stava per succedere anche stavolta.

Non ci rimane quindi che sperare di avere ancora un risposta da parte di tutta la cittadinanza, che ci aiuti a fare pressione sulle nostre istituzioni comunali perché facciano sì che il bene comune prevalga sempre rispetto agli  interessi di pochi.

Con lo sgambetto di oggi, abbiamo dimostrato a tutti, anche al gruppuscolo di nostalgici,  che, insieme, si può fare.

Gian Paolo Samarani

Paolo Franceschini

consiglieri comunali della lista Scelgo Sergnano

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