Biometano a Sergnano: troppe criticità, cittadini non informati

12 Febbraio 2022
La minoranza in consiglio comunale a Sergnano dà battaglia sulla richiesta di installazione di un impianto per la produzione di biomentano in paese. Di seguito il comunicato diramato dalla lista Sicuramente Sergnano.

Un nuovo impianto di biometano verrà installato a Sergnano (Cremona). Una richiesta per procedere in tal senso è arrivata in Comune il 3 gennaio scorso. Dovrebbe trattarsi di un impianto alimentato da letame e liquame agricolo (60%) che verrebbe poi smaltito sui terreni agricoli circostanti, oltre che da prodotti agricoli come insilato di mais ed altre colture (40%). L’aspetto curioso da rilevare è che la società agricola che ha presentato la richiesta  è completamente estranea al paese; i soci sono tutti di altri paesi e più che agricoltori sembrano imprenditori dell’energia, per la quantità di impianti di biogas e/o biometano in cui sono coinvolti. In altri Comuni limitrofi è stata presentata richiesta analoga, e nel materiale progettuale della
richiesta avanzata a Sergnano, si evidenziano refusi relativi proprio a questi altri Comuni.
La richiesta prevede di costruirlo dietro all’attuale impianto di biogas e qui c’è l’unico punto di
contatto con il paese, in quanto il terreno è di proprietà di un agricoltore locale, che infatti siede
nel cda di Energia Verde Bio Sergnano Società Agricola srl.

Il nuovo impianto secondo le specifiche dovrebbe produrre 499 Sm3/h di metano, quantità
appena sotto al limite che consente una procedura semplificata per ottenere le autorizzazioni.
In linea generale non siamo contrari alla produzione di energia (o biometano in questo caso);
impianti come questo possono veramente produrre energia in modo sostenibile, purtroppo però
le loro criticità sono ben note. Un imprenditore ha la facoltà di diversificare la propria attività e
incrementare il proprio reddito, ma in ceri casi, a quale costo per la collettività? Il progetto inoltre
evidenzia varie lacune, imprecisioni ed errori abbastanza macroscopici. Ci si augura che chi debba eventualmente autorizzare il progetto faccia un buon lavoro. Verranno quindi presentate presso gli uffici comunali alcune osservazioni sul materiale progettuale, come è doveroso fare per fugare eventuali dubbi sulla bontà dell’iniziativa imprenditoriale ed eventualmente confermare, ce lo auguriamo, la non sussistenza di impatti sul nostro territorio. Un aspetto che ci preoccupa è sicuramente l’aumento del traffico, indotto dalla consegna del trinciato o delle deiezioni animali, effettuata in genere con trattori e grossi carri o botti al traino, che sicuramente non possono migliorare la sicurezza delle strade interessate. Traffico che si va ad aggiungere all’ovvia circolazione di cisterne cariche di metano che attraverseranno il territorio comunale, in quanto il metano prodotto non verrà immesso in rete, ma portato via per mezzo di autocisterne.

Negli impianti a biogas il fenomeno della fermentazione viene accelerato con prodotti chimici
miscelati all’elemento base da portare a fermentazione, quindi anche qua si aprirebbe un
dibattito sull’uso del ‘digestato’ come fertilizzante e come questo può veicolare nutrienti e altre
sostanze nocive nell’ambiente. Servirebbero dei controlli puntuali da parte degli Enti competenti
in materia, insomma un monitoraggio sui comparti ambientali per la verifica dell’assenza di impatti negativi e per avere sufficienti garanzie di tutela del nostro territorio. Tutte queste considerazioni ci devono portare a ragionare sul reale impatto ambientale di un impianto di queste dimensioni, che non si limita all’impianto stesso e a dove è ubicato ma anche al territorio circostante. Compriamo auto più ecologiche, creiamo ciclabili per ridurre gli spostamenti con le auto e poi rischiamo di rovinare con le nostre mani il paese in cui viviamo. Si usa la parola bio davanti a metano ma è più un giocare con le parole- Molto è stato scritto sulla sostenibilità dell’utilizzo di produzioni vegetali coltivate appositamente che vengono immesse negli impianti di produzione di gas e metano e sul bilancio energetico che questa pratica comporta. Utilizziamo gasolio nei trattori per produrre mais che poi buttiamo in un digestore per produrre gas (indicativamente il silomais produce 4 volte energia rispetto alle deiezioni del bestiame). Forse se non ci fossero gli incentivi che tutti paghiamo nelle bollette o se si usassero solo le deiezioni animali questi impianti molto probabilmente non sarebbero sostenibili.

I poteri decisionali dei Comuni possono anche essere limitati al riguardo, ma la scelta di
accettare sul proprio territorio un impianto a biometano, a maggior ragione a Sergnano dove ne
è già presente uno simile, non può passare in sordina. Non può l’Amministrazione non parlarne
quando si presenta un Piano di Governo del Territorio a inizio anno, in cui tra l’altro si proclama
con soddisfazione la previsione di minor utilizzo del suolo come un passo avanti importante. In
verità l’informazione corretta è quella che rispetto alle previsioni precedenti si avrà un consumo minore di suolo, non che non ce ne sarà. Un impianto che di fatto impermeabilizza un lotto di
terreno ora agricolo che impatto ha sui dati proposti nel PGT? L’Amministrazione è a conoscenza del progetto da tempo ormai e non lo ha reso pubblico. Non ha ritenuto doveroso, alla presentazione del PGT, informare la cittadinanza e a nostro avviso questa è una grave mancanza. In un momento storico in cui la difesa dell’ambiente è finalmente divenuta una priorità costituzionale, possibile che in questo panorama una giunta che finora non ha dimostrato particolare lungimiranza nella tutela dell’ambiente e degli ecosistemi sia una volta ancora indietro anni luce in questo campo?

Restiamo in attesa di capire il punto di vista della giunta al riguardo.

 

Lista Sicuramente Sergnano

 

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