La retromarcia del Comune di Cremona rispetto al progetto di realizzare un bosco periurbano nel parco didattico della Scuola Bianca Maria Visconti è stata determinata dalla fermezza e dalla caparbietà con la quale gli insegnanti ed i genitori si sono coraggiosamente opposti ad una iniziativa insensata, messa in campo frettolosamente da un’Amministrazione comunale autoreferenziale e distante.
Già a metà marzo, informati da alcuni genitori e insegnanti delle intenzioni della Giunta comunale, avevamo evidenziato pubblicamente tutte le incongruenze tecniche e logiche che stavano alla base di questo progetto ed avevamo invitato l’assessore ad un ripensamento che arriva soltanto oggi, a graduatoria regionale approvata e pubblicata, sotto la pressione di oltre 1000 firme di persone che hanno espresso la loro netta contrarietà al progetto.
La verità è che la Giunta comunale ha candidato il progetto ad un bando regionale evitando deliberatamente di coinvolgere preventivamente genitori e famiglie, nella convinzione di poter contenere ed eventualmente domare le prevedibili critiche una volta ottenuto il contributo dalla Regione. Il concetto di partecipazione è stato letteralmente ribaltato dalla giunta Galimberti. Il coinvolgimento dei cittadini non avviene nella fase di costruzione delle scelte, nell’ottica quindi di valorizzare il contributo di tutti, ma prende forma come resistenza alle azioni unilaterali e prepotenti dell’Amministrazione. Si concretizza cioè in una mobilitazione della cittadinanza finalizzata a contrastare gli effetti di decisioni discutibili e calate dall’alto.
Si tratta di un approccio adottato dalla Giunta comunale in tante altre circostanze, compresa la delicata vicenda della costruzione dell’impianto di biometano. L’unica nota positiva sta nel fatto che sta crescendo nella cittadinanza una certa insofferenza rispetto agli atteggiamenti prevaricatori della Giunta, atteggiamenti che in passato venivano subiti con senso di rassegnazione ma che oggi generano reazioni e prese di posizione pubbliche.
A tutto ciò va anche aggiunto il danno economico ed ambientale per la nostra comunità che deriva da questo modo scomposto di agire. Qualora l’Amministrazione avesse operato con maggiore oculatezza e buon senso, oggi non sarebbe costretta a rinunciare a 60.000 euro di finanziamento regionale, avrebbe le risorse per realizzare un bosco in una zona più adatta e non avrebbe impegnato i propri tecnici per un’attività finita nel nulla. Il danno e la beffa.
L’assessore Zanacchi non si faccia prendere dalla stizza e rifletta sui suoi errori e su quelli dei suoi compagni di viaggio. Attaccare chi, eletto dai cittadini, esercita il proprio diritto dovere di proposta, di critica e di rappresentanza, è sintomo di evidente debolezza, di poca esperienza, di scarsa lucidità. Se ne faccia una ragione: si chiama democrazia.
Carlo Malvezzi – FI
Federico Fasani – FI
Saverio Simi – FI
Maria Vittoria Ceraso – Viva Cremona