Casalmaggiore, dopo Cremona e Crema, è uno dei Comuni della provincia di Cremona che ha deciso di impegnare il proprio territorio con i supermercati. Una quindicina ad oggi per 15 mila abitanti. L’ultimo supermercato che si sta insediando ha ottenuto una deroga per le dimensioni, perché è media struttura commerciale e in quell’area anche per la tipologia, non avrebbe potuto sorgere secondo il Pgt vigente. L’Amministrazione comunale concede la deroga approvando variante puntuale allo strumento urbanistico. Variante puntuale concorrente con la variante generale dello strumento urbanistico nel frattempo avviata. Vale la pena ricordare che la legge regionale 12/2005 che introduce i Piani di Governo del Territorio nasce per regolamentare ed evitare le varianti puntuali che si sprecavano e da quel momento non più ammesse eccetto con il provvidenziale “Accordo di programma” quando ne ricorrono i presupposti.
Le compensazioni del nuovo supermercato in deroga ammontano a 650 mila euro. Non sono compensazioni ambientali. E già questo è uno dei problemi per la città di Casalmaggiore.
Tra le compensazioni, una parte è destinata a sostenere i negozi di vicinato. Una beffa. Tra gli effetti del nuovo insediamento arriverà gratuitamente altro traffico sulla medesima viabilità già caratterizzata da elevate criticità e oggetto di incidenti. La variante puntuale era lo strumento urbanistico adeguato per tenerne conto?
Il Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio nel 2013 aveva censito a Casalmaggiore 1.565 unità abitative vuote e 31.036mq di nuove aree edificabili oltre a 18 mila mq di terreno occupati dalla produzione di energia con fotovoltaici a terra, biogas e biomasse. A fronte di queste informazioni puntuali, le scelte politiche bipartisan che si sono succedute a Casalmaggiore sono state le stesse: consumo di suolo, nessun miglioramento della qualità dell’aria, peggioramento del tessuto socio economico. Scelte di indebitamento.
Ulteriormente la bolla dei supermercati sta già sgonfiandosi con impatti sociali non indifferenti. In Germania, ad esempio, il marchio Aldi licenzia centinaia di persone per riorganizzazione. È evidente che questi investimenti sono speculativi e si sorreggono sui profitti. Se calano, si chiude e si apre altrove. Chiamasi accaparramento a basso costo del territorio, una delle tre leve del capitalismo. E’ l’impatto scorsoio della grande distribuzione
Il cibo pre-fabbricato
Sempre uguali, sempre disponibili, identificabili senza vederli, dotati di codice a barre, qualità omologata, quantità predefinita, semi brevettati, terreni uniformati. La frequenza di acquisto provoca la reingegnerizzazione dei gusti verso un valore medio, cosa che si ribalta a priori sulle modalità di produzione: pochi prodotti in grandi quantità disponibili per la maggior parte dell’anno.
Maria Grazia Bonfante