Anche quest’anno, com’è logico che sia, la liturgia del “Buone Anno” si è celebrata come sempre inondando con fiumi di auguri, tutti quelli che i moderni mezzi di comunicazione consentono. Anche se inconsapevolmente, però con più giustificazioni del passato vista la drammaticità del presente: una guerra sull’uscio di casa con prospettive molto preoccupanti, la pandemia che sembra pretendere ancora tanti morti, i cambiamenti climatici che stanno già minacciando la qualità della vita, i “decisori politici” del pianeta soltanto interessati alle flessioni delle Borse, del Pil, del consenso popolare e della perdita degli spazi di “potere” e molto meno ai costi umani e ambientali.
Per quanto riguarda la guerra, difficile dimenticare quanto negativamente giochino posizioni politico-culturali, storie e tradizioni molto distanti tra loro delle forze in campo. Infatti, il conflitto che si sta consumando in Ucraina è in questo contesto, contesto cioè che fa da palestra ad un potenziale temutissimo allargamento: la Russia, sostenuta dalla Cina e dall’Iran, contro il ricco mondo occidentale. A proposito della pandemia, invece, i dati dei contagi che vengono dalla Cina, ossia da quasi un quarto dell’umanità, preoccupano non poco. Infine, circa i fenomeni estremi meteorologici, si può certamente dire che portano sempre più vittime, lutti e miseria, mentre la pavidità politica dei governi, emersa ancora una volta all’ultima edizione della CoP27 di Sharm el Sheik fa temere l’impossibilità di contenere l’aumento delle temperature entro i +2° C.
Insomma, ben vengano gli auguri perché quest’anno non rispondono solo ad un rituale. Essi, visto che il futuro non è proprio roseo, sono soprattutto una invocazione.
Benito Fiori
referente associazione “ABC-Alleanza Bene Comune”