Palermo, allo Zen senza Stato ma con una suora che ci guida

25 Febbraio 2023

Sulla strada verso il 21 marzo, giornata in ricordo delle vittime innocenti di mafia Una donna, una suora che cammina tutte le volte che può tra le strade dello  Zen di Palermo, a testa alta, il cuore che batte forte, sotto gli occhi indagatori e diffidenti di chi, per le vie del quartiere, ci vive da sempre. L’avevamo conosciuta al carcere della Giudecca a Venezia, dove ha prestato servizio per sette anni, ricevendo la riconoscenza di tante donne fragili, a cui ha donato assistenza e sostegno con infinito amore e dedizione. Poi, un anno fa, il trasferimento in Sicilia.

Quando oggi ha incontrato la mia classe 2^ D della scuola media Virgilio on line, il sorriso di suor Franca Busnelli era lo stesso, la sua struggente dolcezza e la sua tenacia ferrea, a dispetto del suo esile aspetto, sempre le medesime. Ha descritto ai miei alunni del suo arrivo in quartiere, del doposcuola per ragazzi che a scuola ci vanno poco, senza libri di testo, raggiungendo in terza media spesso obiettivi minimi, senza voglia di imparare, senza genitori a incoraggiarli e senza un futuro da immaginare, senza sogni e senza parole per raccontarli, senza un angolo di verde e una panchina per chiacchierare, senza un prato per giocare, tra i rifiuti accatastati tra le case parallelepipedo e le macchine bruciate… Allo Zen ci devi essere nato per passare inosservato,
perché lì è difficile avere avuto un passato facile, figuriamoci un futuro.

Alle domande poste dai miei studenti, che si avvicendavano ordinati davanti alla lim per dialogare con lei, commossi, colpiti e silenziosi, suor Franca ha risposto costantemente, non risparmiando
esempi concreti di ciò che vive ogni giorno, guardando a loro come a giovani appartenenti ad una realtà completamente diversa. Da ogni parte ci si chiede dove sia la legalità, dove sia possibile il diritto, quello da rispettare e quello che ognuno dovrebbe avere: ad una casa accogliente, una strada pulita, un figlio istruito, che sappia far valere le proprie ragioni con la forza del ragionamento, la lucida capacità critica, la speranza di un domani diverso, dove la legge sia di tutti e i sorrisi possano volare alti sopra il prato sintetico di un campetto di quartiere. Un quartiere di 40mila anime, figlie di un degrado diffuso, dove si fa fatica con il ‘reddito’ a tirare la fine del mese, ma ad ogni fine settimana si fanno scoppiare fuochi d’artificio, per un compleanno o perché qualcuno è uscito di prigione.

Niente può fermare suor Franca dal sentirsi utile, nella sua umiltà, e noi lo abbiamo proprio percepito: per fortuna dove manca lo Stato, c’è una suor Franca che si rimbocca le maniche, se
necessario si toglie il velo, e c’è.

 

Alessandra Fiori

 

 

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