La Mostra nazionale del bovino da latte non potrà essere spostata da Cremona, al limite Anafij potrà organizzare una propria mostra concorrente alla nostra a Montichiari o altrove, ma questo non è e non dev’essere un problema di Cremona, se non di quelle associazioni che controllano Anafaij e che hanno avvallato un’operazione di cannibalismo concorrenziale nei nostri confronti che stava sotto i loro occhi da tempo. Nessuno ci ha scippato la Fiera, Anafij non è la fiera e non è indispensabile: se per mezzo secolo abbiamo organizzato la Mostra del bovino da latte senza Anafij, ritorneremo a farlo!
Invito ad affrontare il nodo Fiera in questi termini. D’altronde, come vedremo, Anafij rappresenta solo una breve storia nella più complessa vicenda della Mostra nazionale del bovino da latte a Cremona che parte da molto lontano.
Anzitutto Cremona diventa capitale della zootecnia come rimedio estremo alla crisi cerealicola della fine ‘800: il crollo del prezzo dei cereali induce i nostri agricoltori a spostare i propri interessi sull’allevamento e sulla praticoltura, favorita da un reticolo di rogge provenienti dai laghi alpini di cui nessun altra provincia dispone. Proprio in quegli anni si sviluppa anche da noi lo studio della zootecnica che ancora era sconosciuta. Merito del processo di specializzazione zootecnica va senz’altro al senatore Giuseppe Mina Bolzesi che volle istituire attraverso il Comizio Agrario una cattedra ambulante per sostenere quegli agricoltori che intendevano investire nella specializzazione e nello studio delle moderne tecniche di allevamento e di trasformazione del latte.
Sempre in quegli anni giungono dalla svizzera le prime manze di razza Frisona e con loro i cremonesi portano in città anche i casari svizzeri, già specializzati nelle più moderne tecniche di trasformazione del latte. Ormai vocata all’allevamento dei bovini dal latte ed ormai anche con stalle nuove, ben areate e salubri, i primi anni del ‘900 vedono Cremona organizzare al Foro Boario una mostra provinciale annuale ma i cremonesi vogliono di più.
Dagli atti del Consiglio Comunale del 1905: “Se vi è una città che sente il bisogno di una fiera annuale pel commercio del bestiame, unita ad una esposizione, questa città è certamente Cremona, che dall’agricoltura trae la vita e tutta la ricchezza, Cremona, che vive di ricchezze che vengono dalla terra che ci alimenta e che sono fonte del commercio cittadino, ha sempre fatto meno di quanto poteva fare, quello che si è fatto lo si è fatto più per elargizioni che per iniziativa privata. Questo fatto strano della nostra città si deve alla disorganizzazione degli agricoltori, i quali non hanno nemmeno chiesto la protezione del capitale che eppure essi impegnano sulla nostra piazza”. Quanta attualità in questa analisi vecchia di 120 anni!
Con l’avanzare della specializzazione e con lo studio delle più moderne tecniche di produzione, Cremona vedrà crescere la propria Mostra provinciale fino ad arrivare, dopo Verona e Parma, ad avere una fiera di carattere nazionale, la Fiera di Settembre, che, ribadiamo, solo dal 1957 vede protagonista Anafij.
Anafij altro non è se non uno strumento che gli allevatori cremonesi si sono dati per organizzare la mostra nazionale, se poi vogliamo dire che è stato un errore occupare militarmente l’ente da parte di una precisa organizzazione lo possiamo dire, ma insieme insieme diciamo anche che la scelta di di abbandonare tale ente da parte dell’associazione concorrente per protesta ha portato i peggiori risultati.
La Politica prenda le redini della situazione.
Di fatto Montichiari potrà ospitare una mostra nazionale, internazionale o transplanetaria del bovino da latte, ma non è corretto leggere, come ho letto, che la nostra Fiera ci è stata scippata. La nostra Mostra deve restare perché nasce da 150 anni di sviluppo agrario e zootecnico, e dovrebbe svolgersi negli stessi giorni in cui si terrà a Montichiari e, ben sapendo come si formano le scelte degli espositori, dovremo essere concorrenziali e potremo avere una Mostra nazionale anche migliore di quelle viste degli ultimi anni.
Per questo, cari cremonesi, la nostra mostra non si tocca: semplicemente perché nessuno la può toccare, perché traccia la storia di un secolo di studio e di lavoro, perché nasce da un processo evolutivo del tessuto economico sociale del Pese che non si cancella con le invidie di parte, perché Anafij non decide dove tenere la Mostra nazionale del bovino da latte, la Mostra nazionale del bovino da latte si fa qua, con o senza Anafij!
Paolo Carletti
Presidente del Consiglio Comunale di Cremona