Casale Cremasco, 25 aprile per guardare al futuro

25 Aprile 2025

Questa mattina nella piazza del Comune di Casale Cremasco, presente la Protezione civile Soic e l’ex alpino Valentino Cattaneo,  si è svolta la cerimonia del 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo. 

Dopo la santa messa, celebrata dal parroco don Gianbattista Scura, è seguito l’intervento del sindaco Antonio Grassi che ha subito precisato: «Siamo qui per salvare la memoria e non il passato. Siamo qui per guardare al futuro».

Dopo questa premessa il sindaco ha sottolineato: «È un giorno di festa, ma questo non ci dispensa dal riflettere e dall’affermare che libertà e democrazia non sono un traguardo: una volta conquistate, non sono per sempre.  Libertà e democrazia devono essere difese e alimentate in continuazione. Esigono dedizione, comportano impegno e sacrificio.  Rinunce».

Poi ha aggiunto. «Se si rimane nella propria comfort zone, nell’angusto spazio dei propri interessi, libertà e democrazia si perdono. Se si guarda solo al proprio ombelico e si pensa solo a se stessi, libertà e democrazia si perdono.   Se la solidarietà è una parola sconosciuta, libertà e democrazia si perdono».

Considerazioni che, secondo Grassi, impongono la necessità di «una nuova Resistenza contro l’ingiustizia, l’odio, l’indifferenza. Ma anche contro le disuguaglianze e le prevaricazioni. Contro un sistema che aumenta la forbice tra ricchi e poveri. Dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri».

Poi il sindaco ha precisato: «Si, siamo chiamati a una nuova Resistenza per un mondo più giusto ed equo. In una parola per un mondo in pace».

E a questo punto nel discorso è entrato papa Francesco. «Noi vogliamo quella pace che papa Francesco ha incessantemente ricercato e perseguito. Quella pace che lui stesso ha sostenuto essere non solo assenza di guerra, ma presenza concreta di giustizia, amicizia e dialogo. Quella pace che è accoglienza e solidarietà. Quella pace che nasce anche dalla buona politica. Quella buona politica che papa Francesco spiega in maniera magistrale nel capitolo 5 dell’enciclica Fratelli tutti».

«La pace non si raggiunge con le parole e – ha precisato Grassi – con i sepolcri imbiancati che predicano il bene comune e intanto seminano zizzania.  E non si raggiunge anche con quei che scrivono sui social, ma ignorano i fatti e non meritano di essere presi in considerazione, ma solo di essere compatiti. O, meglio, perdonati come suggerisce il Vangelo perché non sanno quello che fanno. In questo caso, non sanno quello che scrivono». 

Il sindaco ha ricordato che nel 2024 il Global peace index, ha segnalato un peggioramento dello 0,56% del livello medio della pace. 

«La nuova Resistenza – ha sottolineato Grassi – non può rimanere un’affermazione di principio, ma deve diventare realtà quotidiana per tutti noi.  Per il nostro territorio. Per il nostro Comune. Non siamo un’isola felice. Il disagio sociale abita anche qui ed è in costante crescita, come dimostra l’incremento delle spese per questo settore. Incremento che incide sui bilanci dei comuni in maniera significativa e preoccupante».

Il sindaco ha concluso ricordando ciò che aveva detto in occasione del 25 aprile dello scorso anno «se vogliamo la pace: dobbiamo stare in prima linea, essere artigiani di pace, ma anche partigiani di pace». 

La cerimonia si è chiusa la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei caduti.

Il vicesindaco Antonio Rovida ha ripetuto la cerimonia a Vidolasco davanti al monumento dei caduti.

Nella foto centrale don Gianbattista Scura e Antonio Grassi.

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