Caso camici: rinviata al 5 maggio l’udienza davanti alla Corte d’appello Milano. L’udienza in Corte d’appello sul caso camici che coinvolge anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, prosciolto lo scorso 13 maggio, è stata rinviata al 5 maggio. La contestazione dei magistrati riguarda nello specifico il contratto tra la Regione e la società Dama, stipulato come un accordo tra privati e non con la pubblica amministrazione. La Procura generale di Milano ha chiesto di processare in Appello il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il cognato Andrea Dini assieme alle altre tre persone coinvolte nel cosiddetto ‘caso camici’. In primo grado erano stati tutti prosciolti dalle accuse di frode in pubbliche forniture e inadempimento contrattuale dal gup di Milano Chiara Valori il 13 maggio 2022 perché “il fatto non sussiste”. Il sostituto procuratore generale Massimo Gaballo ha chiesto questa mattina il rinvio a giudizio per tutti gli imputati parlando di un “atto d’Appello della procura condivisibile”. “Trattandosi in larga parte di un processo documentale”, ha proseguito con riferimento alle nuove norme post riforma Cartabia “la Corte può valutare la ragionevole previsione di condanna”. Il governatore lombardo, difeso dagli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, è accusato insieme a Dini (titolare della Dama Spa, nota azienda tessile che produce anche il marchio Paul&Shark), Filippo Bongiovanni, ex dg di Aria Spa, la centrale acquisti di Regione Lombardia, la dirigente della società Carmen Schweigl e il cremonese Pier Attilio Superti, vice segretario generale di Regione Lombardia.