L’Accademia Italiana della Cucina ha celebrato il 17 ottobre la ricorrenza della cena ecumenica, evento che prevede che tutte le delegazioni e legazioni del mondo si riuniscano nello stesso giorno. Durante l’appuntamento annuale vengono tirate le somme degli approfondimenti e degli studi che hanno sviluppato l’argomento scelto dal Centro Studi Franco Marenghi all’inizio dell’anno accademico. Per il 2024 è stato deciso di trattare il tema: ” I fagioli, i ceci, e gli altri legumi (piselli, fagiolini, fave, lenticchie) nella cucina della tradizione regionale”, in continuità con il tema dell’anno precedente dedicato ai cereali. Viene prodotto dall’Accademia un pregevole volume distribuito agli accademici che va a incrementare la Biblioteca Di Cultura Gastronomica, frutto di accurate ricerche, di cui la delegazione cremonese ha donato copia alla Biblioteca Statale perchè sia messo a disposizione degli appassionati di cultura della cucina.
La cena ecumenica costituisce un appuntamento fondamentale per gli accademici, il più importante, perché è un momento di formazione culturale: lo scopo dell’Associazione è infatti quello di ” salvaguardare le tradizioni della cucina italiana, la cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell’intero Paese”, come Orio Vergani che ne fu il fondatore nel 1953 affermò, nel rispetto delle tradizioni e delle tipicità di ogni regione e territorio. Durante la cena ecumenica si deve svolgere un significativo intervento da parte del delegato o di un accademico che illustri il tema dedicato al cibo dell’anno.
La Delegazione cremonese, presieduta da Vittoriano Zanolli, si è riunita al Ristorante Del Golf, gestito dalla famiglia Bottini, dove gli accademici hanno onorato gli impegni previsti nel migliore dei modi. La cena preparata dallo chef Raffaele Chiodelli, coadiuvato dall’aiuto chef Stefano Pizzamiglio, ha avuto come ingredienti di base i legumi.
Gli accademici e i loro ospiti hanno gustato: polpettine di legumi (fagioli, ceci e lenticchie) accompagnate da foglie di salvia pastellate; la pasta e fagioli tipica dell’antica cucina cremonese , i cosiddetti “straciamuus”, con maltagliati di pasta fresca; un eccellente risotto con piselli, erbette e spalla di San Secondo; faraona agli aromi con lenticchie e guanciale; zabaione caldo con sbrisolona alle mandorle. Alle varie portate sono stati abbinati i seguenti vini: Prosecco docg Serafino & Vidotto all’aperitivo, Cuvèe T bianco delle Dolomiti cantina Tramin e Gutturnio piacentino frizzante cantina Lusenti, Valpolicella Classico doc cantina Speri.
Il locale molto accogliente, il clima famigliare, il servizio attento e puntuale e in modo particolare l’elevata qualità dei piatti serviti hanno reso la serata estremamente piacevole e gli accademici si sono intrattenuti in un’atmosfera distesa e di amicizia.
Come previsto la serata ha avuto come valore aggiunto l’intervento dell’accademica Carla Bertinelli Spotti (nella foto centrale) che ha illustrato il suo lavoro di studio e ricerca raccolto nel Quaderno che sarà presentato il prossimo 14 novembre presso la Saletta Mercanti alle 17.30 dalla stessa autrice, suscitando il vivo interesse dei presenti che hanno seguito con partecipazione la relatrice.
2 risposte
Confermo la piacevole serata e la bravura di Carla che rende sempre molto interessante l’abbinamento cucina-cultura
Con una bella mangiata passa tutto.
Anche la fame