Aveva ragione Carlo Calenda quando alla vigilia del voto del 25 settembre scorso dichiarò che il centrodestra ‘si sarebbe spaccato in un nanosecondo’. Oggi la sua previsione è stata confermata. Non comincia sotto i migliori auspici la diciannovesima legislatura. Ignazio La Russa è stato infatti eletto con il contributo determinante dell’opposizione e l’astensione di Forza Italia, anche se il presidente Silvio Berlusconi si è presentato alla chiama insieme con Elisabetta Casellati e afferma di avere votato il candidato alla presidenza del Senato proposto da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio incaricato. Sono 116 le schede su cui è stato scritto il nome dell’esponente di Fratelli d’Italia e sono almeno 17 i voti arrivati dalle opposizioni Le schede bianche sono state 65. Due voti a testa sono andati a Liliana Segre, solo per oggi presidente dell’Aula, e al leghista Roberto Calderoli, vice presidente uscente.
La strategia di Forza Italia, dunque, non ha funzionato. La coalizione di centrodestra si è spaccata e adesso si dovrà ricomporre in vista delle votazioni per la presidenza della Camera. I forzisti, a dispetto delle dichiarazioni rassicuranti che arrivavano da Fratelli d’Italia, non avevano raggiunto l’accordo con il resto della coalizione. Tra i più animosi nell’opporsi allo schema proposto da Giorgia Meloni, si apprende, figuravano Licia Ronzulli e Giovanni Miccichè. Ai forzisti risultavano indigesti i veti che Fratelli d’Italia avrebbe imposto sui nomi per i ministeri. Lo stesso ex cavaliere è stato descritto da più fonti come «indiavolato» nei confronti della Meloni. I motivi sono essenzialmente due: nello spirito di collaborazione tra alleati, non si possono accettare “no” secchi su esponenti di rilievo di un partito. «Se può fare la ministra Daniela Santanchè, anche Ronzulli è legittimata a guidare un dicastero», dicono gli azzurri. Secondo, se Forza Italia lascia a Fratelli d’Italia presidenza del Consiglio e presidenza del Senato e alla Lega presidenza della Camera, è intollerabile ricevere anche dei veti sui futuri ministri. Forza Italia ha diramato una nota per spiegare la sua scelta di non sostenere l’esponente di Fratelli d’Italia: «Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo di Forza Italia al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese».
Il centrodestra, al Senato, può contare su 115 senatori. Considerando Berlusconi e Casellati, 16 forzisti su 18 non hanno risposto alla chiama. Dunque, i parlamentari di centrodestra a sostegno di La Russa, premesso che tutti l’abbiano votato, non possono essere più di 99. Avendo ricevuto 116 schede a suo favore, l’esponente di Fratelli d’Italia ha ricevuto i voti di 17 franchi tiratori delle opposizioni. Il voto segreto non consentirà di conoscere la provenienza del gruppo.
3 risposte
Caro Vittoriano, converrai che vista la durata del suo accordo con Letta e soci, Calenda non sia il più idoneo a giudicare la casa altrui.
E’ vero, ma ciò non toglie che la sua previsione si sia avverata al primo ‘scoglio’, superato con l’aiuto delle opposizioni. Converrai che altri scogli, ben più pericolosi dell’elezione dei presidenti delle Camere, si profilano all’orizzonte. Ci auguriamo che la navicella Italia riesca a superarli senza troppi danni.
Convengo sulle tue amare considerazioni e mi associo agli scongiuri… ormai solo quelli ci restano