Cerimonia e corona in ricordo delle vittime del covid

20 Marzo 2025

Bandiere a mezz’asta sulla facciata di Palazzo Comunale in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus, istituita nel 2020 dal Parlamento per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa della pandemia da Covid-19, mentre nel pomeriggio il Comune di Cremona ha organizzato una cerimonia presso la targa commemorativa posta sotto i portici del Cortile Federico II. Presenti autorità civili e militari e un folto gruppo di cittadini: una partecipazione segno di comunità e solidarietà che ha reso questo momento ancora più significativo.

A cinque anni di distanza da quella tragedia che ha colpito l’intero Paese e la città di Cremona, è stata questa un’occasione per ricordare tutte le vittime della pandemia, per non dimenticare il dolore e la sofferenza di chi ha perso una persona cara durante quei mesi difficili. Un momento anche per rendere omaggio e ringraziare tutte le persone che, con il loro straordinario impegno, hanno lottato senza sosta per assistere i malati, per sostenere le famiglie, per affrontare insieme l’emergenza sanitaria che ha messo a dura prova l’intera comunità cremonese. Una cerimonia per non dimenticare, per ritrovarsi insieme nella memoria, nella solidarietà e nella speranza.

La cerimonia si è aperta con le parole di don Gianpaolo Maccagni, Vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale – intervenuto in rappresentanza del vescovo, mons. Antonio Napolioni – che ha poi impartito la benedizione.

E’ seguito l’intervento del sindaco Andrea Virgilio: “Cari concittadini, oggi non siamo qui per una cerimonia. Siamo qui per ricordare. Per fermarci un momento e guardare indietro, perché quello che abbiamo vissuto non può essere archiviato come una pagina chiusa. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare.

Tutti noi portiamo dentro immagini, voci, assenze che pesano. Non serve enfatizzarle, perché ci sono già, e ognuno ha le sue. Ricordiamo le strade vuote e il silenzio irreale, rotto solo dalle sirene delle ambulanze.

Ricordiamo la paura, il senso di impotenza, l’attesa di una notizia buona che, troppo spesso, non arrivava. Abbiamo visto partire persone care senza poterle salutare, abbiamo vissuto il dolore di funerali mancati, di abbracci sospesi.

Ma se oggi siamo qui, è perché vogliamo dare un senso a quel dolore. Perché dietro ai numeri ci sono nomi, volti, storie. Dietro ogni perdita c’è una famiglia che ha sofferto, c’è una comunità che ha cercato di stringersi, anche quando non si poteva stare vicini. E allora fermiamoci, ricordiamo, parliamone. Perché ricordare non è solo un atto di rispetto: è il primo passo per costruire un futuro che non ripeta gli stessi errori.

Cremona ha vissuto momenti durissimi. Il nostro ospedale è stato uno dei simboli di quei giorni. Corsie piene, reparti trasformati, operatori sanitari al limite della resistenza. Abbiamo visto medici e infermieri lavorare fino allo sfinimento, senza certezze, con poche risorse e troppi pazienti. Eppure non si sono mai fermati. Hanno fatto quello che andava fatto, spesso andando oltre i limiti. Alcuni di loro hanno pagato con la vita. È a loro che oggi dobbiamo il nostro più grande grazie.

Ma il nostro grazie va anche a chi, pur non indossando un camice, ha fatto la sua parte. Ai volontari, che hanno portato medicine e spesa agli anziani soli. Ai lavoratori dei supermercati, agli autisti, agli insegnanti, agli educatori che hanno reinventato la scuola in pochi giorni. A chi ha tenuto aperta una farmacia, ai volontari che trasportavano i malati, a chi ha cucito mascherine, in casa quando non se ne trovavano più. È stato un tempo in cui ogni piccolo – grande gesto contava.

E poi c’è stato il ruolo delle istituzioni. Nessuno era pronto. Nessuno aveva il manuale giusto per affrontare quello che stava succedendo. Ci sono stati errori, ci sono state scelte difficili, a volte sbagliate. Ma una cosa è certa: era fondamentale avere punti di riferimento. In quei mesi le istituzioni si sono trovate di fronte a decisioni che nessuno avrebbe voluto prendere, ma non si sono tirate indietro. Ringrazio a nome della città l’allora Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, i tanti sindaci eroici del nostro territorio, ringrazio il Prefetto e tutte le autorità civili e militari che hanno dato se stessi e oltre in questa emergenza.

Questa tragedia ci ha insegnato molte cose. Ci ha insegnato che la sanità pubblica è un bene prezioso, che non possiamo permetterci di trascurare. Che servono più medici, più risorse, più ricerca. Perché senza la ricerca non avremmo avuto vaccini, non avremmo avuto cure, non avremmo avuto una via d’uscita.

E ci ha insegnato che la comunità è la nostra forza più grande. Non siamo solo singoli individui, ma parte di un tessuto che si tiene insieme nei momenti difficili. Se oggi siamo qui, se Cremona si è rialzata, è perché abbiamo saputo restare uniti.

Ma non dobbiamo dimenticare. Non dobbiamo permettere che il sacrificio di chi non c’è più venga vanificato. Dobbiamo far sì che la memoria diventi responsabilità. Responsabilità di migliorare ciò che non ha funzionato, di proteggere chi è più fragile, di costruire una società più consapevole e più giusta.

Cremona ha sofferto, ma non è rimasta in ginocchio. Oggi ci portiamo dietro una ferita, ma anche una consapevolezza nuova. E nel nome di chi non c’è più, andiamo avanti. Insieme”.

Per tutti, come ha ricordato il Sindaco, quel periodo porta con sé ricordi intensi, vissuti in prima persona o attraverso chi ci è vicino. Come dimenticare infatti le lunghe attese, le preoccupazioni, le paure, ma anche la forza che unito le persone, il coraggio di chi ha lottato e di chi ha sopportato il dolore, la solidarietà che ha permesso di attraversare quei mesi così difficili.

Una corona d’alloro era stata già posta sotto la targa – scoperta il 3 giugno 2021 durante la visita a Cremona Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che reca la seguente dicitura: In memoria dei cittadini e delle cittadine cremonesi morti per il Covid-19, del coraggio delle loro famiglie, della cura degli operatori sanitari, del lavoro di tanti per affrontare insieme la pandemia. Per non dimenticare la passione affinché la Comunità sia più forte e, dopo tanto dolore, possa costruire nuove strade di futuro.

Nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, organizzato dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Cremona, con il patrocinio e la collaborazione del Comune, si è tenuto infine un evento commemorativo pubblico dedicato al personale medico deceduto durante la pandemia.

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