Tranquilli, la Regione non c’entra. E’ semmai la Provincia che deve vigilare. Dal Pirellone si rimbalza sull’ente di corso Vittorio Emanuele. La vicenda è quella del famoso Cesio 137 rinvenuto in alcuni cargo arrivati in Sardegna. Provenienza Acciaieria Arvedi.
I cargo contenevano polveri di lavorazione risultati positivi al Cesio 137, un isotopo radioattivo. Bloccati al porto di Cagliari, i cargo sono stati rispediti al mittente, che li ha inviati presso un impianto di smaltimento. La notizia ha fatto il giro dei media nazionali ed è approdata, a metà maggio, in Regione Lombardia grazie a un’interrogazione del consigliere Paola Pollini (Movimento 5 Stelle).
Oggi, ecco finalmente la risposta della Regione in un documento a firma dell’assessore Giorgio Maione.
“Acquisito il contributo di ARPA – si legge nell’atto –, si forniscono, di seguito, le risposte ai quesiti formulati”.
Il primo punto dell’interrogazione era il seguente: “Se intendano sollecitare Arvedi e ARPA a individuare e tracciare l’origine della potenziale contaminazione al fine di evitare il riproporsi in futuro di situazioni analoghe”.
L’assessore regionale replica: “Il procedimento autorizzativo è in capo alla Provincia di Cremona e, in tale ambito, Regione non è legittimata a chiedere all’Autorità competente l’adozione di prescrizioni o provvedimenti. ARPA Lombardia riferisce che, a seguito della ricezione di segnalazione, ha effettuato sopralluoghi insieme ai Vigili del Fuoco sia presso lo stabilimento Arvedi che all’esterno dello stesso, eseguendo misure radiometriche. Sono state quindi acquisite informazioni e documentazioni al fine di valutare la reale portata della contaminazione. Durante il sopralluogo del 24/05/2024 sono state verificate sia la strumentazione utilizzata (fissa e mobile) sia le modalità di controllo radiometrico attuate dall’azienda, al fine di verificarne la rispondenza alle disposizioni di legge, per cercare di individuare l’origine della contaminazione. Tutte le attività di cui sopra sono coordinate dal tavolo tecnico istituito presso la competente Prefettura di Cremona, come previsto dal D. Lgs. n.101/2020”.
Prosegue l’assessore regionale: “L’evento oggetto dell’Interrogazione è presumibilmente riconducibile alla fusione di una sorgente radioattiva di Cs-137, introdotta nel processo produttivo nonostante il sistema di controllo attivato presso l’azienda. Tale sostanza, alla temperatura di fusione dell’acciaio, vaporizza, e quindi si concentra nelle polveri di abbattimento fumi. Infatti, la radiocontaminazione è stata rilevata all’interno dei container spediti presso l’impianto di trattamento polveri autorizzato”.
La Regione precisa quindi che “i controlli effettuati su campioni di particolato atmosferico nelle aree limitrofe all’azienda, relativi al periodo in cui è avvenuto l’incidente, hanno dato esito negativo (nessuna traccia di contaminazione da Cs-137) a conferma dell’efficacia del sistema di abbattimento fumi che ha impedito fuoriuscite del contaminante verso l’ambiente esterno”.
Secondo quesito dell’esponente dei 5 Stelle: “Se intendano sollecitare Arvedi a potenziare il sistema di monitoraggio dei materiali in ingresso nello stabilimento”.
Sul punto, la Regione argomenta: “L’Azienda è già dotata di sistemi di controllo radiometrico per il materiale in ingresso (sia su gomma che su rotaia), di cui è stata chiesta la verifica a seguito dello stesso sopralluogo del 24/05/2024 di cui al precedente punto 1). Inoltre, l’azienda, nel corso del tavolo prefettizio del 10.06.2024, ha informato di aver provveduto a potenziare il sistema di controllo radiometrico sul materiale in uscita (rottami di risulta, polveri e scorie). L’introduzione di ulteriori procedure di controllo e di monitoraggio da parte di Arvedi sui carichi in ingresso e in uscita può, se ritenuto necessario da parte della Provincia, essere prescritta nell’ambito della procedura autorizzativa AIA di competenza provinciale”.
“Come risulta dal provvedimento di riesame della Autorizzazione Integrata Ambientale del Luglio 2022, rilasciato dalla competente Provincia di Cremona – aggiunge l’assessore regionale –, sono, comunque, già previste puntuali prescrizioni con riferimento alla gestione di eventuali rifiuti radioattivi e al relativo controllo e monitoraggio”.
La consigliera Pollini ha quindi chiesto “Se intendano verificare, anche chiedendo ad ARPA un sopralluogo, quali siano i sistemi di controllo e monitoraggio dei rifiuti conferiti da Arvedi nella discarica di Crotta d’Adda”.
Replica l’assessore: “La problematica è stata discussa all’interno del Tavolo prefettizio del 21/05/2024. Su specifica richiesta, l’azienda ha prodotto la relazione tecnica a firma dell’Esperto in Radioprotezione il quale ha rilevato, come già espresso dagli Enti nel corso delle prime riunioni del Tavolo Prefettizio, che il Cesio-137 sottoposto a fusione, per caratteristiche chimico-fisiche, si concentra nelle polveri di abbattimento fumi (tale rifiuto non viene conferito presso la discarica di Crotta d’Adda) e non comporta contaminazione delle cosiddette “scorie” di processo e/o dell’acciaio prodotto. Il Tavolo Prefettizio ha comunque chiesto all’azienda di prevedere un controllo ad hoc sulle scorie allontanate in discarica: il tecnico di parte ha quindi effettuato un sopralluogo presso il centro di raccolta di Crotta d’Adda per escludere la presenza di contaminante Cs-137 nei materiali, scarto di processo, conferiti nell’intorno della data rappresentativa dell’evento occorso in acciaieria (3 maggio 2024) che ha comportato la fusione di materiale contaminato da Cs-137”.
“In conclusione – scrive l’assessore Maione –, il tecnico ha confermato, come atteso, che “il centro inerti non presenta tracce di contaminazione da Cs-137”.
Quarto punto dell’interrogazione: “Se intendano, direttamente o tramite Ente competente, chiedere ad Arvedi un report sul monitoraggio radiometrico effettuato sui materiali in entrata e in uscita dal sito produttivo”.
La Regione replica che “Nel corso del sopralluogo del 24/05/2024 ARPA ha richiesto anche i report delle misurazioni che vengono eseguite sui materiali in ingresso ed in uscita, relativi al periodo di interesse”.
Infine, nella stessa interrogazione, l’esponente dei 5 Stelle ha chiesto un aggiornamento su un tema che persiste ormai da quattro anni. Il parco rottami a Cavatigozzi. “In merito all’area rottami aziendale di via Acquaviva – questa la richiesta di Pollini –, se e quando verrà realizzata la copertura e se si intende agire affinché sia realizzata il prima possibile”.
Laconica la replica dell’assessore: “La problematica è stata rilevata nel corso della Visita Ispettiva AIA condotta da ARPA nel corso del 2022, e l’Autorità competente, Provincia di Cremona, ha già richiesto il relativo studio di fattibilità all’Azienda”.
Insomma, gli abitanti di Cavatigozzi si mettano il cuore in pace. Il parco rottami “provvisorio” per ora resta dov’è. Prima viene l’iter burocratico. Logico, no?
Federico Centenari
Sotto il link col testo della risposta dell’assessore regionale Giorgio Maione
4 risposte
Finalmente si sa qualcosa. Era ora! Grazie al M5S. Gli altri zitti e muti, proni o supini. E i cittadini cremonesi…Sperum come ci insegna l’ex sindaco Galimberti che suggerisce ai giovani come prima regola in politica quella della conoscenza della comunità in cui ci si candida, se ho ben capito . Certo l’ex sindaco l’ ha capito bene, visto che ci sono argomenti che è stato meglio lasciare rigorosamente in sospeso, in attesa, applicando la regola. Sarà d’accordo anche il nuovo sindaco o il senatore Pizzetti segue altri percorsi e glieli ha insegnati dall’alto della sua esperienza politica e di vita.
a Cremona il Padrone non si tocca.
Sono sorpreso che Paola Tacchini non abbia nulla da dire…
Non c’è Cremona cambia musica? Come mai il silenzio ?