Ue, un carrozzone autoreferenziale sempre più lontano dalla gente

23 Luglio 2024

GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI

“Errare è umano. Perseverare è diabolico”. Credevo che questa perla di comune buon senso fosse ormai universalmente acquisita. Così non è. Ne è, per esempio, all’oscuro quell’Ursula Geltrude Albrecht in Von der Leyen che, pur col fascino carismatico di un ghiacciolo all’anice, ha riafferrato la presidenza della Commissione Europea dopo tortuosi ‘do ut des’ magistralmente condotti, tanto per cambiare, dal gruppo dei Socialisti che, perso il pelo, non perde il vizio. Al voto di milioni di cittadini europei, non propriamente entusiasti degli indirizzi comunitari, Nostra Signora d’Europa con impeccabile bon ton prussiano ha dunque risposto con un secco ‘Io tiro dritto’. Niente di diverso da una rieducatrice di antico regime convinta che il miglior modo di rispondere a un malessere sia aggravare le cause che l’hanno prodotto. Non un’aperta riflessione sul senso dell’esito elettorale, nessun cenno autocritico, nessuna traccia di quella voglia e capacità di lettura di un vistoso processo in atto quale la crescente disaffezione di milioni di europei alla presunta ‘casa comune’. In breve, nessun indizio di quel che fa la differenza fra un manovriero burocrate e un autentico statista. La ragione addotta in difesa della bizzarra maggioranza fortunosamente varata è ovviamente la necessità di fermare l’ avanzata estremista. Interessante sarebbe capire quale criterio si utilizzi per distinguere moderati da estremisti posto che nel 2019 alla nomina della Von der Leyen furono vitali i voti grillini così come oggi lo sono quelli dei Verdi fra i quali militano fior di moderati che neppur troppo velatamente invocano una specie di manicomio criminale per chiunque non giuri sull’origine antropica dei cambiamenti climatici. Nel complesso, strappo notevole e utilitaristico compromesso giocato al ribasso rispetto all’originario perimetro cristiano liberale e anticomunista impresso alla CDU tedesca da Konrad Adenauer.

Il che induce a varie riflessioni sul progressivo assottigliamento di spessore e senso delle democrazie contemporanee che paiono procedere ormai fra piani non comunicanti. Da un lato procedono indisturbate le pratiche consuetudinarie, tipo le periodiche consultazioni elettorali. Dall’ altro, l’efficacia pratica del loro esito appare sempre più debole scontrandosi con la refrattarietà di schemi e aggregati di potere ad elevatissima capacità di autoconservazione e resistenza ai più forti scossoni elettorali. Quel che si presenta come uragano in grado di cambiare tutto, si riduce a innocuo refolo che bussa a una stanza dei bottoni perfettamente insonorizzata.

Ma veniamo ora al racconto ufficiale dell’ intera vicenda confezionato a onore e gloria dei paladini dell’Europa che, reduci da novella Lepanto, l’hanno strappata alle truci orde sovraniste. Ogni elemento concreto e politico svapora e si trasfigura nei tratti dell’epico scontro fra le forze del Bene, paladine dell’ Ambiente e quelle del Male, capaci di ogni abiezione. Tipo avvicinarsi alle vette alpine senza adeguata mascherina che impedisca al fiato di alitare verso i ghiacciai affrettandone lo scioglimento.

Ma basta con la malizia. Forse quel che alla mia vista corta appare come uno scombinato carrozzone comunitario, è invece un congegno svizzero di perfetta programmazione. Ecco la spiegazione. Tempi duri si prospettano infatti per milioni di proprietari di immobili a rischio di non essere né affittabili né vendibili perché inferiori alla classe energetica imposta da qualche remota cupola di burocrati nordici. I quali, non avendo mai visto le case di un centro storico italiano, non sospettano quanto più facile sia raderle al suolo e rifarle che fargli superare la famigerata classe G o condannarle alla muffa inopportunamente incappottandone i vecchi muri. Ma proseguiamo nell’ipotesi. Che succede? Si crea un enorme parcheggio d’immobili congelati e sottratti (che ne pensa la Costituzione?) al legittimo diritto dei proprietari di disporne come meglio credono. Ecco che a questo punto scatta il provvidenziale congegno di un’Europa che sa davvero guardare lontano. Qui infatti entra in gioco Ilaria Salis che,ora sagacemente piazzata in quota Giustizia, spalancherebbe porte e finestre degli immobili congelati alla devota platea di abusivi cui deve il transito dalle galere ungheresi al podio europeo. Ed ecco che, almeno sull’emergenza abitativa, i conti tornano e la quadratura del cerchio è raggiunta. Dal “Proletari di tutto il mondo unitevi” di Carlo Marx ad “Abusivi di tutto il mondo unitevi” di Ilaria Salis. Che poi ciò sottintenda il transito da falce e martello, simboli del lavoro, a spranga e grimaldello, simboli di tutt’altro, è, di questi tempi, trascurabile dettaglio.

 

Ada Ferrari

9 risposte

  1. Faccio fatica a capire che cos’è il Parlamento Europeo, forse peggio del nostro; una acozzaglia di persone elette, da fantomatici elettori di tutta Europa senza neanche sapere chi sono. Un piccolo esempio di un mese fa: un certo Mantovani, Salini altri che si sono proposti alle Europee tutti eletti ma mai ci diranno qualcosa nel periodo del loro mandato???
    La Salis, come dicono da noi “ bella storia”. Ma a pensarci bene avremmo mai pensato che andasse al parlamento europeo con più di seimila voti?
    Una commedia orchestrata e diretta da un regista che non è neanche un lontano parente del grande Feferico Fellini.
    E poi la grande paura di una nuova destra, la Francia abilmente l’ha fatto capire ed ecco che vanno al voto anche i giovani e si arriva ad un certo equilibrio.
    Ecco cosa voglio dire: la riconferma della nostra Ursula per me ha un significato chiaro e la Meloni con l’esclusione da cariche importanti può essere un segnale di stop. Non deve esagerare anche nel nostro Paese, gestito da forze ben più forti di un elettorato semplice e idealista mentre sappiamo benissimo che c’è un potere ecclesiastico è industriale che ci governa.

    1. Disamina perfetta e tragicamente reale. Praticamente i “ semplici elettori “ come dici tu non contano……saremo schiavizzati se le cose non cambiano….ma sapremo noi semplici cambiarle ? Penso proprio di no ! Purtroppo.

  2. Ottimo scritto come sempre, professoressa! Una politica tutt’altro che autorevole porta a questo…e porterà ad altro!

  3. Come al solito lucida analisi della professoressa Ferrari. All’ indodmani del pateracchio che ha portato alla riconferma della von der Leyen mi sono domamdato se questa è l’ Europa che volevano Schuman, Adenauer e De Gasperi esponenti del pensiero cristiano liberale. Pur di mantenere il posto con una piroetta degna di un miglior acrobata la signora tedesca ha portato a sinistra l’Europa sconfessando il voto delle recenti europee in cui l’elettorato indipendendemente dal colore politico chiedeva un cambiamento. Nessun cambiamento per accontentare i verdi della fallimentare politica di cui fra breve vedremo gli effetti in materia di casa, ambiente, automotive, agricoltura, packaging. Un grande spot verso l’astensionismo che anche in Europa comincia ad arrivare a livelli preoccupanti. Viene lecito pensare se le istituzioni europee sono a servizio dei cittadini o viceversa i cittadini sono sudditi dei burocrati europei. Un atteggiamento degno del marchese del Grillo con ombre anche derivanti dalla recente sentenza sulla gestione dei vaccini.

    1. Ma quando mai ho pensato che certe istituzioni , non solo europee, fossero veramente al servizio dei cittadini/ elettori? Forse l’ultima volta 30 anni fa. Non è necessario fare chissà quali studi per capirlo.

      1. Forse. Ma poiché non tutti nascono perfettamente ‘saputi’ come il dottor Araldi , al resto continuano ad essere utili quei grandi e piccoli studi, facoltà di Scienze Politiche comprese, che non si limitano a descrivere il ‘cosa’ di un fenomeno – il che è alla portata di chiunque – ma ci aiutano a capire il ‘perche’. Cosa, quest’ ultima , enormemente più utile per sviluppare le possibilità autodifensive di un sistema sociale.

  4. Magistrale articolo Ada. Da premio Oscar poi l’appellativo alla Ursula Geltrude che “ pur col fascino carismatico di un ghiacciolo all’anice, ha riafferrato la presidenza della Commissione Europea dopo tortuosi ‘do ut des’ magistralmente condotti, tanto per cambiare, dal gruppo dei socialisti che, perso il pelo, non perde il vizio.” Sorvoliamo purtroppo sulla Salis. Se il Popolo Europeo e’ questo dall’ Europa ci protegga Dio che dalla Ursula cerco di proteggermi io. Brava Ada ti leggo sempre con molto piacere.

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