A cosa servono le cicale? Oggettivamente a poco, visto che i maschi perdono tutto il loro tempo a frinire per tentare di conquistare le femmine, le quali invece pare si concedano con molta, troppa difficoltà, di fatto costringendo i maschi a fare gli straordinari e gli abitanti della campagna a sopportare infiniti e sgradevoli suoni. Poi, al calar del giorno finalmente tutto si acqueta e la campagna riacquista il suo fascino. Per poco però, adesso arriva il momento dei grilli, altri insetti dal canto inarrestabile e dall’esistenza incomprensibile. Invece le cavallette non sono solamente inutili, ma persino dannose e le piaghe d’Egitto stanno a dimostrarlo. A questo punto e davanti al dramma di una realtà assai difficile e complicata, Vladimir Ilic Ulianov si chiederebbe “Che fare?”. La risposta viene dalla Comunità Europea, che invita ad approfittare dell’abbondanza di insetti per poter finalmente variare le proprie vetuste abitudini alimentari. In fondo cos’è la dieta mediterranea in un contesto prevalente di falafel, involtini primavera, sushi, kebab, torrone, cotechino e salame all’aglio?
L’uso alimentare di grilli, cicale, cavallette è quindi in grado di trasformare un problema in opportunità, riportandoci a notti estive più serene ed a cibi ad alto contenuto proteico, elevata digeribilità, rispetto del territorio, ridotto inquinamento, resa elevata, riciclo dei rifiuti vegetali e molto altro ancora. D’altra parte, se c’è gente che mangia la foglia, mangia la polvere, si mangia le mani e persino le parole, che c’è di male a mangiare farina di grilli? Un’unica avvertenza: attenzione a quelli parlanti.
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