Il presidente Enrico Locatelli, (nella foto centrale) veterinario di Castelvisconti, e i consiglieri della Federazione provinciale Coltivatori Diretti di Cremona avevano da poco finito di brindare alla conferma in blocco del direttivo del Consorzio Agrario Provinciale alla recente assemblea ordinaria annuale quando da Milano è arrivata la notizia del commissariamento. Il commissario è già arrivato. Si tratta di Giovanni Benedetti, già commissario a Piacenza, direttore della Federazione regionale lombarda e capo area organizzazione della Confederazione. Anche la direttrice di Coldiretti Cremona, Paola Bono, ha ricevuto il benservito. La vittoria sulla Libera Associazione Agricoltori Cremonesi all’assemblea del Cap incassata nei giorni scorsi, era stata schiacciante: Coldiretti ha ottenuto ai seggi il doppio dei voti. Perciò nulla lasciava presagire l’azzeramento del consiglio della controllante, Coldiretti Cremona, e la sua sostituzione con un commissario che risponderà direttamente alle indicazioni impartite dalla sede nazionale. Da Milano era giunta perentoria la richiesta di rinnovo del vertice del Consorzio Agrario, compreso il collegio sindacale, presieduto dal commercialista Andrea Bignami. Così non è stato. Il 2 maggio è stato confermato alla presidenza Gianenrico Spoldi. L’assemblea ha disatteso l’indicazione, confermando in blocco gli amministratori e la risposta è stata il commissariamento della Federazione provinciale della Coldiretti di Cremona.
Da tempo serpeggiavano malumori tra i soci per il progetto di incorporamento del Consorzio Agrario Provinciale, controllato dalla Coldiretti, nel CAI, Consorzi Agrari d’Italia. CAI, recita il sito web, è una rete che produce oltre 1 miliardo di euro di ricavi annui, conta più di 20mila soci e rappresenta la più grande piattaforma per il collocamento delle produzioni agricole nazionali. Ad oggi fanno parte del CAI: Bonifiche Ferraresi spa, Consorzio dell’Emilia, Consorzio del Tirreno, Consorzio Centro Sud, Consorzio Adriatico e Consorzio Agrario del Nordest. CAI stende la sua operatività diretta su 40 province collocate in 11 regioni. ”Avvalendosi di circa 600 collaboratori (di cui 100 tecnici professionisti) distribuiti su 280 agenzie – si legge nel sito – CAI già coinvolge commercialmente più di 200.000 imprenditori agricoli. Dispone di 190 centri di stoccaggio e di 25 siti produttivi e nell’anno appena trascorso ha gestito oltre 8 milioni di quintali di cereali e prodotto 1,1 milioni di quintali di sementi e 4 milioni di quintali di mangimi”. Ma non è tutto oro quel che luccica. In un’intervista rilasciata oggi all’emtittente Cremona1, il commissario Benedetti, rispondendo al giornalista Giovanni Palisto, ha negato la volontà della Coldiretti di incorporare il CAP di Cremona nel CAI. E ha aggiunto che lo stesso presidente nazionale, Ettore Prandini, esclude l’esistenza di un progetto in tal senso.
Entrando nel CAI, il CAP di Cremona, gioiello nel panorama dei Consorzi Agrari gestiti ormai in toto da Coldiretti, perderebbe la sua autonomia, difesa con stoica lungimiranza dal presidente storico del Consorzio, Girolamo Balestreri, che respinse il tentativo della Coldiretti di aggregare la maggior azienda cremonese al servizo dell’agricoltura alla Federconsorzi, già allora sofferente e poi vittima di un clamoroso crack. Lo spodestamento della Libera dalla guida del Consorzio Agrario, maturata dopo le dimissioni dell’allora presidente Ernesto Folli, e sotto la presidenza del presidente della Libera Pierluigi Filippini, ha spianato la strada alla piena conquista del CAP di Cremona da parte della Coldiretti, consolidata col recente rinnovo del consiglio d’amministrazione. Contrario all’ingresso del CAP di Cremona nel CAI è sempre stato l’ex presidente Paolo Voltini. Presidenti e consiglio del CAP e della Coldiretti si sono mossi in continuità con gli indirizzi politici impartiti dallo stesso Voltini per questo l’azzeramento dei vertici fa comunque presagire la volontà, quando i tempi saranno maturi, di incorporare il Consorzio Agrario di Cremona nel CAI.
Vittoriano Zanolli
2 risposte
Il Consorzio Agrario di Cremona funziona bene: tecnici, agenti e servizi per quanto riguarda il lattogeno cr (vacche). Sono stato a un convegno organizzato dalla Bocconi, ci sono reparti nelle aziende che sono una eccezionalità non creano problemi, non esistono, quasi il direttore non sa che esistano. Ecco come funziona il consorzio.
Concordo pienamente molte volte i gioiellini servono a pagare i debiti delle grandi strutture