Un’amica cara mi regala il libro il 2 aprile e lo metto in coda ad una pila accanto al letto. Nell’ultimo mese ne ho letti diversi e finalmente arriva il momento di “Come d’aria” vincitore del Premio Strega 2023. Un dono doloroso e prezioso, una riflessione sulla vita e sulla morte, sulla normalità e sulla disabilità, sulla malattia e sull’amore. Ma anche a tratti leggero: danzano le sue parole insieme al corpo armonioso dell’autrice Ada d’Adamo, che con il suo corpo ha sempre inseguito l’arte e allo stesso tempo il contatto con il mondo. Il suo mondo diventa ad un tratto Daria, la figlia che non avrebbe voluto, la figlia non più abortita e desiderata, la figlia che del suo corpo non saprebbe che farsene se non ci fosse lei ad accudirla. Non c’è nessun filtro nella scrittura secca e scabrosamente vera, c’è la la realtà nuda, senza pudore, cosa mai può far paura ad una donna che scrive alla figlia gravemente malata sapendo di avere essa stessa poco tempo da vivere? Così l’autrice si muove fra ricordi e presente, consapevole che il futuro è difficile da immaginare. Ma scrive alla figlia, alla quale di speranze di lunga sopravvivenza ne avevano date poche i medici, e invece l’amore di mamma e papà l’ha fatta diventare maggiorenne.
Ada descrive in modo crudo e spietato ciò che i nostri corpi producono, escrementi e deiezioni, mestruazioni e aborti dolorosi. È un pugno nello stomaco al nostro perbenismo, alla nostra educazione borghese che ci insegna a tacere certe parole. È una carezza invece la visione dei corpi che danzano, il valore dell’amicizia che pervade il libro. Ada non è mai sola, ogni volta che deve affrontare le difficoltà della vita c’è sempre un’amica al suo fianco. Ada si commuove sino alla fine per un trancio di pizza consumato prima di una terapia, per una madre che come lei deve affrontare le sorde e ispide tortuosità della burocrazia per ottenere il sacrosanto aiuto che si deve alle famiglie che crescono un bambino disabile. Le insegnanti di sostegno inviano con whatsapp la foto dei fiori per Daria, l’omaggio di un compagno per il suo compleanno. I bambini spesso sanno cogliere la bellezza del sorriso di Daria, la sua capacità di volare, lei che non sa vedere. Ada perde le diottrie, ma non perde la voglia di amare: sposa Alfredo vestita di fucsia, come fucsia è il fiocco sulla testa di Daria il giorno del matrimonio, saranno unite per sempre.
Non è da tutti morire, il primo aprile, (il giorno prima che il libro mi venisse regalato), lasciando in dono un libro così e in chi lo legge la struggente voglia di vivere ogni giorno fino in fondo.
Alessandra Fiori
2 risposte
Molto bella la tua recensione l’ho letto un po’ di tempo fa e ho sentito un’intervista della Bignardi all’autrice, già malata da un po’.
Mi ha colpito la franchezza, la sua verità mai edulcorata , ma reale.
Grazie per avermi inviato il tuo pensiero
Grazie a te, condividere riflessioni, esprimersi attraverso le parole sulle parole degli altri è una grande opportunità e un’occasione di confronto 🙂