Cominciai a preoccuparmi quando mi accorsi che la Piera – mia moglie – si soffermava troppo spesso a seguire certi programmi Mediaset, in particolare quelli prodotti da Fascino Pgt, proprietà di Maria De Filippi, dove si litiga fra coppie senza però mai arrivare agli schiaffi. Invero, non è solo una prerogativa del prodotto berlusconiano, perché anche in RAI si può incappare in programmi dove il gossip e il turpiloquio la fanno da padroni. Ho cercato di capire. Volevo comprendere perché la Piera, una donna di buon senso, si incuriosisse a guardare certi programmi. ‘E’ un modo per tirarmi su di morale: quando vedo tutta questa ignoranza e
tanta, troppa superficialità nei rapporti di relazione, dopo io mi sento meglio’ confessava la Piera. Così anch’io ho iniziato a guardare qualche puntata di ‘Uomini e Donne’, questo il titolo del programma, per una verifica personale. Per chi non avesse mai visto una qualsiasi puntata di questo format, si tratta di una grande vetrina dove, in breve, uomini e donne si incontrano, si confrontano per poi decidere se continuare a frequentarsi in un contesto diverso, fuori dagli studi televisivi. In ‘Uomini e Donne’ chi supera il casting entra nel programma: sono giovani che giungono in prevalenza dal centro sud (Roma e Napoli in testa); le donne sono di bella presenza, mise provocanti, capello curato e unghie ricostruite, i maschi invece sembrano usciti da uno spot di Calvin Klein. Un tempo le donne avrebbero partecipato ad altri casting, per entrare nel mondo della moda o per diventare velina; i maschi, invece, le avrebbero aspettate all’uscita
della discoteca con l’utilitaria lustra e il serbatoio pieno. Ma si sa, i tempi sono cambiati e questo genere di format è fortemente attrattivo per una giovane poco più che adolescente che vuole visibilità sui social (dove, magari, sponsorizza qualche prodotto di bellezza…) e su Instagram ha pubblicato una ‘storia’ importante (‘Todo modo para buscar la voluntad divina’;…).
Le dinamiche nella coppia in prova sono le stesse da quando esiste il mondo: non c’è nulla di nuovo se non quel modo così sfacciatamente impertinente che hanno tanti giovani quando vogliono far prevalere a tutti i costi un loro modo di sentire e di fare. ‘Con difficoltà” – dice la Piera – cerco di capire’: di capire non solo il loro mondo, ma anche come lo descrivono. Perché il linguaggio è quello di whatsapp: con esso la conferma che la scuola oggi è cambiata e che la grammatica e la sintassi hanno subìto una trasformazione strutturale che ci impedisce di
comprendere fino in fondo quel che i giovani dicono quando parlano (perché difficilmente scrivono). La Piera non ha frequentato l’Accademia della Crusca e talvolta, come me, si trova in difficoltà. ‘Cosa hanno detto?’ mi domanda quando il coatto sbiascica qualcosa a cavallo tra l’itagliano e il vernacolo.
Anche in un altro format – ‘Temptation Island’ – anch’esso prodotto dalla De Filippi, coppie in crisi vengono messe alla prova (per inciso, Isola Dovarese si propose come location ma perse la gara). Maschi e femmine separati in due locali diversi incontrano tentatori e tentatrici che sfoderano le migliori armi di seduzione per mettere zizzania. Le situazioni diventano pecorecce e le conseguenze tracimano verso il volgare quando c’è di mezzo il tradimento. Una Treccani in dodici volumi (con aggiornamenti) non sarebbe sufficiente per descrivere la pochezza di dialoghi e modi, ma anche per confermare certi luoghi comuni nella relazione di coppia. Le stesse cose, ma con diverso condimento, le ritroviamo in altri programmi Mediaset (Grande Fratello – (Endemol Shine Italia), L’isola dei famosi (Banijay Italia) , Ultima fermata. (ancora Fascino Pgt) che si contendono la conquista della vetta dello share. Insomma, in tivù si litiga, si ammicca al sesso e si vende. Conta l’immagine, non il contenuto. Sulle ‘isole’ e nella ‘casa’ più famosa di Mediaset il cornuto passa per mediocre, al contrario l’infedele trova rispetto e viene premiato dalla audience.
E’ un segno dei tempi. La televisione cavalca le mode perché è consapevole che solo così può aumentare gli ascolti. Ma la televisione non è altro, ahimè, se non lo specchio della nostra più becera sottocultura consumista. A fine trasmissione, la Piera se la prende con la scuola, col governo, coi partiti e anche col pensiero illuminista; con la società dei consumi, col conformismo di massa, coi mass media e con la manipolazione delle menti. Se oggi Pasolini fosse ancora in vita ci ricorderebbe di averci avvertito, con almeno trent’anni di anticipo, che presto noi tutti saremmo stati omologati a fare, dire, vestire e pensare nello stesso modo. Avremmo subìto il gusto dei mass media che copiano i nostri più reconditi desideri, le nostre aspirazioni più segrete e ce le offrono ben infiocchettate promuovendo il mercato dell’effimero più capriccioso.
Oggi anche l’identikit del consumatore televisivo è cambiato, con gusti meno raffinati ma anche più facilmente influenzabile e incline a lasciarsi prendere dai format più esagerati e di scarsa qualità. La Piera dice che questi programmi hanno perso potere di seduzione: altra cosa e di ben altra qualità erano i programmi del sabato sera diretti da Antonello Falqui, altra cosa erano gli ‘originali televisivi’ (ora fiction), che fossero polizieschi, in costume o di altra risma. Gli attori uscivano dall’Accademia e il teatro li dava in prestito alla televisione o al cinema. Oggi basta una ‘ospitata’ in qualche programma televisivo o avere il monopolio del gossip per avere la strada spianata (se poi non sai recitare, pazienza). E non credo ci sia modo di cambiare la direzione delle cose. Anche se un paio di opportunità, dalla nostra, le abbiamo ancora: quella di cambiare canale, oppure spegnere il televisore e darsi alle sane letture.
POLLICINO
5 risposte
Io mi chiedo…non esiste un filtro per selezionare questi interventi? Intendiamoci ..liberta’ di parola e di opinione, ben vengano tutti gli argomenti…ma ..le favole dei liceali della 600..il proprietario terriero che si fa’ la moglie del povero contadino. .quello che all’osteria si beve il bianco piacentino…vogliamo metterli nello stesso piatto delle superlative lezioni culturali della Ada Ferrari ??? Su da bravi..troviamo un sistema per pubblicare tutti..ma non su medesima linea..grazie.
Gli interventi pubblicati non sono ‘tutti sulla medesima linea’ come lei dice, ma hanno tutti uguale dignità. Sono collocati in spazi diversi e suddivisi per argomenti. Gli editoriali restano in home page più a lungo degli altri articoli, con la massima evidenza, dopo essere stati in apertura. Resta salvo il fatto che ognuno è libero di scegliere in base alle proprie preferenze. In base a quali altri criteri gli articoli dovrebbero essere ‘filtrati’?
Caro Zanolli..lungi da me l’idea di far polemica. L’ho premesso io che tutti hanno diritto ad esporre..ci mancherebbe..quindi e’ compresa anche la dignita’ di ognuno, a cui fai riferimento.Sul mio cellulare”indistintamente” arrivano le riflessioni della Ferrari e le fiabe dei liceali…su da bravo…e’ come dare del mugnaio a qualcuno…che vendeva mulini a tuttii gli stati Africani e Sud America..trattava impianti non macinava grano per fare farina..troppo semplice. Auguri!!
Vuoi che ti arrivino solo gli articoli della professoressa Ferrari?
Anche altri..ma concreti..costruttivi..con ampie riflessioni…non storielle. La mia e’ piu’ che altro, una senzazione che ci sia il rischio di sottovalutare non solo gli interventi della professoressa, ma anche altri di livello nettamente superiori. Buon Lavoro!!!