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Covid, mancate zone rosse e email di Fontana a Roma

2 Dicembre 2022

Sarebbe stata la Regione Lombardia a chiedere alla Protezione civile, alla segreteria della Presidenza del Consiglio, del ministero dello Sviluppo economico e dell’Interno di rimanere in ‘zona gialla’, che prevede misure più blande della ‘zona rossa’, all’inizio della pandemia nel Bergamasco, tra le zone più colpite dal covid durante la prima ondata. La Regione Lombardia avrebbe sollecitato il mantenimento della zona gialla in una email che, secondo l’edizione online del quotidiano Domani, sarebbe partita alle 16.59 del 28 febbraio 2020 dalla casella di posta elettronica del presidente Attilio Fontana con oggetto: ‘Urgente – proposte misure contenimento della diffusione del coronavirus ordinanza integrazione medie e grandi strutture di vendita’. La mail fa parte degli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo, della quale si attende la chiusura delle indagini. Allegato alla email, spiega ancora ‘Domani’, c’è un documento che avrebbe suscitato la perplessità dei consulenti dei magistrati bergamaschi dal titolo ‘Piano di Regione Lombardia per il contenimento della diffusione del coronavirus’. Il primo capitolo si intitola ‘Cosa abbiamo capito’ e contiene due affermazioni: “Il virus clinicamente non dà problemi o comunque è facilmente risolvibile” e “Dalle prime evidenze ogni paziente con coronavirus trasmette il virus ad altre due persone. Cremona si è trovata nella medesima situazione di Bergamo, considerata l’altissima incidenza di casi di coronavirus e di decessi nel febbraio 2020. E anche a Cremona non è stata istituita la zona rossa. Perché?

“A seguito della notizia pubblicata dal quotidiano Il Domani relativa alla email inviata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in cui chiedeva il mantenimento delle misure blande della settimana precedente, nonostante la situazione fosse già oltre la soglia critica, non vi sono dubbi. Fontana ha colpevolmente giocato con la vita dei lombardi e si è dimostrato palesemente inadeguato nella gestione dell’emergenza, arrivando a minimizzare una situazione che era già fuori controllo”. É il commento del candidato presidente di Regione Lombardia Pierfrancesco Majorino a seguito della pubblicazione in esclusiva da Il Domani della email segreta sul covid 19 firmata dal governatore Attilio Fontana per evitare la zona rossa in Lombardia. “Con quale coraggio Fontana si presenta oggi per chiedere di nuovo la fiducia dei lombardi? – aggiunge Majorino – Fontana davanti a tutto questo è in grado di affrontare questa campagna elettorale con una responsabilità simile sulle spalle?”.

“Come si dice, le bugie hanno le gambe corte e le bugie di Fontana sono veramente gravi perché riguardano la gestione della pandemia. Le rivelazioni del quotidiano Il Domani portano alla luce una e-mail con cui Fontana il 28 febbraio 2020 chiedeva al Governo e alla Protezione Civile di non chiudere i comuni di Alzano e Nembro, nonostante i dati di diffusione fossero già terribili. Questo mette la parola fine a tante mezze verità e alla negazione delle proprie responsabilità. Avevamo sempre sostenuto che Fontana avrebbe potuto intervenire autonomamente, come avrebbero poi fatto altri presidenti di Regione, ma lui aveva sempre detto che la responsabilità era unicamente del Governo. A quello stesso Governo Fontana chiese di non chiudere la bassa Val Seriana e di mantenere le blande limitazioni già in essere. Perché, presidente Fontana? Fu un errore molto grave, come ce ne furono altri, e purtroppo quegli errori impedirono di fermare la rapida e devastante diffusione del virus. Quella immagine con la mascherina sugli occhi è rivelatrice: Fontana non voleva vedere e non voleva decidere. Come fa a ricandidarsi a presidente della Lombardia?” Lo dichiara il consigliere regionale del PD Matteo Piloni in merito alle rivelazioni del quotidiano Il Domani rispetto a una mail dello stesso Fontana nel pomeriggio del 28 febbraio indirizzata al capo della Protezione Civile, alla presidenza del Consiglio dei ministri, ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Interno con cui chiede di mantenere le misure in essere per la Val Seriana e di non decidere la zona rossa come per Codogno e i comuni limitrofi.

 “Prendiamo atto delle dimenticanze che sono  contenute nel servizio (del quotidiano Domani, ndr) dove non si scrive quel dettaglio che la diffusione del virus ‘era sotto controllo clinicamente’ e gli ospedali non erano ancora sotto pressione”. Così Attilio Fontana ha commentato la mail del 28 febbraio 2020 in cui, secondo l’edizione online di ‘Domani’, la Regione avrebbe sollecitato il mantenimento della zona gialla. “È chiaro  – ha aggiunto – che se ci si dimentica di una piccola parola fondamentale poi si può dare un’interpretazione…”. Per il governatore, “è la buona fede di tanti giornalisti”.
 “Ora la verità viene fuori, Fontana mise la mascherina sugli occhi perché non voleva vedere quello che stava accadendo ad Alzano e Nembro, non voleva decidere di fare l’unica cosa giusta, chiudere tutto come a Codogno. La responsabilità di Fontana è grave, perché aveva tutti i dati che confermavano che la situazione era catastrofica e pericolosissima. Con quella non scelta, con quella richiesta al Governo di temporeggiare sulla zona rossa, con la riapertura del pronto soccorso di Alzano e con la delibera sul trasferimento dei malati covid nelle Rsa non ha protetto le persone fragili, non ha protetto il personale sanitario e ha permesso al virus di dilagare. Noi questo non lo possiamo dimenticare”. Lo dichiara il consigliere regionale del Pd in Lombardia, Pietro Bussolati, in merito – si legge in una nota – “alle rivelazioni del quotidiano ‘Domani’ rispetto a una mail dello stesso Fontana nel pomeriggio del 28 febbraio indirizzata al capo della protezione civile, alla presidenza del Consiglio dei ministri, ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Interno con cui chiede di mantenere le misure in essere per la Val Seriana e di non decidere la zona rossa come per Codogno e i Comuni limitrofi, nonostante la diffusione del virus fosse già ampiamente fuori controllo”.
Nicola Di Marco (M5S): «Fontana sapeva, ma, nonostante ciò, non ha voluto mettere in sicurezza la Lombardia. Così da una parte, mentre il 26 febbraio indossava goffamente una mascherina su Facebook, dall’altra solo due giorni dopo scriveva alla Protezione civile, alla segreteria della Presidenza del Consiglio, del ministero dello Sviluppo economico e dell’Interno di mantenere blande restrizioni e di conseguenza non adottare le misure che avrebbero salvato la vita a migliaia di lombardi. Fontana dichiarava di affidarsi alla scienza, mentre con l’altra mano, consapevole di un Rt fuori controllo, scriveva mail chiedendo di non chiudere. Le informazioni di cui disponiamo oggi confermano quanto abbiamo sempre sostenuto: l’approccio politico esclusivamente propagandistico e non di sostanza con cui il centrodestra ha affrontato la crisi. Da un lato i post su Facebook, le conferenze stampa fiume, le polemiche con il governo, i video “apro-chiudo” di Salvini, dall’altro i fatti: con le richieste di non chiudere che, nella migliore delle ipotesi, confermano quanto Fontana e la sua Giunta non avessero neanche lontanamente capito il pericolo e la gravità di quanto stesse accadendo. L’inadeguatezza del centrodestra ha condannato la Lombardia, per questo hanno affossato la commissione d’inchiesta regionale, per questo farebbero qualsiasi cosa per far dimenticare ai lombardi quanto successo, per questo Fontana e il centrodestra non possono più guidare questa Regione» così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Lombardia, Nicola Di Marco, in merito a quanto pubblicato dal quotidiano “Domani”.

 

3 risposte

  1. Insisto con il dire che l’istituzione delle zone rosse era ed è di competenza delle Regioni e dei comuni in relazione al territorio di competenza, come dire, se riguarda una zona estesa il provvedimento è del Presidente della Regione se il problema è locale il provvedimento lo deve fare il Sindaco.
    Art 32 della Legge 833/78.

  2. Che ci siano stati errori da tutte le parti non ci sono dubbi. Tuttavia ricordo più volte alla TV il presidente Fontana a chiedere che venisse istituita la zona rossa, quasi a supplicarlo. Si era nel primo anno ma non ricordo se si riferiva ad Alzano o a tutta la Lombardia. Dall’altra Conte a rispondergli picche. Nominarono Crisanti come consulente per la Procura di Bergamo, virologo che inizialmente stimavo abbastanza. Poi venne eletto nelle liste del Pd e ora guarda caso l’unica cosa a cui ci si appiglia è un email di Fontana, chiaramente uno della parte politica avversa.Allora qualche dubbio sovviene anche in merito alla politicizzazione dell’indagine in corso . Non solo, ricordo il Governo aver impugnato decisioni di diversi Presidenti di Regione. Dunque il Governo centrale può contrastare quello regionale. E tra i due chi generalmente la spunta? E se le decisioni di Fontana apparivano sbagliate, perchè il governo centrale non era intervenuto? Allora risultava corresponsabile. La cosa si complica e perciò, al contrario di D’Avossa, me ne starei cauto a ringraziare.

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